Culture

La magia del Festival dell’Appennino inclusivo di natura tra escursioni, incontri e concerti

di Chiara Giacobelli

Affari ha intervistato il Commissario Straordinario alla Ricostruzione Sisma 2016 Guido Castelli e il Presidente del Bim Tronto Luigi Contisciani per meglio scoprire questa fantastica realtà

Ha avuto inizio il 2 giugno scorso e proseguirà fino al 31 agosto il Festival dell’Appennino inclusivo di natura, giunto quest’anno alla sua XV edizione: un’occasione per promuovere e valorizzare l’area del cratere, colpita dal sisma del 2016 e composta da ben quattro regioni.

Da 2 giugno al 31 agosto si stanno susseguendo, con grande interesse da parte di un pubblico vasto proveniente da tutta Italia, 24 eventi di carattere naturalistico e artistico; i concerti, le escursioni, le conferenze e gli spettacoli teatrali prendono vita in 23 comuni compresi nel cratere del sisma del 2016, coprendo un’area che interessa ben quattro regioni nell’Appennino centrale: Marche, Abruzzo, Umbria e Lazio. Tutto questo e molto di più è il Festival dell’Appennino inclusivo di natura, una manifestazione ormai molto apprezzata e seguita, promossa dal Commissario Straordinario alla Ricostruzione Sisma 2016 Guido Castelli e dal Bim Tronto, il cui Presidente Luigi Contisciani crede fortemente nella promozione e nel rilancio dei territori.  

 

Tra gli ospiti di questa quindicesima edizione, la prima che dal Piceno si allarga fino alle province di Fermo e Macerata nelle Marche, per arrivare quindi alle regioni di Abruzzo, Lazio e Umbria, nonché la prima che è anche riuscita a creare una sinergia con gli altri Bim territoriali – il Bim Vomano-Tordino Teramo, il Bim Nera-Velino Cascia e il Bim Nera-Velino Rieti – menzioniamo Massimiliano Ossini, Marina Rei, Raphael Gualazzi, Davide Riondino, Ghemon, Alexandra Filotei, La Compagnia dei Folli, Chiara Galiazzo. Si tratta, infatti, di una manifestazione a vocazione turistica e culturale che unisce, in un fitto programma di appuntamenti, diverse attività: escursioni, spettacoli, performance, concerti, incontri, presentazioni ed enogastronomia, favorendo un tipo di turismo esperienziale e accessibile. Guide alpine specializzate condurranno, tappa dopo tappa, partecipanti e appassionati verso mete spesso poco conosciute, in territori che soffrono di un processo di spopolamento accentuatosi a seguito del sisma del 2016.

Si tratta dunque di un festival inclusivo di natura, perché da sempre aperto a persone di tutte le età e condizioni; le escursioni saranno accessibili anche ai più fragili grazie all’ausilio della Joelette (carrozzina fuoristrada monoruota), messa a disposizione dal Bim Tronto, consentendo così la partecipazione attiva di persone con disabilità o mobilità ridotta. Inoltre gli eventi sono tutti a titolo gratuito, sebbene per gestire l’alta affluenza è necessaria la prenotazione online attraverso la compilazione dell’apposito form sul sito dedicato.

Per saperne di più su questa realtà coinvolgente e di successo che ci accompagnerà fino alla fine di agosto abbiamo intervistato il Commissario Straordinario alla Ricostruzione Sisma 2016 Guido Castelli e il Presidente del Bim Tronto Luigi Contisciani.


 

Intervista al Commissario Straordinario alla Ricostruzione Sisma 2016 Guido Castelli

Commissario, quale opportunità rappresenta questo festival multidisciplinare e culturale per le zone colpite dal sisma?

“La parola chiave di questa iniziativa è valorizzazione. Valorizzazione della cultura, dell’arte e di territori di grande bellezza, che vogliamo contribuire a far conoscere di più anche attraverso gli appuntamenti del festival. Si tratta a tutti gli effetti di un intervento facente parte di quella riparazione economica e sociale che mi è stata affidata, per incentivare la rinascita di questi nostri luoghi colpiti dal sisma e già da lungo tempo afflitti dal fenomeno dello spopolamento. In quest’ottica, il turismo sostenibile è certamente un settore nel quale crediamo molto, perché in grado di intercettare il valore del nostro patrimonio paesaggistico, culturale, religioso. Portare un numero crescente di visitatori può contribuire a riattivare l’economia, incentivando di conseguenza gli abitanti a non lasciare l’Appennino centrale, dove stiamo realizzando un laboratorio nel quale uomo e natura possano coesistere in un rapporto armonico”.


 

Questo è il primo anno in cui il festival coinvolge anche Abruzzo, Lazio e Umbria, oltre alle Marche. Qual è l’importanza di fare rete in un contesto del genere e quanto è stato difficile mettere in piedi un palinsesto così ampio, sia a livello di eventi che di location e realtà coinvolte?

