Economia
"Bosch, Vitesco, Stellantis Pratola, Marelli:aziende a rischio col Green Deal"
"Governare la transizione". Parla De Palma (responsabile automotive Fiom). Dopo Gkn e Gianetti, la Timken è l'ennesima azienda auto ad annunciare la chiusura
Parlando del varo del Green Deal Ue in relazione a vetture come Ferrari e Lamborghini, il ministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani ha lanciato l’allarme sulla “Motor Valley” che rischia di chiudere se anche le supercar dovranno adeguarsi all’elettrico al 100% in pochi anni rispetto al ciclo di produzione delle industrie. E’ d’accordo?
“No. Vorrei ricordare al ministro Cingolani che allo stato attuale le maggiori vendite sul mercato sono di autovetture con tecnologia ibrida, motore endotermico ed elettrico. Nella Motor Valley, poi, Ferrari i modelli elettrici li ha già messi in cantiere. La stragrande maggioranza dei marchi Premium sta già lavorando sull’elettrico. Sempre in quest’area, i cinesi di Faw hanno investito in maniera consistente con gli americani per costruire auto di lusso elettriche. Inoltre, in questo momento, il problema dell’automotive è quello dell’approvvigionamento strutturale e di aumento dei prezzi delle materie prime e della carenza di chip. Dovremmo assistere a un processo che riporta in patria la componentistica, non che la delocalizza. Il problema di Stellantis nel nostro Paese è che non abbiamo impianti in grado di produrre vetture ibride ed elettriche in grado di soddisfare il marcato. Sono quattro anni che denunciamo che la transizione dell’endotermico e in particolare del diesel è il primo grande problema dell’Italia da affrontare. Nella Motor Valley fra Bologna e Modena non c’è uno stabilimento che produce motori diesel veri che si fanno alla VM di Cento e allo stabilimento Stellantis di Pratola Serra. Faccio fatica a seguire le preoccupazioni di Cingolani”.
Forse il ministro intendeva solo sottolineare che la tempistiche dell’adeguamento al 2030 al full electric è troppo vicina…
“Mentre gli esecutivi degli altri Paesi europei hanno dei piani per l’auto, noi non li abbiamo. Invece di far dichiarazioni e dibattiti sui giornali, il Governo italiano porti il proprio piano a Bruxelles. Se non produrremo queste automobili in grado di rispettare i limiti imposti dal Green Deal Ue, saremo costretti ad importarle. Tutti gli altri Paesi stanno riportando le produzioni all’interno dei propri confini, noi siamo stati invece gli ultimi, tra Francia e Germania, a costruire una gigafactory. Già quattro anni fa, la Fiom ha sottolineato la necessità di essere nel progetto europeo per la fabbricazione di batterie per l’elettrico. Come Ford, la transizione all’elettrico sia può fare anche con l’ibrido col diesel”.
Quindi, ora chiedete al governo di accelerare con la nuova convocazione al Mise del tavolo sull’automotive…
“Certo e anche sulle singole aziende del settore. Posso fare la mappa delle prossime imprese del comparto che entreranno in crisi: Bosh Bari e Vitesco Pisa. La prima produce le pompe per il diesel, la seconda gli iniettori. Poi, Stellantis Pratola Serra e tutte le aziende della Marelli che producono i sistemi di scarico e le lavorazioni per motori endotermici. Abbiamo un termine di governo per la transizione al Green Deal Ue. Un processo che dobbiamo governare, altrimenti assisteremo all’esplosione di una serie di vertenze. Sull’automotive proponiamo all’esecutivo un accordo quinquennale utilizzando gli strumenti d’investimento necessari per riorganizzare gli impianti e per formare i lavoratori necessari per le quattroruote del domani”.
@andreadeugeni