Economia

Chigi, con Draghi-Giavazzi si cambia. Più potere alle imprese, meno a Cdp

Il consulente economico del premier punta ad aumentare la crescita, non a contenere il debito pubblico."Sarà marginale il ruolo dello Stato nell'economia"

Chigi, con Draghi-Giavazzi si cambia. Più potere alle imprese, meno a Cdp

Il governo Draghi ha due dossier importanti sul tavolo, si tratta della lotta alla pandemia da Coronavirus e del Recovery Fund. Su quest'ultimo un ruolo importante lo avrà anche il neo consulente economico del premier, Francesco Giavazzi. Da lui l'ex presidente della Bce ha preso spunto per degli interventi nel suo discorso per ottenere la fiducia al Senato e alla Camera, a sottolineare quanto - si legge sul Fatto Quotidiano - Draghi sostenga queste sue idee. Per capire quale cambiamento sia avvenuto a Palazzo Chigi, e come questo influenzerà il Recovery Plan, bisogna affidarsi agli ultimi tre articoli di Giavazzi per il CorSera , i cui echi sono presenti nel discorso di Draghi. Ha sostenuto il 30 gennaio il professore, che il problema non è il debito pubblico, ma il tasso di crescita. Per aumentarlo, secondo Giavazzi, sarà fondamentale l'ultilizzo dei fondi del Recovery Fund, per fare le riforme. L’elenco delle priorità è chiaramente indicato nello schema redatto dall’Europa: innanzitutto giustizia e pubblica amministrazione.

"Inutile - scrive Giavazzi - puntare troppo sulle infrastrutture, perché “non sarà certo qualche ponte in più a far sì che il tasso di crescita fletta. Oggi, - prosegue il Fatto - a distanza di 25 anni, lo Stato sta rioccupando l’economia, anche grazie a Cassa depositi e prestiti, un’istituzione sopravvissuta al suo tempo, che “potrebbe diventare facile strumento di politici assai disinvolti. Guai a cedere all’illusione dello “Stato imprenditore”, “una delle idee più pericolose in circolazione, bisogna lasciar fare alle imprese". L’ha detto anche Draghi: “Il ruolo dello Stato e il perimetro dei suoi interventi dovranno essere valutati con attenzione”, spendere si può per “ricerca e sviluppo, istruzione, formazione, regolamentazione, incentivazione e tassazione”. E basta.