Economia
Aspi, Conte: "Estremi per la revoca". Il nodo delle tariffe e degli assetti

La deadline del 30 giugno per il verdetto del Governo sulle concessioni
"E' l'ora di chiusura dei mercati, dobbiamo essere attenti con le dichiarazioni, per quanto mi riguarda nulla è cambiato: c'è una procedura di revoca, di caducazione, sono conclamati e molteplici, documentalmente provati gli inadempimenti del concessionario". Rispondendo a un a domanda sul dossier Autostrade, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in conferenza stampa a palazzo Chigi, sottolinea che "ci sono i presupposti per la revoca, è di dominio pubblico che siano state avanzate proposte di transazione ma perché possano essere accettate vuol dire che prospettano un vantaggio per il concedente, un vantaggio maggiore a quella che sarebbe la scelta obbligata per la procedura di caducazione".
"Se la procedura non si è conclusa - ha concluso il premier - alla luce proposte transattive evidentemente è perché non sono state considerate congrue". Sul tema, comunque, ha aggiunto in conclusione, "stiamo affinando le valutazioni con i ministri competenti". Secondo le indiscrezioni, nelle ultime settimane il negoziato non si è mai interrotto e il 30 giugno viene considerata una data limite anche perché scade il termine entro il quale Autostrade può legalmente contestare la variazione unilaterale dei termini dell'accordo concessorio contenuta nell'ormai famoso articolo 35 del Milleproroghe, che la società chiede venga profondamente rivisto. Proprio per evitare un duro e costoso scontro in tribunale, e l'incertezza che per anni deriverebbe alla gestione dei tratti autostradali, ora si sta provando a individuare un punto d'intesa.

Mentre l'incertezza si protrae da tempo e non aiuta Atlantia a muoversi come vorrebbe e dovrebbe in ambito finanziario, i punti del contendere oltre alle concessioni, sono quelli delle tariffe che Aspi si è offerta di abbassare (ma per il governo non a sufficienza) e dell'assetto azionario di Autostrade. Sull'ingresso di nuovi soci nella società concessionaria ci sono state aperture, anche se i Benetton non intendono passare in minoranza.
Soprattutto non a condizioni che non siano di mercato. Interessati ad entrare ci sono i fondi internazionali, specialmente quelli specializzati nel business infrastrutturale come gli australiani di Macquarie ma che vogliono però anche Cdp in campo (i due attori si erano conosciuti ai tempi della costituzione di CdpReti). Il fondo non punterebbe alla maggioranza e chiederebbe ai Benetton di restare con Atlantia, anche a garanzia dei nuovi investitori. Non è escluso, secondo alcuni rumors, che nella partita del riassetto del capitale di Aspi entri a far parte per Cdp anche F2i.