Economia

Amazon, nuovi assist dal Covid. Ora Bezos mette nel mirino Macy's e Kohl

di Luca Spoldi

Il gruppo americano (1.380 miliardi di capitalizzazione a Wall Street) potrebbe rilevare sia Kohl’s, già suo partner, sia Macy’s

Se Amazon non deve ringraziare la pandemia da Covid-19, poco ci manca. Nei primi tre mesi dell’anno, peraltro solo in parte interessati dai contraccolpi del coronavirus, grazie alla grande domanda di e-commerce i ricavi sono volati a 75,5 miliardi di dollari (e la guidance per il trimestre che sta per concludersi parla di altri 75-81 miliardi di ricavi attesi), anche se gli utili sono calati a 2,5 miliardi anche a causa dei costi legati alle misure di sicurezza (che nel trimestre in corso dovrebbero arrivare a 4 miliardi di dollari).

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Amazon nei giorni di lockdown è stata costantemente il punto di riferimento della distribuzione al dettaglio in America e non solo. La stessa cosa non può dirsi delle catene tradizionali di grandi magazzini come Macy’s o Kohl’s.

Macy’s, cui fanno capo anche le insegne Bloomingdale’s e Bluemercury, è impegnata in una ristrutturazione che la porterà a chiudere 125 punti vendita nei prossimi tre anni (rinunciando così a 1,4 miliardi di dollari di vendite annue complessive), ha visto i ricavi cadere a 3,017 miliardi di dollari e il risultato operativo chiudere in rosso per 969 milioni (con 723 milioni di perdita netta).

Kohl, che ha avviato una partership con la stessa Amazon che ha portato il gruppo di Jeff Bezos a creare dei negozi all’interno di una decina di grandi magazzini della catena in cui i propri dipendenti vendono prodotti come Echo, Fire TV, Kindle e altri ancora, ha invece chiuso il primo trimestre dell’anno con 2,16 miliardi di dollari di vendite, una perdita operativa di 718 milioni e una perdita netta di 541 milioni. Risultato: mentre Amazon in borsa vale poco meno di 1.400 miliardi di dollari, Macy’s non raggiunge i 2,2 miliardi di dollari e Kohl’s poco meno di 3,5 miliardi.

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Come dire che Bezos potrebbe rilevare i due storici gruppi con una frazione non della capitalizzazione di Amazon, ma dell’incremento che la sua ricchezza personale ha registrato da inizio anno, pari secondo il Bloomberg Billionaire Index a circa 47,5 miliardi di dollari a ieri sera.

Mors tua, vita mea: la pandemia di coronavirus, che tra l’altro sta tornando a registrare da tre settimane un aumento dei contagi negli Stati Uniti (in particolare in alcuni stati a maggioranza repubblicana come Arizona, Florida e Texas), ha consentito ad Amazon di spingere sull’acceleratore quanto meno in termini di volumi, frenando solo in parte gli utili, mentre ha tarpato le ali ai suoi concorrenti “tradizionali” che per recuperare almeno in parte hanno già rafforzato i rispettivi servizi di e-commerce, ma restano a distanza siderale dalla creatura di Bezos.

E siccome proprio Amazon da qualche tempo sembra interessata dalla possibilità di approfittare della crisi della Gdo tradizionale per ampliare il proprio business, come avvenuto con l’acquisizione di Whole Foods da 13,7 miliardi, secondo più di un analista Bezos potrebbe aver trovato proprio nelle conseguenze legate alla pandemia di Covid-19 un alleato inatteso per crescere con acquisizioni a prezzi da saldo, partendo da Kohl’s, che meglio conosce, ma anche valutando l’acquisizione di Macy’s, come sostengono alcuni. Decisamente dalla crisi non usciremo tutti migliori di prima né tutti più uguali a prima.