Economia
Le Poste saranno privatizzate, Giorgetti: "Lo Stato resterà al 35%"
Il governo ha varato un Dpcm (decreto del presidente del Consiglio) per alienare una quota della partecipazione del Tesoro. Resta però il controllo di Stato
Privatizzazione Poste Italiane: il Governo dà il via libera. Sindacati in allarme
Il Consiglio dei ministri "ha approvato, in esame preliminare, un provvedimento che regolamenta l’alienazione di una quota della partecipazione detenuta dal Ministero dell’economia e delle finanze nel capitale di Poste Italiane S.p.a., tale da mantenere una partecipazione dello Stato, anche indiretta, che assicuri il controllo pubblico". Lo si legge nel comunicato finale del Cdm. "Le modalità di alienazione tenderanno anche a favorire la tutela dell'azionariato diffuso e la stabilità dell'assetto proprietario", si spiega.
Due mesi dopo la vendita del 25% di Mps, il governo italiano ha riavviato il piano di dismissioni, iniziando con Poste Italiane che è attualmente posseduta al 29,6% dal Tesoro e al 35% dalla Cassa depositi e prestiti. La proposta è di vendere circa il 13% della quota detenuta dal Tesoro, consentendo così al governo di mantenere una partecipazione di controllo del 51% nella società.
Inoltre, Giorgia Meloni, nel suo recente intervento al Premier Time, ha confermato l'intenzione del suo governo di avanzare nelle privatizzazioni, puntando a ricavare l'1% del PIL, ovvero circa 20 miliardi di euro in tre anni. Questo segue la precedente vendita di una quota in Montepaschi.
Il prossimo passo potrebbe coinvolgere Eni, dove si sta valutando la cessione del 4%, con un possibile ricavo di 2 miliardi di euro. Tuttavia, tale operazione sarebbe condotta solo dopo il completamento del piano di riacquisto azionario pianificato per aprile. Anche le Ferrovie dello Stato sono attualmente in discussione, essendo completamente controllate dallo Stato e presentando una maggiore complessità nella privatizzazione.
"Abbiamo detto che dobbiamo mantenere il controllo, quindi non possiamo scendere sotto il 35%". Così il ministro dell'Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, a margine di un evento a Palazzo Mezzanotte, a chi gli chiedeva quale potesse essere la quota di Poste che il Mef collochera' sul mercato.
I segretari confederali di Cgil Cisl Uil (Gesmundo, Cuccello e Bocchi) e i segretari generali dei sindacati di categoria Slc Cgil, Slp Cisl, Uil Poste (Di Ceglie, Roscigno, Solfaroli) hanno inviato una lettera con la richiesta di incontro urgente al ministro dell’Economia e Finanza, Giancarlo Giorgetti e all’amministratore delegato di Poste Italiane, Matteo Del Fante. "Scriviamo in merito alle notizie circolate in queste settimane e nelle ultime ore sugli organi di stampa, confermate da dichiarazioni ufficiali del presidente del Consiglio, circa la volontà del Governo di avviare un programma di parziale privatizzazione del gruppo Poste italiane, operazione collegata anche al nuovo Piano d'impresa. Riteniamo - sottolineano i sindacalisti - che un percorso del genere richieda in via preliminare adeguato dialogo sociale con la rappresentanza dei lavoratori. Siamo per questo a chiedere un urgente incontro finalizzato ad avviare un confronto responsabile e costruttivo".