Economia
Borsa, i mercati non temono il Covid: in un mese l'Italia cresce del 4,7%
Nonostante i venti contrari, l'Italia regge bene l'impatto finanziario della pandemia: crescono liquidità, quotazioni e investimenti
Nell'ultimo mese, durante la stagione dei risultati trimestrali, il mercato italiano ha registrato una performance sorprendentemente positiva, nonostante ben noti venti contrari come la scarsità di componenti, l’inflazione delle materie prime e dei costi di spedizione e il preoccupante aumento dei casi di Covid negli USA e in Europa.
Avevamo previsto che i mercati avrebbero letto (controintuitivamente) l'aumento dell'inflazione a breve termine principalmente come un rischio per la domanda e quindi come un fattore credibile per il mantenimento di politiche dovish nel lungo termine da parte delle banche centrali. In questo contesto, i titoli growth sono quelli che hanno beneficiato maggiormente.
La stagione dei risultati ha visto una significativa volatilità pre- e post- l’annuncio dei numeri, anche in presenza di limitate sorprese sugli utili (in generale leggermente positive). Questo potrebbe essere letto come segno di un certo grado di nervosismo sul dibattito inflazione/deflazione.
In questo contesto di incertezza, rimaniamo fiduciosi che la ripresa della domanda si dimostrerà resiliente e che la campagna vaccinale terrà sotto controllo la situazione Covid, e crediamo che i vari piani di ripresa e i programmi di investimenti infrastrutturali in corso sosterranno l’outlook 2022.
In alcuni casi, suggeriamo di giocare i temi di investimento con titoli di seconda linea per evitare valutazioni troppo costose. Per quanto riguarda la liquidità delle mid/small cap, la situazione continua a migliorare gradualmente e non cambiamo le nostre stime sull'afflusso di PIR.
Abbiamo anche notato una rilevante accelerazione delle quotazioni in Italia dopo un periodo caratterizzato da significativi de-listing: questa tendenza sta intercettando la crescente domanda di mid-small cap italiane nell'attuale bias positivo verso le società italiane.
(Seguono le stime relative ai PIR tradizionali...)