Economia

Auto: il futuro passa dall'Asia. Toyota leader, ma cresce VW

I gruppi automobilistici di Pechino puntano anche sul business dei veicoli elettrici. La battaglia infuria sul comparto dei produttori di batterie

L’Asia è sin dal 2008 il principale mercato automobilistico mondiale per quanto riguarda la produzione: secondo gli ultimi dati Oica (l’organizzazione mondiale dei produttori di autoveicoli), relativi al secondo trimestre 2016, la Cina, con 12,9 milioni di autoveicoli prodotti (11,1 milioni di auto e 1,8 milioni di veicoli commerciali) è di gran lunga il principale paese produttore, seguito a distanza da Stati Uniti (6,2 milioni, di cui 2 milioni di auto e 4,2 milioni di veicoli commerciali) e Giappone (4,5 milioni, di cui 3,8 milioni di euro e meno di 700 mila veicoli commerciali). Le cose cambiano di poco se si guarda ai singoli marchi, con Toyota ancora leader nella top ten delle vendite a fine 2016 (8,47 milioni di veicoli) davanti a Volkswagen (6,53 milioni), Ford (6,23 milioni), Nissan (4,95 milioni), Hyundai (4,86 milioni), Honda (4,77 milioni), Chevrolet (4,17 milioni), Kia (3,31 milioni), Renault (2,41 milioni) e Mercedes (2,33 milioni).

suzuki toyota
 

Basterebbe questo solo dato a capire come chiunque voglia recitare un ruolo da protagonista nel futuro del mercato mondiale dell’automotive debba fare i conti con i principali gruppi con gli occhi a mandorla. Toyota in particolare sembra intenzionata a difendere la propria leadership, nonostante gli aggressivi tweet di Donald Trump contro chi non intende produrre direttamente negli Usa (il produttore giapponese ha di recente confermato di voler realizzare un nuovo impianto produttivo a Baja, in Messico), avendo annunciato l’avvio di trattative formali con Suzuki su una “vasta alleanza strategica” che pare piacere molto ad analisti, anche se il mercato azionario finora ha reagito piuttosto tiepidamente, col titolo che da inizio anno cede il 6,5%, anche se resta del 9,1% più alto delle quotazioni di 12 mesi fa.

L’alleanza con Suzuki, che non è ancora chiaro se sfocerà in una vera e propria integrazione, mira a promuovere la sostenibilità dell’auto nella società del futuro, uno dei terreni di scontro su cui Toyota tramite il marchio di lusso Lexus ha appena fatto mostrato a Ginevra la sua ultima scommessa, LS 500h, versione ibrida (elettrica e a gasolio) della sua berlina di punta che nella versione base dovrebbe fare concorrenza al Model S di Tesla (in vendita a 70 mila dollari).

Per quanto riguarda la Cina, poi, Volkswagen è leader di mercato, ma deve guardarsi le spalle dal gruppo locale Wuling Motors, nonché dalla coreana Hyundai. Anche nel campo dell’auto elettrica-ibrida Pechino intende giocare le sue carte: già la startup NextEV, finanziata dal colosso Tencent, ha presentato lo scorso anno la Nio EP9, che ha subito vinto il campionato mondiale per monoposto elettriche Formula E. Ora la vera sfida è riuscire a far decollare il mercato senza basarsi solo sugli incentivi pubblici. Da questo punto di vista il 2017 non è iniziato nel migliore dei modi, con solo 6.260 veicoli elettrici venduti, ben al di sotto delle 15.275 vetture vendute nel gennaio 2016, tanto che le vendite di auto elettriche sono calate ad appena lo 0,25% del mercato (contro l’1,45% di dodici mesi prima), ma l’elevata stagionalità dei dati e le forti variazioni su base mensile rendono difficile capire se il 2017 sarà un anno di consolidamento o se la crescita del settore proseguirà con l’arrivo di nuovi modelli.

(Segue...)