Economia
Confindustria: al via a Rapallo il convegno dei Giovani Imprenditori
“Globali. Economia delle connessioni”, questo il titolo della 49esima edizione
Al via la due giorni di Confindustria Giovani, all’Excelsior Palace Hotel di Rapallo. Apre il Presidente Giovani Imprenditori Confindustria, Alessio Rossi. Intervengono, tra gli altri, Donato Iacovone (EY), Ugo Salerno (Rina), Beniamino Quintieri (Sace) e Massimo Doris (Banca Mediolanum).
Alessio Rossi, Presidente Giovani Imprenditori Confindustria, ha aperto i lavori de il 49° Convegno dei Giovani Imprenditori cantando a cappella l’inno di Mameli “come da tradizione”.
Rossi ha poi preso la parola: “Stamattina, come me, molti di voi hanno guardato le previsioni meteo sul cellulare per decidere come vestirsi. Quello che abbiamo fatto è scegliere di affidarci ad altri, che per noi hanno districato qualcosa di enormemente complesso: le previsioni meteorologiche. Purtroppo, non c’è una app come quella del meteo che possa suggerirci, oggi, come affrontare la situazione economica o politica del nostro Paese”.
“Abbiamo questioni prioritarie da definire!” ha continuato Rossi. “Primo, la crescita zero: l’Istat conferma che la crescita italiana è ferma allo 0,3. Secondo, la produzione industriale in calo: a marzo è diminuita dello 0,9%. Terzo, gli investimenti: l’Associazione Italiana Banche Estere ci dice che il nostro Paese è all’ottavo posto nella classifica internazionale, dopo i suoi partner europei. Quarto, il lavoro: restiamo in fondo alla classifica, e ancor più grave, con una disoccupazione che resta superiore al 10%, quella giovanile ancora sopra il 31%. Quattro indizi fanno una prova: ci servono confronti, non balconi”.
"Pensare che il problema del debito pubblico sia risolvibile con i minibot è come provarci coi soldi del monopoli. Tenendo conto che 23 miliardi è più o meno il valore di una legge di bilancio, significa che il governo deve reperire il doppio delle risorse. Ormai i nostri conti pubblici sono ufficialmente sotto la vigilanza europea, e insieme alla flessibilità economica è finita anche la nostra pazienza".
"Serve un Paese che non rimetta in discussione ad ogni cambio di governo le sue decisioni strategiche. Non possiamo discutere in continuazione se la TAV la vogliamo o no, se vogliamo stare nella NATO o no, se la TAP fa male agli ulivi o fa bene all’Italia. Noi ne siamo certi: dobbiamo restare un Paese connesso, esportatore, innovatore".
"Noi crediamo nell’economia delle connessioni" ha concluso Rossi. "Noi crediamo nei paesi dell’unione europea indipendenti mai inseparabili. Noi crediamo nei paesi membri uniti dall’identità come dalla moneta, dalla finanza come dalle reti energetiche. Noi crediamo nella società delle connessioni globali tanto quanto nella società delle connessioni locali".
“Chiediamo al Governo di affrontare il tema del debito pubblico" - ha detto ad Affaritaliani.it Alessio Rossi. "Anche se non è il momento di fare richieste. È il momento di unirsi e trovare soluzioni. Attenzione ai conti pubblici, attenzione all’Europa. Vogliamo restare in Europa. Un’Europa forte e coesa. Speriamo che il Governo riesca a trovare i fondi per scongiurare un aumento dell’Iva, purtroppo non sarà facile perché significherebbe reperire i fondi per due Leggi di Bilancio in una. La Flat Tax non è utile e non ce la possiamo permettere. Noi abbiamo chiesto attenzione ai conti pubblici e abbattimento del debito. La Flat Tax non va in questa direzione”.
Un mondo di connessioni: il 5G
Tre i temi affrontati da Donato Iacovone, AD di EY in Italia e Managing Partner dell’Area Mediterranea: trasporti, energia e telecomunicazioni. Con le tecnologie digitali, il settore delle infrastrutture dispone di nuovi strumenti per guadagnare efficienza e aumentare la connettività: si stima che il numero di dispositivi collegati possa raddoppiare a oltre 20 miliardi nel 2020.
In Italia, il 55% delle aziende sta implementando tecnologia robotica e il 57% l’intelligenza artificiale. Secondo un’indagine EY, l’87% dei clienti EY stima “da moderata a completa” la disruption nel loro settore nel prossimo anno. In ambito sicurezza, il mercato della Blockchain ha un valore ancora molto contenuto ma in forte crescita. Secondo una survey EY su 1.400 top manager in Italia, il 14% considera gli investimenti in blockchain una priorità chiave per l’anno in corso e il 15% ha previsto un incremento degli investimenti in blockchain rispetto 2018.
