Economia
Autostrade, Anas: il crollo del ponte "rivaluta" Atlantia, i dubbi del Governo
Si valuta un metodo per depotenziare la norma anti Aspi-Atlantia
Autostrade, Anas: il crollo del ponte "rivaluta" Atlantia, i dubbi del Governo
Nel pieno dell'emergenza Coronavirus è arrivata un'altra grana per il Governo. Il crollo del ponte di Albiano ha riaperto la questione della gestione di autostrade. L'affidamento della rete ad Anas dopo la tragedia del Morandi, apre ora una questione interna. Nessuno ovviamente a Palazzo Chigi, - si legge sul Messaggero -così come al dicastero dei Trasporti, ammetterà mai che è stato un passo falso pensare di affidare all'Anas, o quanto meno prevedere di farlo, come indica l'articolo 35 del decreto Milleproroghe, la rete autostradale di Autostrade per l'Italia. E farlo revocando la concessione proprio per le mancanze sul fronte della manutenzione e dei controlli, come prevede appunto l'articolo 35. Tutto questo senza una gara e, sopratutto, con un indennizzo fortemente ridotto rispetto al valore della società.
Già all'epoca alcuni settori della maggioranza, Italia dei Valori in testa e una fetta cospicua del Pd storsero il naso, qualcuno tra i costituzionalisti parlò addirittura di «esproprio», poi per quieto vivere la norma passò. I mal di pancia però sono rimasti, perché in molti nella stessa maggioranza come all'opposizione ritenevano e ritengono un azzardo pensare che l'Anas, considerato per anni un carrozzone di Stato, potesse trasformarsi in un ente super efficiente e moderno. Il tema ora ha ripreso forza. Anche se - spiega il Messaggero - ben prima del crollo, nel Pd così come al Tesoro, si stava immaginando come depotenziare la norma anti-Aspi-Atlantia, correggendo il decreto o quanto meno dando una interpretazione meno dirigista. Un ragionamento per certi versi finalizzato poi a trovare un'intesa con il gruppo di Ponzano Veneto che, come noto, considera l'articolo 35 una sorta di pistola puntata alla tempia e la causa del blocco degli investimementi. Visto che il risarcimento per assorbire la rete di oltre 3 mila chilometri vale poco più di 7 miliardi, contro gli oltre 20 previsti dalla concessione.