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Bpm, si rinegozia accordo consultivo. Sfuma fusione con Unicredit, ma Mps...

di Redazione Economia

Dopo l'uscita di Fondazione Crt dal capitale della banca di Piazza Meda, i soci firmano il nuovo accordo parasociale

Bpm, si rinegozia accordo consultivo dopo l'uscita di Fondazione Crt

Dopo la vendita dell'1,8% di Banco Bpm da parte della fondazione Crt, potrebbe iniziare un periodo di riflessione tra gli azionisti di Piazza Meda, specialmente all'interno dell'accordo consultivo di cui faceva parte l'ente torinese, in contrapposizione a Credit Agricole che detiene il 9,8%.

Oggi scadono i cinque giorni per riformulare l'accordo parasociale, riducendolo dall'8,6% al 6,5%. Il 14 febbraio scorso, il segretario generale della fondazione Crt, Andrea Varese, ha comunicato agli altri partecipanti all'accordo la vendita del pacchetto azionario per circa 140 milioni di euro, annunciando l'uscita dall'accordo. Questo è riportato dal Messaggero. Nei cinque giorni lavorativi successivi, l'accordo doveva essere rinegoziato per evitare lo scioglimento.

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Così oggi verrà nuovamente firmato da sette soggetti, possessori complessivamente di 98.625.433 azioni ordinarie, pari al 6,5% del capitale di Bpm: Fondazione Cassa di Alessandria (0,50%), Fondazione Enpam (1,99%), Fondazione Cassa di Carpi (0,101%), Fondazione Cassa di Reggio Emilia Pietro Manodori (0,0293%), Inarcassa - Cassa Nazionale di Previdenza ed Assistenza per gli Ingegneri ed Architetti Liberi Professionisti (0,97%), Cassa Nazionale di Previdenza e Assistenza Forense (0,66%).

Il nuovo accordo sarà identico al precedente e includerà un rappresentante nella governance di Piazza Meda, Alberto Oliveti, presidente dell'ente dei medici e odontoiatri. Fuori dall'accordo c'è Enarsarco con il 3,01%, che finora ha seguito una linea diversa dagli altri investitori, anche quelli della stessa famiglia. In seguito alla riduzione dell'accordo, alcuni soggetti hanno espresso il desiderio di riunirsi al più presto, anche virtualmente, per discutere del futuro dell'accordo e delle varie opzioni strategiche di Bpm. Secondo il nuovo piano industriale approvato lo scorso dicembre, Bpm ha l'intenzione di consolidarsi come terzo polo bancario.

L'uscita della Crt indebolisce coloro che supportavano una fusione con Unicredit, il cui tentativo nel 2022 è fallito a causa di fughe di notizie. All'interno dell'accordo, c'è chi invece vedrebbe positivamente un'aggregazione con Mps perché Piazza Meda è concentrata nella zona padana, vicina al Po, ossia Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna. Montepaschi è invece radicato in Toscana, con presenze anche nel centro Italia, rendendo i due network complementari. Il CEO Giuseppe Castagna ha sempre resistito alle pressioni da parte di Siena, compresi gli interessi manifestati dal Tesoro.