Per accelerare questo processo di connettività è essenziale disporre di reti di nuova generazione. Il 5G consentirà di aumentare la velocità con cui caricare e scaricare dati, rendere la connessione più immediata, connettere molti più pc, smartphone e sensori contemporaneamente e nella stessa area.
"Abbiamo fatto due anni fa un’alleanza per il lavoro del futuro con 50 aziende, università e scuole secondarie perché le competenze di cui avremo bisogno fra qualche anno non sono le competenze di cui abbiamo bisogno oggi" - ha detto ad Affaritaliani.it Donato Iacovone. "Oggi c’è un ritardo sia di chi fa formazione, cioè di chi si occupa di aggiungere competenze per trovare lavoro, sia della scuola che continua a fornire persone con competenze di cui il mondo oggi non ha bisogno e non è solo un tema di digitale è anche persone saper usare nuove tecnologie per il business e per trasformare i servizi. Noi dobbiamo quindi approntare modelli di insegnamento diverso e questo richiede investimenti sia in infrastrutture sia investimenti culturali. Il 5G porta una altissima velocità di connessione, ma non solo. Porta anche la possibilità di connettere in tempo reale sensoristica e device. Questo abilita una grande quantità di servizi. Quando questi dati saranno disponibili e trasformati in informazione, a questo punto nasce anche un tema di sicurezza”.
Catene globali del mercato, il punto di Banca Mediolanum
“La rete 5G permetterà alle banche di sviluppare nuovi servizi per la clientela e noi siamo pronti a coglierne le opportunità”, ha commentato Massimo Doris, AD Banca Mediolanum. Interrogato da Affaritaliani.it sulla decisione della BCE di mantenere bassi i tassi di interesse fino alla metà del 2020, Doris ha fatto sapere che si tratta di “una buona notizia per l’economia in quanto questa soluzione consente di potersi finanziare spendendo meno. È ovvio che i tassi bassi da soli non possono far ripartire la crescita. Ci vogliono riforme, infrastrutture, imposizione fiscale più bassa, così da consentire una maggiore spesa”. Sui minibot Doris ha precisato: “Si tratta comunque di debito quindi non è una soluzione che interviene nel rapporto debito-pil adeguandolo. Non esistono formule magiche e secondo me l’Europa, di fronte a piani seri di investimenti, potrebbe accettare questa flessibilità”. Critico sui Pir, Doris ha spiegato che la nuova normativa in materia andava nella giusta direzione: “portare più denaro verso le pmi e le non quotate. Il modo che è stato trovato per farlo fa a pugni con altre normative che riguardano i fondi aperti. Di fatto il mercato si è bloccato pertanto mi auguro che vengano rivisti per assolvere la missione originaria. Magari approfittando anche degli Eltif che permettono all’investitore retail di investire in strumenti poco liquidi”. “Sarebbe meglio non nasconderci troppo dietro gli errori dell’Europa che, se ci sono stati, lo sono stati per tutti”, ha concluso Doris. “Sicuramente la pressione fiscale è troppo elevata. È evidente che ogni euro che si mette nelle imposte è un euro che si toglie ai consumi. Lavorare sulla riduzione delle imposte è giusto, allo stesso tempo bisogna cercare di aumentare gli investimenti”.
Connessioni di terra e di mare: infrastrutture e trasporti
“Le esportazioni italiane crescono da dieci anni – ha detto Beniamino Quintieri, Presidente Sace. “Difendiamo l’Europa e difendiamo l’Unione Europea perché conviene a tutti noi”.
“Sace ha una serie di strumenti variegati per aiutare il Paese a internazionalizzarsi e sfruttare le connessioni che il mondo offre – ha detto ad Affaritaliani.it Quintieri. “Quest’anno abbiamo servito 21.000 imprese, abbiamo un’esposizione aggiuntiva di 29 miliardi di euro, stiamo crescendo a ritmi accelerati e questo perché le imprese hanno bisogno di strumenti che le tutelino. In un momento di incertezza le imprese investono meno non solo nel territorio domestico ma anche a livello internazionale. Sulla base dell’esperienza passata si può essere non dico ottimisti ma tranquillizzanti, ci sono infatti diverse aree che non vengono toccate dalla guerra commerciale. Se le imprese vorranno cogliere queste opportunità – ha concluso Quintieri - crescerà anche il nostro export. Bisognerà fare politiche di aggiustamento interno perché lo spread costa ai consumatori e alle imprese. Bisogna invertire le aspettative e dare più fiducia ai mercati”.
