Economia

Anedda, cassa dei commercialisti: presto tavolo enti previdenziali – Governo

Walter Anedda, presidente della Cassa di previdenza dei dottori commercialisti: resta la nostra disponibilità a investire in infrastrutture che diano un ritorno

Anedda, cassa dei commercialisti: presto tavolo tra enti previdenziali e Governo

Un tavolo tra gli investitori istituionali italiani e il Governo, nella persona del sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon. Lo annuncia Walter Anedda, presidente della Cassa nazionale di previdenza e assistenza dei dottori commercialisti, che forte degli 8,5 miliardi di euro di riserve patrimoniali della Cassa, proprio ad Affari Italiani aveva avvisato: attenzione, gli investitori esteri non guardano solo ai vincoli di bilancio chiesti dall'Europa ma anche ad altri elementi sui quali si deve intervenire,come la stabilità normativa e la certezza che le autorizzazioni concesse non siano revocate; e inoltre prima di investire in Italia guardano a quel che fanno gli investitori italiani, tra i quali figurano in primo piano casse e fondi previdenziali. “A breve avremo un incontro con Durigon come Associazione degli enti previdenziali privati (Adepp) (Anedda fa parte del direttivo nazionale, ndr). C'è dunque una prospettiva di dialogo, su questo punto abbiamo sempre detto che già noi investiamo in economia reale, quindi da parte nostra non sarebbe una novità, tutte le casse sono già impegnate in tal senso. Se poi ci sono obiettivi particolari che il Governo intende perseguire siamo disponibili, a condizione di verificare dove si intende investire: dobbiamo avere un ritorno del capitale investito, non possiamo come enti previdenziali mandare al macero la pensione, e una redditività in linea con le attese”.

 

 

Anedda, cassa dei commercialisti: presto tavolo tra enti previdenziali e Governo. Investimenti in infrastrutture e sostegno alle professioni

A proposito di investimenti delle Casse che richiedono un ritorno, Anedda conferma la disponibilità della Cassa nazionale di previdenza e assistenza dei dottori commercialisti a investire in infrastrutture, anticipata in occasione dell'ultimo Previdenza in Tour. Ma non a tutti i costi: “Certo non si può pensare di investire in una bretella stradale e poi pagare le pensioni con un pezzo di guard rail... Battute a parte ci sono infrastrutture che possono garantire ritorni, e le casse hanno liquidità per poter intervenire. Ci riferiamo a infrastrutture di varia natura: viabilità, ma anche energia e autostrade digitali, nei fondi infrastrutturali c'è un po' di tutto”. Una storica battaglia di Cnpadc è quella a favore del sostegno delle professioni, viste come una parte importante dell'economia italiana. Da questo punto di vista il presidente Anedda non è particolarmente soddisfatto: “Non vedo grossi interventi in favore delle professioni, anzi alcuni interventi le danneggiano. Il meccanismo del saldo e stralcio incide forse non sulla sostenibilità degli enti ma provoca danni patrimoniali, perché prevede la possibilità di condonare cartelle esattoriali con le riscossioni dei contributi versando una minima percentuale senza sanzioni né interessi, il che è un danno per l'ente. Inoltre l'iscritto che ritiene di avere un beneficio non versando i contributi dimentica che perde un anno previdenziale. Si dice: stiamo dando la possibilità di non pagare le cartelle a chi è in difficoltà, ma il rischio è che alcuni soggetti se ne avvantaggino sottopesando il danno pensionistico”.

Anedda, cassa dei commercialisti: presto tavolo tra enti previdenziali e Governo. Il rischio legato a una nazionalizzazione della Banca d'Italia

Anedda mette poi in guardia da un pericolo che incombe sulle Casse: la nazionalizzazione della Banca d'Italia, le cui conseguenze sarebbero molto pesanti: “Ha creato non poca agitazione negli enti di previdenza il disegno di legge di Fratelli d'Italia poi ripreso dal M5S per la nazionalizzazione della Banca d'Italia, che porterebbe a un rimborso agli azionisti della Banca al valore nominale ante privatizzazione delle quote detenute. Noi abbiamo investito 225 milioni di euro che se fossero rimborsati al valore nominale pre-privatizzazione porterebbero a una perdita secca di almeno un pari ammontare. Vale per noi e per tutti i soggetti coinvolti, come Enpals, Cassa Forense, Inarcassa, per un ammontare complessivo che supera il miliardo di euro, oltre il 15% del capitale sociale : si può ben capire il danno economico che ne seguirebbe se fosse portato avanti” conclude il presidente della Cassa nazionale di previdenza e assistenza dei dottori commercialisti.