Economia

Bruxelles vede rosa: Pil su del 4,2%. Tornano licenziamenti? Disoccupati +0,1%

Le Previsioni di primavera della Commissione. Rialzate le stime di crescita per il nostro Paese. Il tasso di disoccupazione salirà al 10,2% (ad aprile 10,1%)

La Commissione europea alza le stime sull'economia italiana e vede un Pil in crescita del 4,2% nel 2021 e del 4,4% nel 2022. Le precedenti stime indicavano un +3,4% per l'anno in corso e un +3,5% per il 2022. La campagna vaccinale e la riduzione delle restrizioni, si legge nelle stime di primavera diffusa questa mattina, stanno aprendo la strada a un forte rimbalzo dell'economia italiana nella seconda metà del 2021.

Gli investimenti sostenuti dalla Ue porteranno l'economia a una crescita sostenuta che dovrebbe permettere di tornare ai livelli pre-Covid alla fine del 2022. Dopo la forte caduta dell'8,9% nel 2020, il Pil dovrebbe avere un rimbalzo del 4,2% quest'anno con i primi investimenti finanziati dal Next Generation Ue. Nel 2022, gli investimenti e il programma di riforme indicati nel Pnrr avranno pieno effetto e contribuiranno a spingere la crescita al +4,4%. Le stime si basano su un utilizzo dei grant così come indicato dal Pnrr inviato dall'Italia.

"Le previsioni di crescita per l'Italia dopo una recessione molto significativa nel 2020 sono positive e incoraggianti", ha affermato il commissario Ue all'Economia, Paolo Gentiloni, sottolineando che "la sfida principale sarà nei prossimi mesi e nei prossimi anni quella dell'attuazione dei programmi di riforma e investimento che fanno parte del Pnrr. E' evidente non solo il contributo di questi piani alle stime di crescita, ma anche che solo l'attuazione del piano può rendere la crescita dell'Italia prolungata e duratura".

Nel 2021, si legge nelle stime, il deficit salirà ulteriormente all'11,7% del Pil a causa della spesa per le misure di supporto, che come indicato nella legge di bilancio 2021 avranno un impatto sulla crescita del deficit pari all'1,4% del Pil. Alcune di queste misure, spiega Bruxelles, dovrebbero essere parzialmente finanziate con le risorse del Next Generation Eu, come la riduzione dei contributi per le imprese che operano nelle regioni più povere (React Eu) e l'estensione dei crediti fiscali per gli investimenti in attrezzatura e ristrutturazioni edilizie (Rff).

Alla luce degli sviluppi della pandemia è stato adottato a marzo un nuovo pacchetto di misure pari all'1,8% del Pil, inoltre il programma di stabilità per il 2021 ha previsto nuove misure per il 2,3% del Pil nel 2021, principalmente per estendere i sostegni alle imprese. Nel complesso, il costo delle misure aggiuntive dovrebbe più che compensare l'aumento delle entrate legato alla ripresa.

Nel 2022 il deficit scenderà al 5,8% del Pil, grazie al calo della spesa pubblica e all'accelerazione della crescita delle entrate. Dopo essere salito dal 134,6% del 2019 al 155,8% del 2020, il rapporto debito/Pil crescerà ulteriormente al 159,8% nel 2021, mentre nel 2022 scenderà 156,6% del Pil, grazie alla ripresa dell'economia.

Il tasso di disoccupazione salirà al 10,2% nel 2021 (ad aprile era del 10,1%), contenendo l'impatto dello stop a giugno del blocco dei licenziamenti, per poi scendere al 9,9% nel 2022. L'occupazione per numero di dipendenti, parzialmente protetta dallo schock pandemico attraverso la cassa integrazione, crecerà solo nel 2022 con l'avvio della ripresa. Il totale delle ore lavorate, indicatore piu' affidabile per il rallentamento indotto dalla pandemia nel mercato del lavoro,è diminuito dell'11% nel 2020 ma dovrebbe aumentare rapidamente con la rimozione delle restrizioni alle attività.