Economia
Confitarma scrive alla ministra De Micheli, la logistica non va interrotta
Per il presidente Mattioli il comparto va sostenuto anche con interventi di sostegno al reddito dei marittimi, finanziamenti e riduzione dei costi di approdo
L’eccezionale situazione determinata dall’emergenza epidemiologica che sta costringendo le imprese armatoriali finanche al fermo parziale o totale delle proprie flotte richiede l’individuazione di prime e urgenti misure di sostegno straordinario al comparto dello shipping. Lo sostiene con una lettera al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, il presidente di Confitarma, Mario Mattioli. La confederazione degli armatori sottolinea che il trasporto in generale e quello marittimo in particolare rivestono un’importanza vitale non solo per il funzionamento dell’economia, come i rifornimenti indispensabili di cui il Paese ha bisogno, dalle materie prime liquide e solide ai prodotti finiti, ma anche per i traffici di cabotaggio e per i collegamenti con le isole maggiori e minori, le navi. E i loro equipaggi sono il primo, indispensabile, anello della logistica dei beni di prima necessità, compresi prodotti alimentari, farmaci e dotazioni sanitarie. Logistica che, soprattutto oggi, rileva Confitarma, non può permettersi assolutamente alcuna interruzione.
Queste le richieste al ministro. Un intervento eccezionale di sostegno al reddito a favore di tutti i marittimi italiani e comunitari coinvolti in situazioni di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa a causa del fermo delle navi. Tale misura dovrebbe integrare le risorse del Fondo di solidarietà bilaterale del settore, consentendo il superamento dei massimali aziendali di utilizzo.
Al fine di sostenere i collegamenti marittimi che, nonostante il calo dei traffici e le restrizioni al trasporto passeggeri, continuano a garantire l’approvvigionamento di merci, alimenti e medicinali e prodotti strategici per il Paese, Confitarma auspica interventi volti alla riduzione dei costi di approdo delle navi, circostanza che si sta già verificando in altri Stati membri della Ue. Tra questi, in primo luogo l’esonero temporaneo, a far data dall’adozione delle misure restrittive adottate dal governo, dal pagamento dei diritti e altri oneri portuali e, in aggiunta, la compensazione totale, o quantomeno parziale, delle spese per i servizi portuali, tecnico-nautici e di stiva. Queste misure, sottolinea Confitarma, si dovrebbero applicare alle navi in servizio di cabotaggio nazionale, ro-ro e ro-ro pax impiegate anche su linee di autostrade del mare internazionali che scalano porti italiani. Infine, la temporanea esenzione, totale o parziale, dal pagamento dei canoni concessori dei terminal che operano tali traffici.
Estensione, poi, per un periodo di dodici mesi, alle navi iscritte nelle matricole nazionali e che svolgono attività compatibili con gli orientamenti comunitari in materia di aiuti di Stato ai trasporti marittimi, dell’esonero dal versamento dei contributi previdenziali e assistenziali di cui all’art.6 del decreto-legge n. 457/97 convertito in legge n.30/98.
Ancora, finanziamenti fino a tre anni a valere su Fondi Cassa depositi e prestiti (Cdp) e con garanzia statale di ultima istanza erogati direttamente dalla Cassa o dalle banche agenti in base ad una convenzione, per far fronte all’aumento dei costi operativi di gestione. Tale proposta, sostiene Confitarma, prende spunto dal decreto “Cura Italia”, che prevede il sostegno alla liquidità delle imprese colpite dall’emergenza epidemiologica “Covid-19” attraverso finanziamenti da parte di Cdp, anche nella forma di garanzia cosiddetta “a prima perdita”.
Sospensione, al fine di adeguare i piani alle mutate contingenze, relativa a qualsiasi atto processuale, comunicazione, adempimento inerenti a procedure ex art. 161 e 182/bis della legge fallimentare, giustificata con l’impossibilità di rispettare i termini previsti dalla legge stante il processo di revisione dei piani e la difficoltà di elaborazione degli stessi.
Confitarma informa infine che si è attivata inoltre con l’Abi al fine di adottare uno schema di accordo che consenta alle imprese del settore il diritto di “estensione” degli attuali finanziamenti ipotecari fino ad un massimo del 100% della durata residua degli stessi (compatibilmente con la validità delle garanzie sottostanti).