Culture
La pluripremiata scrittrice Hilary Mantel ci racconta l’Inghilterra dei Tudor
“Lo specchio e la luce” chiude la trilogia edita da Fazi, dedicata ai retroscena della corte Tudor
Il fascino esercitato dall’Inghilterra del XVI secolo, con uno spietato Enrico VIII divenuto celebre per le sue sei mogli e per lo scisma dalla Chiesa cattolica, è oggi più che mai vivo nonostante sia passato molto tempo. Quell’epoca risplende ancora dei fasti e dei banchetti, delle guerre e delle controversie che segnarono in maniera decisiva la storia, specie quando il re, pur di sposare la sua prediletta Anna Bolena, pose fine alla sottomissione inglese nei confronti del Papa, considerata da molti indiscutibile.
Ma chi è l’uomo che si nasconde dietro ai Tudor, il burattinaio che mosse le trame di quasi ogni evento rilevante, senza mai uscire troppo allo scoperto? Il suo nome è Thomas Cromwell: nato umile figlio di un fabbro, grazie al talento diplomatico, alla capacità di apprendere qualunque cosa in breve tempo ed anche a una certa spregiudicatezza che gli permetteva di chiudere gli occhi davanti al male, Cromwell vide un’ascesa incredibile, tanto da conquistare a poco a poco i titoli di Lord custode del Sigillo Privato e Cavaliere dell’Ordine della Giarrettiera.
Nell’imponente trilogia realizzata nel corso di vari anni da Hilary Mantel e pubblicata in Italia da Fazi Editore, Thomas Cromwell è il protagonista di un affresco storico epico e straordinario, dopo essere rimasto sempre dietro le quinte. È questa, dunque, la sua occasione per farsi conoscere dai posteri e parlare ad essi come se fosse ancora qui, grazie ad una scrittura vivida, concreta, ricca di dettagli, in grado quindi di restituirgli tutto il carisma posseduto in vita.
Definita dalla stampa e dalla critica la miglior scrittrice di romanzi storici della letteratura contemporanea e per questo insignita di importanti riconoscimenti, tra cui più volte il Booker Prize, la Mantel ha dedicato molti anni a studiare, comporre, scrivere, revisionare, al fine di dar vita a tre voluminosi tomi il cui perno centrale è l’Inghilterra dei Tudor. Tuttavia, la sua maestria sta anche nell’aver saputo guardare oltre il velo, raccontando la stessa storia che già ben conosciamo da un punto di vista diverso: lo sguardo di Cromwell, l’architetto invisibile.
Tre sono i libri che compongono quella che il The Sunday Telegraph definisce “un’epopea della storia inglese che rappresenta ciò che rappresentò l’Eneide per i romani e Guerra e pace per i russi”: il primo, “Wolf Hall”, porta il nome della dimora inglese di Sir John Seymour, padre di Jane Seymour, la terza regina Tudor, nonché l’unica a dare un erede maschio a Enrico VIII.
È qui che conosciamo un giovane Thomas alle prese con un’adolescenza complicata, un’innata ambizione e un’abilità fuori dal comune nel riuscire ad assecondare i capricci del re. Sarà proprio per non deluderlo nel suo desiderio più grande, sposare la lady Anna Bolena, che Cromwell comincerà a sporcarsi le mani e a perdere l’innocenza, ricevendo però in cambio il favore del più instabile sovrano che l’Europa abbia mai conosciuto.
Così, se il primo libro ci conduce attraverso l’ascesa di un amore proibito, bramato al punto tale da rompere i rapporti con la Spagna e provocare lo scisma con la Chiesa cattolica, il secondo, “Anna Bolena, una questione di famiglia”, ci porta con sé attraverso le emozioni altalenanti di una ragazza che si vide amata, incoronata, acclamata, poi disprezzata e infine condannata a morte, il tutto nel giro di pochissimi anni. Dietro alle quinte ancora una volta c’è Thomas Cromwell, che se in un primo momento favorisce i Bolena per il piacere di Enrico, subito dopo non tentenna nella decisione di spedirli al patibolo, pur di restare nelle grazie del re.
Ecco uscire ora nelle librerie la terza e ultima parte della trilogia, descritta dal The Guardian come “un romanzo di proporzioni epiche; eccitante, dirompente, cupamente comico e meravigliosamente intelligente”. “Lo specchio e la luce” riparte dalla morte di Anna Bolena e segue dunque Cromwell nel periodo finale della sua vita e della sua carriera, quando riesce a conquistare persino l’ambito titolo di Cavaliere dell’Ordine della Giarrettiera. Tuttavia, la pausa di pace e felicità dovuta al matrimonio del re con Jane Seymour e alla nascita del tanto atteso erede dura ben poco, perché la regina muore a seguito del parto ed Enrico appare inconsolabile. Forse proprio per questo si dimostra impaziente di maritarsi di nuovo, di dichiarare guerre, di contrastare la Chiesa, di organizzare parate e banchetti. Insomma, per Thomas Cromwell non c’è un attimo da perdere se vuole soddisfare il sovrano nelle sue mille esigenze, il che coincide con il conservare salva la testa. Ma a quale prezzo?
La grandezza di quest’opera, che finalmente troviamo in libreria completa e potrebbe quindi essere uno splendido regalo di Natale, sta anche nella sensibilità tutta femminile della Mantel, grazie alla quale l’autrice ci racconta i retroscena meno noti di un regno molto discusso e al tempo stesso ci rivela la vera identità dell’uomo che ne tirò le fila sin quasi dall’inizio.
C’è dunque spazio, in questo dettagliato affresco storico, per conoscere la vita e i sentimenti di Cromwell, al di là dei suoi doveri e del ruolo ricoperto, facendoci così sentire dentro i fatti e le vicissitudini che altre pur brave scrittrici hanno già raccontato da lontano, senza mai però esporsi troppo.
Per concludere basta allora forse una frase, ancora una volta riportata dal The guardian, semplice e incisiva: “Insieme, i romanzi della trilogia sono i più grandi romanzi inglesi di questo secolo”.