Economia
Ast, procedura di vendita al via. Mandato di Thyssen a JPM. Chi è interessato
Confermato lo scoop di Affaritaliani.it
E' partita la fase uno della procedura di vendita di Acciai speciali Terni parte del gruppo siderurgico tedesco ThyssenKrupp. L’amministratore dell’Ast Massimiliano Burelli ha confermato ai sindacati dei lavoratori metalmeccanici Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Ugl e Usb quanto anticipato ieri da Affaritaliani.it e cioè che è stata aperta dalla società che controlla l’Ast una fase di scambio parziale di documenti (30-60 giorni) fra chi è potenzialmente interessato all'acquisto, fase di accesso ad una parte limitata di informazioni al termine della quale verranno inviate offerte non vincolanti. Quindi, ci sarà l'esame delle offerte e l'invito a inviare offerte vincolanti.
La procedura di vendita, che potrebbe valere da 700 milioni a un miliardo e su cui potrebbe irrompere il golden power del Governo dato il carattere strategico del settore siderurgico italiano, è gestita dalla banca d’affari americana JP Morgan e prevede closing e perfezionamento entro la fine dell’anno. Il gruppo mantovano dell’acciaio Marcegaglia, che ha messo gli occhi sul dossier da lungo tempo, incontrando già anche gli enti locali visto che l’azienda occupa circa 2.400 lavoratori sul territorio ternano, ha confermato nuovamente il proprio interesse non più tardi di tre giorni fa, per bocca del presidente Antonio Marcegaglia.
Altri soggetti che hanno mostrato interesse negli ultimi mesi sono: Acerinox (Spagna); Aperam Steel (Lussemburgo, ma è in tutto il mondo), Posco Steel (Corea del Sud), Baosteel (Cina), United States Steel (Usa) e Outokumpu (Finlandia).
Le organizzazioni sindacali, che nel corso degli anni hanno dovuto gestire il continuo ricorso alla Cig da parte della controllata tedesca, hanno preso atto delle dichiarazioni del Ceo e hanno ribadito le "rivendicazioni che da sempre portano avanti, per garantire i livelli occupazionali e salariali dei lavoratori diretti e dell’indotto". "Oggi più che mai serve che le istituzioni locali - hanno chiesto Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Ugl e Usb - il Governo regionale e nazionale e la politica tutta, svolga il proprio ruolo al fine di salvaguardare le produzioni strategiche per Terni e per il Paese".
@andreadeugeni