Economia
Confindustria, ecco i nomi per la presidenza: Gozzi, Stirpe, D'Amato e...
Dopo il cambio dello statuto anche gli “ex” possono ambire al ritorno. E il Veneto insidia la Lombardia
Assolombarda in subbuglio, il Veneto (stranamente) unito: Alberto Marenghi, Giuseppe Pasini, Leopoldo Destro, Enrico Carraro (e due outsider)
Tra i nomi al momento più accreditati figura anche quello di Alberto Marenghi, gradito proprio a Carlo Bonomi che l’avrebbe individuato come suo successore. Ma l’uomo di Assolombarda sconta due “vulnus”: il primo è che l’azienda che guida (Cartiera Mantovana Srl) non ha esattamente le dimensioni richieste per un cambio di rotta. E poi perché la moglie è la parlamentare di Fratelli d’Italia Maddalena Morgante, non un buon biglietto da visita per un presidente che con la politica – e il partito di maggioranza a maggior ragione - dovrebbe avere rapporti scevri da eventuali conflitti d’interesse.
Un'altra figura che si sta mettendo in mostra è quella di Emanuele Orsini, che inizialmente sembrava voler sfidare Bonomi per la scorsa elezione prima di ritirare la sua candidatura e accontentarsi della vicepresidenza. E poi c’è Giuseppe Pasini, patron di Feralpi, che però viene visto come nome divisivo, molto legato all’acciaio e poco alla manifattura. Non esattamente l’identikit più giusto per Viale dell’Astronomia.
In Veneto, per la prima volta dopo l’unione di diverse unità territoriali, per la prima volta si ha uno scenario che permetterebbe al Nordest di insidiare la supremazia di Assolombarda. Ci sono tre grandi associazioni: Veneto-Est, che racchiude Padova, Venezia, Rovigo e Treviso (nata dalla fusione delle varie territoriali il 1° gennaio 2023), quella di Vicenza e quella di Verona. Qui i due nomi che vengono fatti sono quelli di Enrico Carraro, presidente di Confindustria Veneto, e di Leopoldo Destro, presidente di Veneto-Est.
Quel che è certo è che se il Veneto, per la prima volta nella sua storia, dovesse trovare unità d’intenti potrebbe fronteggiare Assolombarda. La quale, oltretutto, è spaccata: metà è pronta a sostenere Marenghi, l’altro 50% è ancora alla ricerca dell’identikit più giusto.