Economia
Ancora polemiche contro le banche. Questa volta è il Banco Popolare a essere nell'occhio del ciclone

Mentre eravamo distratti dai festeggiamenti per l’ultimo dell’anno, Verona e poi Milano sono state tappezzate da un manifesto al centro di una campagna di affissioni con cui la società immobiliare Porta Vittoria di Milano espone al pubblico la vicenda, intricata, dei suoi rapporti con il Banco Popolare.
La banca è uno squalo e i suoi clienti sono pesciolini che lo squalo si vuole mangiare.
"Prima ci hanno finanziati, poi hanno chiesto il nostro fallimento". Questa è la versione della immobiliare Porta Vittoria.
Nello specifico al centro della campagna informativa, si collocano le difficoltà di rapporto con l'istituto di credito in questione che ha finanziato la società Porta Vittoria Spa per la costruzione di un famoso complesso sito al centro di Milano per poi chiederne, lo scorso 16 settembre, il fallimento.
Mentre in molti iniziavano a chiedersi cosa volessero significare quei manifesti, “i principali” quotidiani nazionali rifiutavano la pubblicità, e nessuna reazione arrivava da parte del Banco Popolare né è nota la posizione della banca sui fatti esposti dalla immobiliare.
A detta della società immobiliare, che si è rivolta non solo all’opinione pubblica ma anche alla magistratura attraverso il prof. Natalino Irti, un luminare del diritto in Italia, il Banco Popolare sapeva perfettamente che:
"il finanziamento concesso dall’Istituto di Credito era in scadenza nei prossimi anni e prorogabile di 15 anni. Il rientro dei capitali investiti sarebbe avvenuto a seguito delle vendite degli appartamenti e delle aree commerciali. Invece, appena terminata la realizzazione del complesso la banca ha chiesto immediatamente il rientro delle somme. Non essendoci chiaramente disponibilità in quanto le vendite non sono ancora cominciate, la banca ha presentato istanza di fallimento il 01 agosto 2015. Il finanziamento concesso – ad eccezione di 80 milioni che sono serviti dietro indicazione dello stesso Banco ad acquisire partecipazioni societarie con assets immobiliari, che successivamente sono state svuotate dallo stesso Banco dell’attivo – ha creato un buco nei bilanci di Porta Vittoria."
Contenuto a cura di Alfa&partners