Esselunga, Caprotti senior batte i figli
Nuovo punto a favore del fondatore di Esselunga, Bernardo Caprotti, nella vicenda legale che lo oppone ai figli Violetta e Giuseppe. Una querelle che getta le basi negli anni Novanta, quando Bernardo e il primogenito Giuseppe litigano, il padre allontana l'unico figlio maschio dall'azienda dopo averlo nominato amministratore delegato.
Nel 1996, per il quieto vivere, il fondatore aveva intestato ai tre figli, in parti uguali, il 92% dei supermercati (la holding si chiamava Bellefin spa, poi denominata Supermarkets italiani Spa). L'8 febbraio del 2011, Caprotti dava però istruzioni di estinguere e rimuovere i mandati fiduciari formalmente in essere con i figli aventi ad oggetto le azioni di Supermarkets Italiani spa e di attivare contestualmente un corrispondente mandato fiduciario, avente ad oggetto le stesse azioni, a beneficio di se stesso.
A seguito di quella decisione, sono partiti i giudizi arbitrali che sono sfociati, nel luglio del 2012, nel lodo che accertava la piena ed esclusiva proprietà in capo a Bernardo Caprotti delle azioni di Supermarkets, nel periodo precedente oggetto del mandato fiduciario intestato a Giuseppe e Violetta. Questi ultimi non hanno accettato la decisione e hanno impugnato il lodo; in un primo momento, nel luglio del 2014, la Corte d'Appello di Mialno ha respinto l'impugnazione. Giuseppe e Violetta sono andati avanti, ricorrendo la decisione dell'Appello in Cassazione. E si arriva all'ultimo atto: la prima sezione civile della Corte di Cassazione ha respinto oggi il ricorso promosso da questi ultimi nei confronti del padre contro la sentenza della Corte d'appello di Milano del primo luglio 2014. La sentenza è stata depositata oggi in cancelleria.
Sulla stessa vicenda è in corso anche un contenzioso in sede di giudice civile. In questo filone, il primo grado è stato favorevole allo stesso fondatore e le parti sono in attesa di appello.