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Economia
Btp Green, nuova emissione sindacata con scadenza 2037. Ecco tutti i dettagli
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Btp Green, nuova emissione con portafoglio compreso tra 11,5 e 13,5 miliardi di euro

Il Tesoro italiano si prepara a lanciare sul mercato un nuovo BTp Green, con scadenza nell'ottobre 2037. Il ministero dell'Economia ha annunciato di aver conferito il mandato a un pool di banche composto da Bnp Paribas, Crédit Agricole (Corporate Investment Bank), Deutsche Bank A.G., NatWest Markets N.V. e UniCredit.

Come riporta il Sole24Ore, il ministero dell'Economia ha specificato che il budget disponibile per tutte le emissioni del 2024, compresa la riapertura in asta del BTp Green 2031 avvenuta nel marzo dello stesso anno, è compreso tra 11,5 e 13,5 miliardi di euro.

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Che cosa sono i BTp Green

I BTp Green sono titoli di Stato il cui ricavato è destinato al finanziamento di iniziative ambientalmente sostenibili, come indicato in una nota esplicativa. Queste iniziative possono includere incentivi fiscali e spese volte a promuovere la sostenibilità ambientale.

Va ricordato che il primo BTp Green è stato emesso dal Tesoro italiano nel marzo 2021, con scadenza il 30 aprile 2045.

Come gli altri Buoni del Tesoro Poliennali, i BTp Green sono titoli a medio-lungo termine che garantiscono un reddito fisso determinato dalla cedola, pagata semestralmente, e il rimborso del valore nominale alla scadenza.

Le caratteristiche

Gli investitori istituzionali hanno la possibilità di scambiare titoli sia sul mercato secondario regolamentato all'ingrosso (Mts), dove le operazioni devono essere di almeno 2 milioni, sia su mercati non regolamentati.

Nel frattempo, i risparmiatori individuali possono negoziare i titoli sul MoT, dove le operazioni devono essere di almeno 1.000 euro, o su altre piattaforme di negoziazione, seguendo il principio della best execution introdotto con la Mifid.

Come sono spesi i fondi

Come scrive il Sole 24 Ore, nella nota si dettaglia la ripartizione delle spese ammissibili per categoria. Efficienza energetica e trasporti sono quelle che nel quadriennio ’21-’24 assorbono la parte maggiore: 48-53% la prima e 27-33% la seconda. Quote residue di spesa vanno agli altri capitoli: ricerca (4-5%), prevenzione e controllo dell’inquinamento ed economia circolare (7,5-8,5%), tutela dell’ambiente e della diversità biologica (6,5-8,5%) e fonti rinnovabili per l’energia (1%).

La nota del ministero aggiunge che il periodo considerato è rappresentato dal quadriennio comprensivo dell’anno in corso e dei tre anni precedenti, ma il peso relativo è per la maggior parte concentrato su spese sostenute nel corso del 2023 (42-46%) e 2024 (44-48%). Per i primi tre anni - spiega il ministero - si tratta di dati di consuntivo, mentre per il 2024 ci si basa su una stima che, partendo dagli stanziamenti di bilancio e dalle evidenze storiche, estrapola i probabili pagamenti effettivi che si verificheranno nell’anno.






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