Economia
Bonus anziani, come ottenere 850 euro: chi ne ha diritto e come chiederlo
Le domande potranno essere presentate dal 2 gennaio 2025 sul sito dell’Inps, nella sezione dedicata “Decreto Anziani – Prestazione Universale”
Bonus anziani, come ottenere 850 euro: chi ne ha diritto e come chiederlo
Entra in vigore, in via sperimentale, il nuovo bonus destinato agli anziani ultraottantenni non autosufficienti, valido dal 1° gennaio 2025 al 31 dicembre 2026. La misura consiste in un’integrazione di 850 euro aggiuntivi all’assegno di accompagnamento per persone di età pari o superiore a 80 anni, con un bisogno assistenziale gravissimo (certificato dall’Inps) e redditi molto bassi.
Le domande potranno essere presentate dal 2 gennaio 2025 sul sito dell’Inps, nella sezione dedicata “Decreto Anziani – Prestazione Universale”, utilizzando l’identità digitale, oppure rivolgendosi ai patronati.
A chi spetta il bonus da 850 euro
Come chiarisce l’Inps, la prestazione è riconosciuta se si è in possesso dei seguenti requisiti:
- età pari o superiore a 80 anni;
- un bisogno assistenziale gravissimo, valutato dalla Commissione medico-legale dell’Inps anche sulla base delle indicazioni della Commissione tecnico-scientifica nominata il 16 ottobre 2024 con DM n. 155/2024, approvate con decreto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali del 19 dicembre 2024;
- un valore ISEE per le prestazioni sociosanitarie agevolate, in corso di validità, non superiore a 6.000 euro;
- la titolarità dell’indennità di accompagnamento (art. 1, comma 1, legge 11 febbraio 1980, n. 18), che, se sospesa, non consentirà il riconoscimento della prestazione.
A cosa sono destinati gli 850 euro
La prestazione universale verrà corrisposta mensilmente e si compone di: una quota fissa in denaro, corrispondente all’indennità di accompagnamento, e di una quota integrativa — detta “assegno di assistenza” — pari a 850 euro mensili.
Quest’ultima somma è finalizzata a coprire le spese per il lavoro di cura e assistenza, svolto da lavoratori domestici regolarmente assunti con mansioni di assistenza alla persona, o per l’acquisto di servizi di cura e assistenza forniti da imprese qualificate nel settore dell’assistenza sociale non residenziale, secondo le previsioni di programmazione integrate a livello regionale e locale.
Una platea ridotta
Secondo un’elaborazione dell’Area Stato sociale e Diritti della Cgil nazionale su dati Inps e Istat, la misura potrebbe riguardare al massimo 24.500 persone, a fronte di un totale di 3,8 milioni di anziani non autosufficienti (di cui un milione percepisce l’assegno di accompagnamento). In pratica, lo 0,6% degli anziani non autosufficienti e il 2,3% degli over 80 che beneficiano dell’assegno di accompagnamento.