Economia
Banca Generali, i contatti con Donnet. Poi Nagel abbandona l'acquisto

Mediobanca valuta l'acquisto per crescere nel wealth management. Operazione da finanziare anche con la vendita di parte della partecipazione di Generali, ma...
Alberto Nagel apre il dossier Banca Generali e lo richiude anche per la pessima performance dall'inizio dell’anno del titolo del Leone, di cui Mediobanca ha in pancia il 13%. Un’acquisizione che sarebbe stata in linea con quanto annunciato dal banchiere a novembre dello scorso anno con il nuovo piano industriale che punta a una forte crescita anche per linee esterne del wealth management in Italia e che avrebbe dovuto essere finanziata in parte con la valorizzazione, anche questo previsto nelle ultime strategie, di parte della “riserva” di capitale costituita dal mega-pacchetto azionario del gruppo di Philippe Donnet.
Secondo quanto ha riportato Bloomberg, infatti, il -36,1% da inizio anno del titolo Generali avrebbe reso l'operazione non più vantaggiosa. Dai 18,51 euro che valeva un’azione Generali il 2 gennaio, il prezzo ha toccato un massimo il 18 febbraio a 18,885 euro per poi imboccare infatti una china discendente che vede ora il titolo quotare 12,06 euro. Un andamento che ha spinto nell’ultimo mese Nagel, che aveva proposto il deal a Donnet, a non procedere con un dossier interessante, le cui valutazioni Piazzetta Cuccia, vista la trasformazione del business che il Ceo ha messo in atto già con il precedente piano industriale 2016-2019, aggiorna comunque costantemente e per cui ha in cassa oltre due miliardi di euro da investire.
“C’è stato un pour parler, ma la volatilità del mercato derivante dalla ripresa del Covid ha sconsigliato di procedere e inoltre Banca Generali non è in vendita”, ha fatto sapere ad Affaritaliani.it Mediobanca contattata sul deal. In termini di modello, di masse gestite e anche di prezzo (perché capitalizza poco più di tre miliardi di euro) Banca Generali è quel gruppo attivo nel private banking e nel wealth management che avrebbe consentito alla merchant bank guidata da Nagel di fare il grande salto creando un gruppo leader nazionale in quel segmento che già oggi costituisce la prima fonte di ricavi commissionali del gruppo. Una voce più stabile rispetto a quella dei ricavi provenienti da business tradizionali più volatili come l’investment banking, divisione in cui Nagel ha portato a termine diverse operazioni nell’ultimo triennio.

Sul fronte della clientela affluent e premier, ad esempio, la controllata CheBanca! ha integrato la rete Barclays acquisita nell’agosto 2016, mentre nel private da fine 2017 è diventata efficace la fusione di Banca Esperia in Mediobanca ed è stato lanciato il brand Mediobanca Private Banking, che ha segnato la nascita della prima private&investment bank in Italia. Un contributo importante è arrivato anche dall’estero, con l’acquisto del 69% della società svizzera di asset management Ram Active Investment.
Sfumata l’operazione Kairos lo scorso anno e essendo Fineco un boccone troppo grande, Banca Generali è quella che viene anche continuamente citata nei report degli analisti.
“Un'acquisizione di Banca Generali sarebbe risultata coerente con la strategia più volte annunciata dal ceo di Mediobanca che prevede il rafforzamento in business a minor assorbimento di capitale rispetto al corporate-commercial lending, con un revenue model basato prevalentemente su ricavi fee-based ricorrenti”, hanno scritto infatti anche oggi gli esperti di Equita.
Inoltre, l'operazione avrebbe avuto senso, in primis, "dal punto di vista industriale in quanto avrebbe permesso a Mediobanca di realizzare evidenti sinergie con la propria divisione wealth management, aumentandone di due volte il contributo alla bottom line (da 12% a 33%)". Per Equita "nel complesso l'operazione avrebbe portato a un re-rating dei multipli di Mediobanca attraverso un aumento del rendimento sul capitale", tuttavia "la rinuncia all'acquisizione di Banca Generali conferma la disciplina del management di Mediobanca che, anche in passato, ha abbandonato opzioni di crescita esterna che si sarebbero rivelate non coerenti con gli standard di creazione di valore del gruppo".
A Piazza Affari, gli investitori hanno reagito immediatamente: in una seduta complessivamente positiva per il listino milanese, il titolo Banca Generali è finito subito in rosso, perdendo il 2,58% a 26,42 euro.
@andreadeugeni