“In Italia stiamo facendo meno di quello che dovremmo sul tema infrastrutture”, ha commentato Ugo Salerno, AD di Rina, ad Affaritaliani.it. “Costruirne di nuove vuol dire coinvolgere lavoro e creare nuove opportunità di sviluppo. Oggi abbiamo un ruolo di peso sul ponte Morandi, di cui siamo project manager insieme ad aziende partner di alto livello. Lamentiamo tuttavia una serie di difficoltà di natura tecnica e normativa. Credo a questo punto che il ponte lo avremo il prossimo anno. Ovviamente avere il supporto del capitale pubblico negli investimenti, soprattutto di dighe e porti, è importante per un imprenditore privato”. Sul digitale e la connettività 5G Salerno ha fatto sapere di aver preso molto in considerazione la materia sia internamente all’azienda sia per quanto riguarda i servizi offerti all’esterno: “Abbiamo fatto una partnership con Microsoft per lo sviluppo della piattaforma digitale Cube, la quale raccoglie una serie di app per la fruizione dei servizi. Ma anche un accordo con Leonardo per lavorare sulla verifica delle infrastrutture critiche”.
“Pensiamo che ogni volta che portiamo qualcuno in una forma di trasporto collettivo allontanandolo dall’utilizzo della propria auto privata abbiamo vinto” – ha detto ad Affaritaliani.it Andrea Incondi, Managing Director FlixBus Italia. “Non solo noi, ma tutti. Ha vinto l’ambiente e ha vinto la sostenibilità. Su questo noi condividiamo uno sforzo comune. Sicuramente poi c’è anche chi cerca soluzioni più veloci come il treno, chi cerca confort e prezzi vantaggiosi invece si orienta su di noi. Il nostro intento è offrire sempre più trasporto collettivo”.
“Quello delle infrastrutture è un tema centrale” – ha detto Domenico Tudini, Amministratore Delegato Infratel Italia. “L’elemento che ha frenato la rivoluzione digitale in Italia è stato anche l’insufficienza delle infrastrutture. C’è un problema evidente di ritardo nella copertura delle infrastrutture. Le infrastrutture con caratteristica di scalabilità oggi sono il 22% e mi riferisco alle unità immobiliari collegate con fibra. Noi adesso abbiamo 1800 cantieri aperti. L’obiettivo è la connessione con 9 milioni di unità immobiliari”.
“La prima volta che sono stato in Cina ero con mio padre e avevo i pantaloni corti” – ha detto Augusto Cosulich (AD Fratelli Cosulich). I cinesi avranno sempre bisogno di partner locali. Dobbiamo intensificare i rapporti con loro. Noi imprenditori dobbiamo fare impresa, crescere, cercare di fare qualcosa per i nostri figli e i nostri giovani”.
Export e territorio, il caso del Gruppo Biagiotti
"Siamo passati dal cartesiano Cogito ergo sum, Penso dunque sono, al Digito ergo sum" - ha detto ad Affaritaliani.it Lavinia Biagiotti Cigna, Presidente Biagiotti Group. "Siamo nell’era delle connessioni per eccellenza. Le connessioni digitali che pongono nuove sfide davanti a tutti: istituzioni, imprese e cittadini. Soprattutto siamo nell’era delle connessioni mercantili. Cosa che significa avere una vocazione sempre più forte all’export come nel caso del Gruppo Biagiotti che è stato il primo a sfilare in Cina nell’88 e in Russia nel 1995. Soprattutto oggi è fondamentale puntare alle connessioni con il territorio. Noi abbiamo una rete molto solida con i nostri fornitori, ade esempio nel Centro Italia. Credo dunque sia necessario interpretare il tema della connessione sotto questo doppio segno: andare ma anche stare e investire nelle nostre radici".
Imprese globali: istruzioni per crescere
Roberto Crapelli, Managing Partner Quadrivio Group: “C’è anche la cosiddetta soft connessione, fatta di relazioni di potere, politiche, di affari. In questo senso, le aziende italiane, organizzate in filiera, con la tecnologia dell’industria 4.0 potranno migliorare il sistema di connessione e cambiare il business model. C’è però una mancanza di competenze da colmare per far accadere la trasformazione digitale. Occorre una formazione specifica tra scuole medie e università trasversalmente ai corsi e alle materie.
Quanto all’attuale contesto geopolitico ed economico, Crapelli non si è detto particolarmente preoccupato perché crede nell’adattabilità delle nostre imprese: “Certo è che occorrerà far parlare i fatti in un sistema bipolare di guerra tra una cultura anglosassone assertiva (quella degli USA) e una ancora più sofisticata dal punto di vista della gestione del soft power (come quella cinese). Non c’è tempo, insomma, per i dilettantismi”.
(pezzo in aggiornamento)