Culture
Coronavirus, le nuove abitudini culturali degli italiani
La cultura italiana ai tempi del Coronavirus: cinema e teatri perdono milioni di incassi, va meglio alle piattaforme on demand
Il Coronavirus cambia le abitudini culturali degli italiani
Dal grande schermo al piccolo schermo. Dopo le misure disposte nel Dpcm del 10 marzo 2020 per il contenimento della diffusione del Coronavirus in tutto il territorio nazionale, a pagare un conto molto salato saranno i poli d'aggregazione e d'intrattenimento culturale come cinema, teatri e musei. Non è possibile fare un bilancio dei danni causati dall'emergenza COVID-19, tutto dipenderà dalle tempistiche di chiusura e il tempo che impiegheranno le persone nel tornare a frequentare questi luoghi senza timore di contagio. "Il danno andrà valutato alla fine" ha commentato il segretario Agis Claudio Reginelli all'agenzia Dire, "Nella stessa settimana dell'anno scorso i cinema hanno incassato più di un milione di euro".
Fare una stima è difficile. Ci ha provato Agis sui dati Siae che prevedono, ai primi di marzo, la perdita di circa 10 milioni di euro per la cancellazione di oltre 7mila spettacoli, in un calcolo condotto sulle zone di primo contagio. Ma a incassare il colpo sono anche alberghi e agenzie di viaggio che calcolano danni enormi tra rimborsi di gite scolastiche annullate, settimane bianche saltate e stranieri indietreggianti di fronte all'Italia blindata.
Forti ripercussioni dell'emergenza COVID-19 pure su musei, teatri e fiere d'arte. A Milano il Salone del Mobile e Miart, la fiera internazionale d'arte moderna e contemporanea, sono stati rinviati a giugno e settembre. Andrea Cancellato, presidente di Federculture, ha ammesso a Il Sole 24 Ore "Le filiere della cultura e dello spettacolo subiscono in questi giorni danni provenienti contemporaneamente da diverse direzioni. Dalle chiusure precauzionali, ai timori diffusi di trovarsi in luoghi pubblici, alla sostanziale paralisi del turismo interno oltre che quello internazionale, deriva il rischio di piegare un comparto essenziale non solo per nostra economia, ma per la nostra stessa qualità della vita" conclude Cancellato.
Lo spegnimento degli schermi ha invece portato molte produzioni cinematografiche a sospendere attesi film in uscita, tra i tanti: Volevo nascondermi con Elio Germano, Si vive una volta sola di Carlo Verdone, Cambio tutto! di Guido Chiesa, Tornare di Cristina Comencini. Nell'attesa di una svolta risolutiva, gli italiani confinati dirigono la propria attenzione alle maggiori piattaforme di intrattenimento. Una recente ricerca condotta dal consorzio Top-IX attesta un aumento del traffico per i principali player del settore, su Netflix, per esempio, da quando è scoppiata l'emergenza coronavirus c'è stata un'impennata della crescita media di traffico oscillante tra il 23% e il 39%. In crescita anche gli utenti di Sky e Amazon Prime. Sembrerebbe dunque che l'italiano costretto dalla quarantena si debba "rassegnare" a disertare i cinema e sottoscrivere un abbonamento alle maggiori piattaforme digitali on demand.