Economia
Confindustria, Robiglio per Bonomi. Passo indietro di Orsini pro-Pasini
Mr Federlegno avrebbe fatto un passo indietro appoggiando Pasini. In Consiglio generale la Piccola ha 17 voti complessivi. La mappa del consenso
A sorpresa anche Carlo Robiglio, vicepresidente di Confindustria e presidente della Piccola Industria di Viale dell’Astronomia è con il numero uno di Assolombarda Carlo Bonomi. Chi transita al settimo piano della confederazione degli imprenditori rivela ad Affaritaliani.it che l’industriale piemontese, riconfermato a novembre per il secondo mandato (fino al 2021), è orientato a votare il capo degli imprenditori meneghini nella corsa per la presidenza di Confindustria.
Robiglio descrive infatti Bonomi come persona capace, straordinaria e in grado di fare grandi cose e di fatto, assieme a Unindustria Cuneo schierata su Bonomi, prova a riequilibrare una situazione in Piemonte in cui tutta la Regione è invece compatta su Licia Mattioli, imprenditrice dei gioielli e vice di Vincenzo Boccia con delega all’internazionalizzazione che riscuote il favore anche della Liguria e della Confindustria Toscana Sud.
Carlo Robiglio
Poco però, osservando la mappa del consenso, per contrastare un quadro complessivo che vede il presidente di Assolombarda riuscire ora a far breccia anche nell’importante sotto-associazione del sistema dell’Aquilotto che in Consiglio generale esprime un pacchetto di 17 voti (15 di imprenditori designati più Robiglio e il past president Alberto Baban). Tant’è che Robiglio è stato tirato fino ad ora per la giacca da tutti gli inner circle che appoggiano gli altri candidati e che, per la sua vicinanza a Boccia, è stato sempre posizionato fra gli allineati al presidente di Confindustria: quindi, non pro-candidati lombardi (oltre a Bonomi, c'è il bresciano Giuseppe Pasini) e schierati sui runner, come li definiscono all’interno della confederazione, “di struttura”. E cioè Mattioli ed Emanuele Orsini, che avrebbe fatto un passo indietro appoggiando Mr Feralpi. Robiglio, invece, ha una sua visione "autonoma" della partita e soprattutto farebbe parte di quegli imprenditori piemontesi che sanno che devono avere un piano B nel caso Mattioli non vinca per non rimanere esclusi dallo spoil system confindustriale.
Carlo Bonomi
Mappando il consenso, Bonomi riesce a far breccia in buonissima parte della Lombardia eccetto Brescia, Lecco-Sondrio (su Como sembra che eserciterà particolare influenza la potente Federchimica, ascritta fra i “bonomiani”) e parti di Unindustria Bergamo.
Bonomi fa breccia anche in buona parte del rissoso Veneto, a Pordenone in Friuli e in Emilia, terra del modenese Orsini, dove ha stretto accordi di ferro con il presidente di Confindustria Emilia-Romagna Pietro Ferrari e l’ex numero uno della confederazione regionale Maurizio Marchesini che siedono entrambi in Consiglio generale. Fra i “bonomiani”, Radio Confindustria ascrive anche Confindustria Toscana Nord (dove gli imprenditori di Prato, Lucca e Pistoia devono ancora accendere il disco verde formale), il Lazio e Roma, parti del Sud (anche questo territorio “battuto” in cerca di consenso in maniera certosina) e alcuni Giovani (fra cui il presidente Alessio Rossi).
Vincenzo Boccia
E’ per questo che gli altri tre candidati si stanno parlando per unire le forze in funzione anti-Bonomi con Orsini che avrebbe deciso di appoggiare Pasini in cambio di una vicepresidenza.
Il quinto, Andrea Illy che ha deciso si non partecipare alla fase delle autocandidature perché si è mosso tardi, riscuote successi per il suo “piano per l’Italia” soprattutto a Nordest e si è dato l’obiettivo della raccolta del voto del 20% delle Territoriali. Si sta scontrando, però, con un consenso che per le numerose velleità è già abbastanza strutturato e che lascia quindi poco spazio.
La triplice alleanza fra Mattioli, Pasini ed Orsini per il momento è ancora ai nastri di partenza, vittima dei diversi personalismi, in quanto nessuno vuole fare un passo indietro. Anche se nel terzetto pare che qualcosa stia per sbloccarsi grazie al ruolo federatore del presidente di FederLegno, noto anche fra gli imprenditori in terra lombarda in quanto deus ex machina del Salone del Mobile di Milano.
LE CONSULTAZIONI DEI SAGGI/ Il primo appuntamento è per il 19 febbraio a Roma. A seguire Bologna il 21 febbraio, Milano il 27 e 28 febbraio, Torino il 4 marzo, Napoli il 5 marzo. Le consultazioni si chiuderanno a Milano il 9 marzo. |
Secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it, Orsini che avrebbe maturato di fare un passo di lato sta tessendo i contatti fra Mattioli e Pasini (molti gli incontri in questi ultimi giorni), forte anche di un consenso importante in Emilia-Romagna dove riscuote il favore di big dell’alimentare come Cremonini, dell’automotive come Domenicali della Lamborghini e della filiera della plastica. Consenso della grande industria eventualmente da portare in dote a un imprenditore della classica tradizione industriale come l’ex numero uno di Federacciai Pasini che può contare anche sull'appoggio della grossa Federmeccanica e di Anima (meccanica varia).
E' su Pasini che verte l'architrave della Triplice perché se la Lombardia si compatterà, come vuole il numero uno della Regionale Marco Bonometti, il dopo-Boccia si chiuderebbe anzitempo, portando Bonomi a raccogliere sicuramente il testimone da Boccia senza sorprese in Consiglio.
Cosa farà la Mattioli che sabato a Torino giocherà in casa in un happening per la Confindustria come quello il convegno per i 110 anni della confederazione (alle officine Ogr) e dove Boccia presenzierà il suo penultimo grande impegno associativo (altro è Connext il 27 febbraio)? In platea, dove chi siede in Consiglio generale assicura ad Affaritaliani.it che saranno scambiate anche le ultime firme per le auto candidature (il termine è il 5 febbraio), si farà grande attenzione ai capannelli che si formeranno fra gli imprenditori e alle strette di mano, entrambi forieri di preziosi indizi non solo per la partita nel fronte anti-Bonomi.
@andreadeugeni