Economia

Cop29 di Baku senza speranza. Il premier azero apre i lavori così: "Il petrolio è un dono di Dio"

di redazione economia

Aliyev manda un messaggio chiaro ai grandi della Terra alla Conferenza mondiale sul clima. Oggi interverrà la premier Meloni

Cop29 di Baku: l'invito ai talebani, la difesa del petrolio e l'ombra di Trump

La Conferenza di Baku sul clima si apre con una frase del padrone di casa, il premier dell'Azerbaijan Ilham Aliyev che fa capire chiaramente che la Cop29 non porterà a concreti passi avanti nella lotta contro il cambiamento climatico, vista anche la recente elezione di Trump alla Casa Bianca che ha già annunciato l'intenzione di far uscire gli Usa dal trattato di Parigi. Aliyev, dopo aver respinto l’etichetta di "petro-Stato" — "produciamo meno dell’1% del petrolio e gas mondiale" — ha osannato i combustibili fossili come "un regalo di Dio", come il sole, il vento, l’oro o l’argento. "I Paesi non dovrebbero essere incolpati perché li posseggono. O se portano queste risorse sul mercato, perché il mercato ne ha bisogno". Il primo ministro ungherese Viktor Orban, che detiene la presidenza di turno del Consiglio dell’Ue, - riporta Il Corriere della Sera - gli ha fatto eco invitando a "continuare a portare avanti la transizione verde pur mantenendo il nostro uso di gas naturale, petrolio e energia nucleare".

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Questa mattina è previsto l’intervento della presidente del Consiglio italiana, Giorgia Meloni, sesta leader a prendere la parola nella sala plenaria. Si respira un clima straniante e un po’ sinistro a Baku, tra le tante poltrone vuote lasciate dai leader dei Paesi più sviluppati, bacchettati dal dittatore bielorusso Lukashenko — "i responsabili sono assenti, non c’è nulla di cui essere orgogliosi". Sul piano negoziale, - prosegue Il Corriere - è stato firmato l’accordo che renderà operativo dal 2025 il Fondo aiuti per le perdite e i danni (Loss&damage) per sostenere i Paesi più vulnerabili a fronteggiare le conseguenze dei cambiamenti climatici. Molte polemiche sta invece suscitando la bozza di intesa raggiunta per l’istituzione di un mercato mondiale delle emissioni di carbonio, sotto il controllo dell’Onu. Un tema da molti anni fermo per i veti contrapposti, che a Baku è stato sbloccato dietro le quinte, e senza un vero dibattito, dalla presidenza azera.

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