Economia

A Ischia nessuna politica del territorio, demonizzare il condono è da ipocriti

di Daniele Marchetti

Di "abusivismo indotto” è piena l’Italia: ciò che dovrebbe invece indignare è piuttosto il mancato controllo delle Istituzioni

Frana a Ischia, gridare all’abusivismo in un Comune privo di piano regolatore è come dire che l’acqua è bagnata: il commento

È sempre difficile ragionare a mente fredda dopo una tragedia come quella accaduta a Casamicciola sabato scorso. Eppure questo dovrebbe essere l’atteggiamento di chi ha responsabilità politica. Gridare all’abusivismo in un Comune privo di piano regolatore è come dire che l’acqua è bagnata. Senza lo strumento urbanistico tutto -per definizione- è abusivo! Quindi stracciarsi le vesto non ha senso. Come non ha senso parlare di condono quando non vi sono regole scritte e certe, ovvero, appunto, un piano di sviluppo urbanistico. Tutto appare fantozziano, pirandelliano!

Anche sulle parole corre l’obbligo di una riflessione. Si demonizza e ci si azzuffa sul termine condono per quello che simboleggia, per la fantomatica valenza morale che si attribuisce a quello che è solo uno strumento tecnico. Chi usa il condono, e quindi si autodenuncia ammettendo pubblicamente di aver commesso un errore, è additato come un cittadino immorale, un cittadino fuori dalla legge quando è la legge che o non c’è, come a Casamicciola, o -la dico grossa ma è la realtà- ti impone di violarla.

L’esempio è presto fatto. In Toscana, si classificano alcuni territori a vocazione agricola anche per coltivazioni di alta qualità, DOP e DOPG per capirci, senza consentire al conduttore o al proprietario di erigere un ricovero attrezzi o, per meglio precisare, un annesso agricolo. Ecco, in situazioni tanto “surreali” l’abuso è -sia consentito dire- “invocato dalla legge”, promosso dagli stessi strumenti urbanistici comunali.