Economia
Confindustria, il break al Cavalieri. Le manovre di D'Amato su Grassi
L'operazione verità delle autocandidature e la nuova fase. Rumors
Confindustria si prende un break con vista panoramica sui tetti della Città eterna prima rigettarsi nell’agone della seconda fase della sfida per il voto per il rinnovo della presidenza. A poco dal rintocco del big ben che segna la fine della raccolta firme per le autocandidature, operazione verità sulla reale forza elettorale degli aspiranti alla presidenza, secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it Vincenzo Boccia riunirà tutti i membri del comitato di presidenza (dopo la consueta riunione, in agenda alle 15 a Roma) per una cena al prestigioso ristorante La Pergola del rinomato chef Heinz Beck all’hotel Cavalieri. Una cena gentilmente offerta dall’imprenditore laziale Maurizio Stirpe (che di Boccia è vicepresidente con delega al Lavoro ed anche buon amico di Beck) in cui, fra una portata e l’altra, si farà sicuramente il punto sull’affollata competizione elettorale.
Carlo Bonomi
Da domani, poi, i tre saggi Andrea Tomat, Andrea Bolla, e Maria Carmela Colaiacovo avranno un primo indizio sui posizionamenti nel Sistema ed inizieranno a girare il territorio per sondare il sentiment dei 150 mila associati sul dopo-Boccia. Dopo di che ammetteranno al rush finale i due candidati più gettonati, il cui gradimento sarà sottoposto ai 179 voti del Consiglio generale (il 26 marzo).
Il presidente di Assolombarda Carlo Bonomi parte favorito (gli altri due, sono gli altrettanto determinati Licia Mattioli, vice di Boccia e il presidente di UniBrescia Giuseppe Pasini), ma chi ha alle spalle parecchie tornate elettorali in Viale dell’Astronomia spiega che da domani si aprirà una fase nuova: chi fino ad ora cioè ha raccolto le preferenze con le firme sarà chiamato a consolidare (e ad accrescere) il proprio consenso fra i 179 consiglieri che compongono l’ex Giunta dell’associazione. Industriali spesso soggetti ad ambiziose aspettative di spoil system confindustriale post-designazione e che si muovono giocando anche partite singole.
Fabrizio Ravanelli (Confindustria Piemonte) e Licia Mattioli
Per riuscire a vincere la contesa abbastanza agevolmente e non rischiare capovolgimenti di fronte nel segreto dell’urna (che in passato ha riservato sempre qualche sorpresa) serviranno almeno un centinaio di voti. Da domani inizieranno anche i pronunciamenti delle associazioni territoriali e delle categoriali che compongono il sistema dell’Aquilotto. Associazioni che usciranno con comunicati anche per influenzare il termometro del consenso. Insomma, la confederazione ha davanti ancora un altro mese e mezzo di fuoco.
Giuseppe Pasini
Intanto, dopo il faccia a faccia di ieri fra Mattioli e Bonomi rivelato da Affaritaliani.it, da Radioconfindustria rimbalza un intensificarsi degli sforzi dell’ex past president Antonio D’Amato (sponsor di Andrea Illy) e del suo socio Ambrogio Prezioso, industriali napoletani di peso che siedono entrambi in Consiglio generale, per far naufragare le manovre di Vito Grassi. Pare infatti che il presidente dell’Unione Industriali di Napoli, anche numero uno di Confindustria Campania, abbia giurato fedeltà eterna a Bonomi, rimanendo un po’ sordo rispetto ai desiderata di qualche consigliere campano.
Ci penseranno eventualmente i pronunciamenti formali a favore di uno o dell'altro candidato da parte dei singoli consigli generali delle associazioni a cercare di indirizzare il nome che verrà segnato sulla scheda dai rappresentati in Consiglio. Ma il funzionamento della cinghia di trasmissione non è assicurato. Complice ancora una volta il segreto dell'urna.
@andreadeugeni