Economia

Aspi, Buffagni (5s):“Con tlc e tecnologia, dallo Stato efficienza e sicurezza”

"Uno Stato più presente nelle infrastrutture strategiche, perchè nò? Dalle autostrade alle telecomunicazioni"

“Mi auguro che lo Stato sia presente nelle infrastrutture strategiche in modo stabile”. E fra questi asset fondamentali c'è Autostrade. Parola di Stefano Buffagni, viceministro allo Sviluppo Economico dei 5 Stelle che in una vivace intervista ai microfoni di Radio 24 non cela l’intenzione di indirizzare Cassa depositi e prestiti, la cassaforte dello Stato, verso un investimento stabile in Aspi.

“Uno Stato che garantisce efficienza e produttività perché no? Telecomunicazioni, strutture tecnologiche: devono esserci dei presidi. Autostrade spero rimangano un investimento stabile. Nella nostra visione c’è lo Stato presente a tutelare le imprese strategiche ma non deve essere una nazionalizzazione su ogni cosa”, precisa Buffagni. La premessa resta, all’indomani di ciò che molti chiamano una vittoria del governo Conte, nella trattativa con Atlantia, che “non si può parlare di vittoria quando ci sono di mezzo 43 morti”. Buffagni ha sfogliato molte volte le pagine del dossier Aspi-Benetton, un capitolo non ancora chiuso ma che si va definendo con dei punti fermi come l’entrata nel capitale, appunto, di Cassa depositi e prestiti.

Quanto all’impennata del titolo di Atlantia, "non si può parlare di guadagno visto l’andamento degli ultimi 6 mesi – puntualizza il pentastellato rispondendo alle obiezioni di chi ha accusato di aver fatto guadagnare i Benetton - quando c’è la fine di una indeterminatezza e l’arrivo di una soluzione, termina l’incertezza.  Significa che il rating non sarà quello attuale”. Per Buffagni, in poche parole “la salita del titolo è stata strumentalizza”, perché con li rischio di revoca ”il titolo è crollato”, chiosando che “ci vuole un po’ più di spessore nei giudizi”

Ma comunque alla fine ai Benetton potrebbero guadagnarci da questa operazione? È la domanda che campeggia non solo nei dibattiti dell’opinione pubblica ma anche sui quotidiani. “I Benetton hanno dichiarato che non hanno avuto scelta, non mi pare stiano cantando vittoria”, risponde secco il viceministro e incalza: ”Dove sono i miliardi che guadagno?”. I Benetton “non prenderanno soldi pubblici e non guadagneranno, mi assumo tutta la responsabilità di ciò che dico. C’è ancora una trattativa in corso – sottolinea - con dettagli che fanno la differenza”. L’aumento di capitale di Cdp, secondo Buffagni, si realizzerà attraverso i crediti che vanta nei confronti di Aspi sostenendo gli investimenti.

Quanto alla revoca cercata dal Movimento 5 Stelle, fin dal quel terribile 14 agosto 2018, giorno del crollo del ponte Morandi di Genova e che ha dato il via a questa lunga querelle, il pentastellato glissa. “Per noi revoca significava che chi avesse avuto delle responsabilità gravi, dovesse essere mandato via perché non ha garantito la sicurezza”. E i soci internazionali? I tedeschi di Alliance, i cinesi? Saranno in fuga?, è l’altra domanda che ricorre in queste ore, “Sono convinto che resteranno in un’azienda che ha un valore e che sarà messa apposto, potranno tra l’altro aumentare la loro quota visto che sparirà il rischio incertezza”.