“Il Festival dell’Appennino cresce e diventa sempre più inclusivo. Dal Piceno, quest’anno la manifestazione si è estesa a tutti i territori colpiti dal sisma del 2016, a conferma del fatto che l’Appennino centrale è un’unica, grande comunità, formata dalla storia e dalle tradizioni di tanti borghi. Quest’anno, oltre alle Marche, la manifestazione toccherà anche il Lazio, l’Abruzzo e l’Umbria: si tratta di una sorta di abbraccio ideale tra le comunità delle quattro regioni colpite dal sisma del 2016, nel segno della condivisione e della rinascita.
Questa quindicesima edizione del Festival dell’Appennino, infatti, attraverso iniziative culturali ed escursionistiche che spingono i turisti e gli amanti della montagna a venire nei nostri territori, svolge a tutti gli effetti anche una funzione di riparazione sociale ed economica. Da Rieti ai Monti Sibillini, da Teramo a Norcia, in lizza come Capitale della Cultura Europea nel 2033: c’è un pezzo di Italia centrale che ci candida a nuovo “Centro dell’Italia”. Voglio anche ringraziare ancora una volta per la collaborazione i quattro Bim coinvolti: dal Bim Tronto ai Bim Vomano-Tordino Teramo, Bim Nera-Velino Cascia e Bim Nera-Velino Rieti. L’obiettivo resta però invariato: dare vita a un evento dedicato al benessere sostenibile ed esperienziale”.


 

 
Parliamo dell’ambientazione del Festival dell’Appennino: ci può raccontare brevemente il fondamentale lavoro della Struttura commissariale per la ricostruzione e la rinascita di queste terre?

“L’Appennino, e nello specifico l’Appennino centrale, è la spina dorsale e il cuore dell’Italia. Un cuore geografico, ma anche il cuore della storia, dell’arte, della cultura e della spiritualità del nostro Paese. E in qualche modo dell’Europa intera, visto che il santo patrono d’Europa è San Benedetto da Norcia. La ricostruzione e la rinascita di questo territorio – l’area del cratere del sisma 2016 coinvolge 138 comuni, 8.000 kmq di superficie, quattro regioni – negli ultimi due anni ha cambiato passo.
L’impegno della Struttura commissariale ha prodotto qualche buon risultato, anche grazie alla collaborazione che si è creata con tutti i livelli di governo coinvolti. Dal Governo centrale, che ha rivolto alla nostra azione un’attenzione senza precedenti, alle amministrazioni locali, sino al ruolo delle Regioni: si è creato quel modello di governance multilivello, che ha saputo affrontare e superare i problemi di una normativa spesso complessa, per ridurre i tempi di una sempre troppo lunga ricostruzione. Eppure, si tratta di un cammino che sta marciando spedito, tra innovazione tecnologica e obiettivi di sicurezza. Una ricostruzione che si accompagna con risorse non marginali per ridare fiato all’economia locale. Il programma NextAppennino ha messo a disposizione 1,8 miliardi per riaccendere le attività di questi territori”.

Quali saranno i prossimi passi per continuare questo percorso di rilancio del territorio, da qui alla fine dell’anno?

“I programmi di domani sono la prosecuzione dell’impegno di oggi. E mi fa piacere che ad accorgersi di questo processo ci sia stata anche la stampa internazionale. Il New York Times ha dedicato alla ricostruzione del Centro Italia un bell’articolo, in cui si dà conto delle tante iniziative in atto e dello sforzo per riaccendere la connessione fisica e digitale del nostro territorio con il resto del Paese e del mondo. Vuol dire un impegno rinnovato per la viabilità, per i collegamenti ferroviari, per la digitalizzazione di tutte le nostre attività. Tutto questo è la premessa necessaria per ridare vitalità alla vita che c’è. In un passaggio dell’articolo che ho citato viene sottolineato che “sono stati fatti investimenti sostanziali nella connettività digitale, nelle energie rinnovabili e nei nuovi hub ferroviari. Inoltre, una flat tax al 7% per attirare persone a vivere nei borghi in declino del Sud Italia è stata estesa alle aree colpite dal terremoto”. La rinascita di un territorio avviene anche attraverso questi strumenti. Contrastare lo spopolamento è uno degli obiettivi fondamentali che ci siamo posti”.


 

Intervista al Presidente del Bim Tronto Luigi Contisciani

Presidente, siamo arrivati a circa metà festival. Come sta andando a livello di presenze e coinvolgimento tanto del pubblico, quanto dei partner?

