Economia
La guerra dei chip: ritorsione Cina: stop all'export di gallio e germanio
La Cina si "vendica" delle limitazioni degli Stati Uniti imponendo nuove regole stringenti per i metalli: "Si tratta di una questione di interesse nazionale"
Semiconduttori, stop a gallio e germanio: "Una questione di interesse nazionale"
Lo scontro sui semiconduttori tra Cina e Stati Uniti si inasprisce. Il ministero del Commercio di Pechino ha annunciato nuove restrizioni all’esportazione dei metalli necessari per la produzione di semiconduttori e altri dispositivi elettronici, in particolare, il gallio e il germanio.
La decisione è una risposta forte e chiara ai limiti stringenti che Washington ha imposto al Dragone, di concerto con gli altri Paesi protagonisti della manifattura avanzata dei chip, allo scopo di ostacolarne lo sviluppo. Certo è che la Cina detiene una supremazia assoluta sulle materie prime critiche, sia come principale fornitore globale che come leader nei segmenti di produzione e raffinazione.
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Cina, i nuovi limiti all'export di metalli
Il gallio e il germanio sono indispensabili per produrre moltissimi dispositivi: pannelli solari, laser, visori notturni e ovviamente, i microchip, necessari per i prodotti elettronici contemporanei. Cosa cambia quindi? Nel concreto, d’ora in poi – o meglio, a partire da agosto – gli esportatori di questi due metalli dovranno munirsi di una particolare licenza – rilasciata dal ministero del Commercio – per proseguire con il proprio export. Ma non è tutto.