Economia
Broadcom, Opa ostile da 130 mld su Qualcomm per creare il big dei microchip
Qualcomm, gigante dei semiconduttori in continua lotta con Apple, e' finita nel mirino della rivale Broadcom. Quest'ultima ha presentato un'offerta di acquisizione non sollecitata alla societa' di San Diego per un totale di 130 miliardi di dollari, debito incluso. In base ai termini del deal, Broadcom e' pronta a mettere sul tavolo 70 dollari per ogni azione di Qualcomm, di cui 60 in cash e 10 in titoli azionari. Il valore della proposta, che riconoscerebbe a Qualcomm una capitalizzazione di 103 miliardi di dollari, rappresenta un premio del 13% sul prezzo di chiusura del titolo del produttore di chip di San Diego dello scorso venerdi' a 61,81 dollari. Broadcom ha detto che il deal non dipendera' dalla chiusura dell'acquisizione, da parte di Qualcomm, di Nxp Semiconductors per 110 dollari ad azione (39 miliardi di dollari totali). I titoli dei due gruppi hanno sospeso le contrattazioni in scia alla notizia.
Quello di Qualcomm ha perso da inizio anno a venerdi' scorso il 5,2% a causa del contenzioso legale con Apple, ma ha recuperato il 13% dopo le prime indiscrezioni sull'offerta. Il deal, nel caso in cui dovesse essere siglato, andrebbe incontro a un intenso scrutinio da parte dei regolatori, dal momento che le compagnie sono entrambe leader nella tecnologia bluetooth e wi-fi. Qualcomm ha chiuso il quarto trimestre con un crollo dell'utile dell'89%, a causa di oneri da 778 di dollari per le sanzioni imposte dalle autorita' del Taiwan e per le continue trattenute delle royalties sui brevetti per iPhone e iPad da parte di Apple. Di recente il gigante di Cupertino ha detto di star progettando, per il prossimo anno, iPhone e iPad che non faranno uso delle componenti del produttore di chip californiano.
Apple sta, infatti, pensando di produrre i dispositivi facendo uso solo di chip di Intel ed eventualmente di quelli di MediaTek, in quanto Qualcomm avrebbe negato alcuni software fondamentali per testare i propri chip destinati agli iPhone e agli iPad. Qualcomm, dopo circa dieci anni di collaborazione con Apple, ha smesso di condividere il software in seguito alle accuse, mosse dalla societa' della Mela, di aver sfruttato la propria posizione dominante per ostacolare i competitor e addebitare il pagamento di royalties esorbitanti sui brevetti. Lo scorso anno Apple ha pagato a Qualcomm royalty per 2,8 miliardi di dollari, il 30% dell'Eps del produttore californiano. I chip interessati dalla mossa di Apple sono quelli che servono a gestire la comunicazione tra i dispositivi wireless e le reti cellulari.
Apple si e' sempre servita unicamente di chip Qualcomm fino allo scorso anno, quando ha iniziato a impiegare anche chip Intel per gli iPhone 7 e 7 Plus. Se dovesse continuare a farlo, per Qualcomm potrebbe essere una batosta non indifferente, visto che la casa di Cupertino rappresenta il 30% dell'utile per azione del gruppo di San Diego. La societa' di Mark Zuckerberg, tuttavia, potrebbe ancora cambiare idea su Qualcomm e ha tempo fino al prossimo giugno per farlo. Non utilizzando i chip di Qualcomm, Apple sarebbe pero' soggetta a una serie di rischi, in quanto, secondo gli analisti, i chip di Intel e MediaTek sarebbero qualitativamente inferiori a quelli del produttore californiano.
Apple preferisce, in generale, avere due produttori per ciascun componente dell'iPhone, cosi' da aumentare il proprio potere negoziale. Lo scorso anno Qualcomm ha venduto a Apple chip per 3,2 miliardi di dollari, il 20% dei ricavi totali, e quest'anno la cifra dovrebbe attestarsi a 2,1 miliardi, il 13%. Di recente un gruppo di produttori di smartphone si e' unito ad Apple nella battaglia legale contro Qualcomm, accusando quest'ultima di violare le leggi antitrust e di far pagare troppo le licenze sui brevetti. Il gruppo, composto da Compal Electronics, Foxconn Pegatron e Wistron ha in piano di fare causa a Qualcomm davanti alla corte federale di San Diego.
Apple coprira' le spese legali delle societa'. Qualcomm si aspetta che la disputa con Apple si risolvera' fuori dalle aule giudiziarie, come e' successo con Nokia nel 2008. Il precedente capitolo della saga ha visto Qualcomm sferrare un altro attacco ad Apple. Il produttore di chip di San Diego ha presentato un reclamo alla U.S. International Trade Commission per imporre uno stop all'introduzione negli Usa di device Apple che non contengono i suoi chip. Una richiesta simile e' stata presentata alla corte federale del distretto della California del Sud. La tesi di Qualcomm e' che Apple stia violando molti suoi brevetti sulla sua tecnologia wireless attraverso gli iPhone e gli iPad. La commissione impieghera' circa 18 mesi per prendere una decisione. E' comunque previsto un grado di appello.
La richiesta di Qualcomm rischia, pero', di rendere confuse le sue argomentazioni. Il tentativo, da parte della societa' di San Diego, di bloccare solo i prodotti Apple che non contengono i suoi chip potrebbe rafforzare la tesi del gigante di Cupertino sulla scorrettezza con cui Qualcomm fa valere la sua posizione di dominio nel mercato dei chip. In piu', richiedere un divieto sull'import di iPhone che non contengono chip Qualcomm come punizione per una presunta violazione dei suoi brevetti potrebbe apparire contraddittorio, dal momento che la societa' di San Diego ha sempre detto di rispettare la separazione tra vendita di chip e business delle licenze per brevetti e che non usa il fatto di essere proprietaria di una tecnologia essenziale per i cellulari come arma per mettere in difficolta' i competitor.
Qualcomm e' indagata dalla U.S. Federal Trade Commission per pratiche anti-concorrenziali e lo scorso anno e' stata multata dalla Fair Trade Commissione della Corea del Sud per motivi simili. In precedenza ha pagato una multa ai regolatori cinesi per chiudere un contenzioso. Regola vuole, infatti, che i detentori di brevetti relativi a tecnologie essenziali per la realizzazione di cellulari li mettano a disposizione senza restrizioni. Qualcomm e', invece, accusata da molti di rifiutarsi di riconoscere queste licenze ai produttori di chip rivali.