Economia

Coronavirus, istituti divisi sulla prevenzione. Bancari vicini allo sciopero

Andrea Deugeni

La Fabi chiede il modello Intesa e Montepaschi per tutte le banche: in filiale solo su appuntamento per garantire una maggiore prevenzione

Non solo i metalmeccanici, anche i bancari sono vicinissimi allo sciopero. Spinti dalla competizione nel mercato, gli istituti di credito vanno in ordine sparso per quanto riguarda la prevenzione nell'emergenza coronavirus sulla presenza dei dipendenti in filiale e i sindacati dei lavoratori minacciano la serrata, chiedendo che venga esteso il modello Intesa-Sanpaolo e Montepaschi nell'erogazione dei servizi bancari agli sportelli. 

Le associazioni di rappresentanza dei lavoratori, capeggiate dalla Fabi, il sindacato più rappresentativo fra i bancari guidato da Lando Sileoni, hanno chiesto un incontro urgente all'Associazione bancaria italiana (Abi, la Confindustria delle banche, ndr) sul tema della prevenzione e sicurezza dei lavoratori a fronte della diffusione dell'epidemia, minacciando uno sciopero, in caso di risposte non soddisfacenti. La questione l'ha spiegata bene in un'intervista televisiva Sileoni che ha accusato i principali gruppi bancari di andare "in ordine sparso" sulla questione.

sileoni
Il segretario generale della Fabi Lando Maria Sileoni

Le banche rientrano tra i servizi pubblici essenziali e non possono chiudere i battenti, ma i sindacati hanno chiesto una soluzione drastica per ridurre al minimo la presenza di clienti e di personale all'interno delle filiali: ingresso solo su appuntamento. Opzione applicata fra i grandi gruppi solo da Intesa-Sanpaolo e da altre realtà come Montepaschi, ma non ancora da tutte.

"Le banche non devono farsi la guerra fra loro anche su queste cose, se il governatore della Lombardia o del Piemonte decide che si può andare in banca solo su appuntamento, le banche si devono adeguare, soprattutto i grandi gruppi bancari del Nord; se non lo faranno ci porteranno allo sciopero".

Antonio Patuelli (pres. Abi), Giovanni Sabatini
 

"Nelle stragrande maggioranza delle filiali aperte si lavora senza mascherine, senza gel igienizzanti e senza guanti forniti dall'azienda. Al massimo, usano quelli di loro proprietà", ha denunciato poi Sileoni che ha aggiunto: "La soluzione migliore era sospendere l’operatività delle filiali ma non hanno chiuso per competizione sfrenata e tra l'Abi e le banche è accaduto quello che si è verificato tra il governo e le regioni: è mancato un coordinamento e i singoli gruppi bancari sono andati in ordine sparso".

@andreadeugeni