Economia
Confindustria: Bonomi 54, Pasini 26, Mattioli 21. La mappa del voto
ESCLUSIVO/ Ecco come si distribuisce il consenso nella confederazione degli imprenditori per designare il successore di Boccia. Gli ultimi posizionamenti
Confindustria Firenze, Toscana Sud (Arezzo, Grosseto e Siena) e Udine stanno con Licia Mattioli (mentre in FVG il presidente di Confindustria Venezia-Giulia Sergio Razeto aspetta ancora di capire se la candidatura di Andrea Illy è tramontata definitivamente). Confindustria Bari e Bergamo, invece, sono con Carlo Bonomi. Confindustria Toscana Nord (Lucca, Pistoia e Prato) parteggia per Giuseppe Pasini che non ha dalla sua la Puglia compatta, ma riscuote invece simpatie in Campania come anche Licia Mattioli. Sono gli ultimi posizionamenti sullo scacchiere del consenso nella corsa alla presidenza di Confindustria che Affaritaliani.it può rivelare.
La commissione di designazione dei saggi e dei probiviri ha iniziato a procedere con lo screening delle liste presentate dai tre auto-candidati per verificare che sia tutto corretto e validare le firme di sostegno. Il numero delle firme raccolte è di 54 sostenitori per il presidente di Assolombarda Carlo Bonomi, di 26 per il presidente di Unindustria Brescia Giuseppe Pasini e di 21 per la vicepresidente di Confindustria Licia Mattioli. Numeri che consegnano una classifica del consenso (in Consiglio generale) ai nastri di partenza spaccata a metà: Bonomi da un lato e, dall’altro, Pasini e Mattioli che raccolgono i consensi degli anti-bonomiani. Quadro in cui il numero uno degli imprenditori milanesi è in gran vantaggio, ma non ancora solidissimo (per dormire sonni tranquilli e non rischiare esiti risicati alla Boccia-Vacchi incerti fino all'ultimo, è necessario raccogliere uno zoccolo duro di preferenze di almeno 105 voti su 179; 182 se i tre consiglieri al momento esclusi dalla votazione si metteranno in regola con i contributi prima del 26 marzo).
La partita è ancora aperta, perché molti di quelli (anche fra i big) che hanno promesso la preferenza, ma non hanno firmato le lettere di sostegno, lo hanno fatto perché non vogliono esporsi, richiamandosi alla "ragion di Stato di Confindustria”. E cioè si conformeranno a quella che sarà la linea emergente nella confederazione per non spaccarla ulteriormente. La mappa del consenso, per come si configura ora, vede, partendo da Nordest, il Friuli Venezia Giulia spaccato (Pordenone è su Bonomi). Come anche il Veneto, con Treviso-Venezia-Rovigo che sono su Bonomi (a Padova Pasini ha raccolto qualche firma, ma dopo la presentazione ai rispettivi consigli generali l’associazione Veneto-Centro deciderà congiuntamente). Verona è su Mattioli, mentre Vicenza oscilla fra Pasini e Mattioli (Belluno non siede in Consiglio). Il Trentino-Alto Adige è su Pasini.
La Lombardia è su Bonomi (pure Bergamo con un intervento decisivo, pare, del big Gianfelice Rocca), tranne Brescia, Lecco e Sondrio che sono su Pasini.
Como deve ancora schierarsi, ma probabilmente convergerà su Bonomi che può contare probabilmente anche sull'appoggio di Federchimica (Federmeccanica è su Pasini e la Moda su Mattioli). Ma nella potente associazione presieduta da Paolo Lamberti, il consiglio si riunirà il 10 febbraio per decidere il da farsi. E nella categoriale anche Pasini e Mattioli riscuotono simpatie (quest’ultima specialmente nel fronte delle multinazionali, fronte trasversale che la sostiene in tutte le territoriali). A Nord-Ovest e cioè Valle d’Aosta, Piemonte (tranne Cuneo su Bonomi) e Liguria fanno il tifo per Mattioli.
In Toscana il fronte (descritto sopra) è spaccato. L’Emilia Romagna non è ancora posizionata su nessuno perché la situazione frammentata: il presidente Pietro Ferrari è su Bonomi, Reggio Emilia è su Pasini e il mondo delle multinazionali e della moda sono con Mattioli. Maurizio Marchesini, ex numero di Confindustria Emilia Romagna che siede in Consiglio a Roma, pare più sensibile a dare il proprio sostegno a chi gli potrà promettere la vicepresidenza con delega all’Organizzazione, poltrona che pare gli venga contesa dall'ex candidato Emanuele Orsini a cui è stata promessa da Pasini per "l'unione delle forze".
Il motivo? Il presidente di Federlegno pare voglia preparare la corsa per le prossime Presidenziali confindustriali e la delega all’Organizzazione è fondamentale per costruire legami con le associazioni territoriali e categoriali del Sistema dell’Aquilotto. Legami da valorizzare fra quattro anni. In Lazio e a Roma Bonomi riscuote successo, ma da lì per il momento per Mr Assolombarda pare siano arrivate solo due firme. Le Marche sono divise fra Mattioli e Pasini.
In Campania il presidente della Confindustria regionale Vito Grassi sta conducendo una partita personale puntando a una vicepresidenza nazionale (come molti, vedi anche il vicentino Luciano Vescovi). Ha promesso il sostegno a Bonomi, ma in terra campana l’ex past president Antonio D’Amato probabilmente convergerà su Pasini (perché la candidatura Illy non decollerà), imprenditore che come Mattioli riscuote simpatie ad Avellino e a Salerno (la Mattioli anche a Napoli). In Puglia, con Bari che voterà per Bonomi, gli imprenditori non sono assolutamente posizionati in blocco.