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Economia
Assunzioni in crescita del 19%. Energia, it, trasporti hanno una marcia in più
Foto colloquio

È stato anche rilevato un cambiamento nel modo in cui le aziende cercano nuove persone, alla luce della problematica della mancanza di talenti e delle sempre maggiori opportunità fornite dalla formazione interna. Alla domanda “quali tipi di candidati siete stati più disposti ad assumere negli ultimi 12 mesi per superare il fenomeno del talent shortage”, il 21% dei datori di lavoro infatti ha dichiarato che è stato più disposto ad assumere, rispetto al passato, anche candidati che non avessero tutte le competenze richieste dal ruolo, confidando di poterli formare una volta inseriti.

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Per lo stesso principio il 26% afferma di aver dato più fiducia di prima a candidati con carriere non lineari o che hanno cambiato molti settori lavorativi. Il 23% ha guardato di più a chi aveva lasciato il lavoro per necessità di assistere un parente fragile e il 22% a chi era disoccupato di lungo periodo. Il 20% inoltre ha rivalutato la posizione di chi, in età più “senior” vuole cambiare percorso professionale. Sebbene la domanda richiedesse di indicare un’unica risposta, ciò non esclude che le aziende applichino soluzioni diverse e più ampie rispetto a quelle elencate per reclutare le persone di cui necessitano.

Le crescenti possibilità di formazione aziendale hanno portato a rivalutare anche il ruolo dei “senior” già presenti negli organici. Per il 22% dei datori di lavoro il focus per le persone tra i 59 e i 77 anni (i babyboomer) è di dargli ulteriore formazione e aggiornamento professionale, a cui si aggiunge il 21% che si concentra su come convincerli a rimanere ancora in azienda. L’upskilling e reskilling è l’obiettivo più importante nel 33% delle organizzazioni anche per la fascia 43-58 anni, la cosiddetta Generazione X; nel 30% invece è primaria la “retention”, vale a dire come trattenere le persone in quella fascia d’età. Anche per i millennial (27-42 anni) il focus principale è la “retention” (31% delle imprese) seguita dalla formazione (24%). Ovviamente quando si guarda agli zoomer (18-26 anni) le cose cambiano: per il 39% delle aziende la priorità è il reclutamento di nuove risorse in questa fascia d’età.

 

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