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Economia
Riformista Cartaceo? N.C. Meglio l'online, Renzi non lascia il segno
Matteo Renzi, conferenza stampa alla Camera

Matteo Renzi e il flop de "Il Riformista" 

Matteo Renzi ha abbandonato la direzione de "Il Riformista" dopo poco più di nove mesi, una decisione da collegare alla candidatura alle prossime elezioni europee. Dietro questa mossa, però,  potrebbe celarsi una verità molto più amara.

Sotto la direzione di Renzi, che ha preso le redini del quotidiano politico nel maggio del 2023, il giornale non è mai effettivamente decollato, anzi forse dovremmo dire che è precipitato. Nonostante la promessa di un nuovo inizio e una campagna pubblicitaria aggressiva, Il Riformista è rimasto nell'ombra, tanto che nemmeno l'effetto curiosità ha sollevato le vendite. Eppure, Renzi aveva promesso una rinascita epica, una sorta di rivoluzione mediatica.

Ma alla fine, l'unica rivoluzione che si è vista è stata quella dei lettori che hanno fatto marcia indietro, sottolineando il fallimento della gestione Renzi nel portare il quotidiano a nuove vette di successo economico e di lettura. Il declino figura soprattutto nella sua versione cartacea, talmente irrilevante da non essere nemmeno presente nella classifica "ADS" sulla diffusione. A sua difesa bisogna notare che il carteceo del quotidiano politico era assente dalla classifica già nel 2022 insieme con Il Foglio e il Domani.

LEGGI ANCHE: Il tormento di Renzi: dopo solo dieci mesi lascia la direzione del Riformista

Ma lo scenario non appare tanto negativo se guardiamo ai dati del digitale riportati da Comscore, che mensilmente pubblica le posizioni riguardanti i primi 100 media italiani per total digital audience. Nel digitale, la guida politica di Renzi è servito a far ritornare un minimo in auge l’organo di stampa, registrando una crescita in positivo soprattutto nei primi mesi della sua direzione. Secondo la classifica, a giugno (un mese dopo l'entrata di Renzi), il Riformista online ha scalato ben 13 posizioni nella classifica dei siti di news italiani, passando dalla 35esima alla 22esima posizione, diventando anche il sito in Italia con la crescita più ampia. 

A marzo, quindi prima dell’annuncio della nuova direzione, Il Riformista era 73esimo. Nel luglio del 2023, il quotidiano politico si posizionava 54esimo, in netto rialzo rispetto al 88esimo posto dell'anno precedente. Nell'agosto del 2023 segna la 40esima postizione, a settembre sale di un solo gradino, piazzandosi al 39esimo posto contro la 95esima posizione del 2022.

Nel novembre del 2023, inizia il declino vertiginoso del digitale che scende alla penultima posizione della classifica, posizionandosi appunto 99esima. A dicembre 2023 le risalita è davvero minima, "Il Riformista" che tocca quota 76esima posizione, di pari passo con la 75esima dell'anno precedente. Insomma, la scalata digitale fomentata da Renzi c'è stata, ma minima, rapida e piuttosto altalenante, con risultati che sono tornati ad essere come quelli precedenti alla sua direzione.

L'ex premier aveva affermato: "Sarò direttore per un anno, fino al 30 aprile 2024″, ma pare essersi  anticipato di qualche mese, forse guidato dal calo vertiginoso o forse perchè nessuno si è filato la sua promessa riforma, che di riforma ha ben poco. Insomma de "Il Riformista" Renzi non ha riformato un bel niente.

 






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