“Questa XV edizione è iniziata il 2 giugno ad Abetito di Montegallo con Raphael Gualazzi e la sua orchestra: già in quella occasione, nonostante la pioggia abbia sorpreso gli escursionisti, più di seicento persone ci hanno raggiunto nel pomeriggio per vivere questa esperienza alle pendici del Monte Vettore. Tappa dopo tappa stiamo coinvolgendo nuovi camminatori, che sono piacevolmente colpiti dalla nostra organizzazione: guide professioniste stanno portano appassionati e curiosi a scoprire luoghi nascosti del nostro Appennino centrale. Inoltre, promuoviamo la cultura enogastronomica dei luoghi in cui arriviamo e concludiamo ogni tappa con uno spettacolo o un concerto. Le persone che partecipano ritornano poi anche negli eventi successivi e i feedback sono molto positivi”.


 

Quali saranno gli appuntamenti da non perdere nella seconda metà del festival, per chi dovesse sceglierne uno o due?

“Ora entreremo nel vivo della programmazione, perciò consigliamo a tutti di non perdere l’appuntamento del 27 luglio a Pescara di Arquata del Tronto, dove l’attrice Alexandra Filotei porterà lo spettacolo 9 ore sotto casa, raccontandoci la sua esperienza sotto le macerie (una toccante storia di rinascita). Vi condurremo a visitare il Lago di Gerosa con la Compagnia dei Folli, poi saremo a Castelluccio di Norcia, Accumoli, Amatrice, solo per citarne alcuni. Ognuna delle date attraversa un tratto unico del nostro Appennino centrale, pertanto invitiamo sia i turisti che le comunità locali a partecipare, perché il Festival dell’Appennino è per l’appunto un festival da vivere”.

24 eventi nelle 4 regioni del sisma: che cosa caratterizza questa manifestazione nello specifico, rispetto alle edizioni precedenti?

“Quest’anno, insieme al Commissario Straordinario alla Ricostruzione Sisma 2016 e alla collaborazione dei Bim Vomano-Todino Teramo, Bim Nera-Velino Cascia e Bim Nera-Velino Rieti, portiamo a riscoprire l’Appennino centrale nei luoghi del cratere sisma 2016-2017. È un’iniziativa di rinascita in cui si punta sulla coesione sociale: ad ogni tappa la comunità itinerante del festival incontra quella locale, celebrando un grande momento di condivisione e di festa. Il nostro entroterra è vivo, ha solo bisogno di essere conosciuto per le sue eccellenze naturali, artistico-culturali ed enogastronomiche”.

Ricordiamo qual è la mission principale, lo spirito e il format di questo festival fortemente promosso dal Bim Tronto?

“Il Festival dell’Appennino è una manifestazione a vocazione turistica e culturale che unisce, in un fitto programma di appuntamenti, diverse attività: escursioni, spettacoli, performance, concerti, incontri, presentazioni ed enogastronomia, favorendo un tipo di turismo esperienziale e accessibile nelle aree interne dell’Appennino centrale. Bim Tronto è divenuto proprietario del marchio Festival dell’Appennino nel 2021, per la sua affidabilità di ente e per il costante impegno nella sostenibilità, con l’intenzione di trasformare questo appuntamento di riscoperta delle aree interne e più tradizionali in un volano turistico per il territorio.
Insieme a Mete Picene, brand di destinazione turistica integrata, ha saputo strutturare un’offerta di turismo esperienziale, sostenibile e accessibile, il cui valore aggiunto risiede nella capacità di fare rete tra enti pubblici e istituzionali, realtà del terzo settore, imprese e comunità, così da presentare un prodotto d’area in grado di raccontare le diverse anime del territorio, attraverso itinerari tematici di scoperta e di turismo slow. L’esperienza dal vivo e la ritualità connessa con la creazione di comunità temporanee legate alla manifestazione sono gli elementi cardine, la forza e l’identità di questo festival. Tappa dopo tappa si riscopre a piedi un pezzo dell’Appennino centrale, andando a conoscere tradizioni, usi e costumi dell’entroterra e vivendo insieme alle comunità locali momenti di aggregazione e di festa”.


Di seguito le prossime date del XV Festival dell’Appennino

27 LUGLIO: ARQUATA DEL TRONTO - PESCARA DEL TRONTO
28 LUGLIO: COLLEDARA - CASTIGLIONE DELLA VALLE
31 LUGLIO: MONTEFORTINO
6 AGOSTO: COMUNANZA - LAGO DI GEROSA
8 AGOSTO: NORCIA - CASTELLUCCIO
10 AGOSTO: ESANATOGLIA
13 AGOSTO: ACCUMOLI
16 AGOSTO: NORCIA - FORCA DI ANCARANO
17 AGOSTO: AMATRICE
18 AGOSTO: ACQUASANTA TERME – FLENO
25 AGOSTO: ROCCAFLUVIONE - OSOLI
31 AGOSTO: FORCE