Economia
Coronavirus, senza un Welfare di precisione l’Italia resta nella tempesta
Guzzetti: “Un paese che non risolve i suoi problemi sociali rincorre invano il suo sviluppo economico”
Si è tenuto oggi in forma digitale il Welfare Italia Forum, l'appuntamento annuale organizzato dal think tank nato dalla collaborazione tra il Gruppo Unipol e Ambrosetti - The European House
L’emergenza sanitaria ci ha messo di fronte a una certezza: il nostro sistema di welfare è fragile. Il sistema sanitario ha subito uno stress-test senza precedenti, mentre crescono senza sosta le disuguaglianze sociali, la disoccupazione e la povertà.
Secondo una survey di The European House Ambrosetti la community percepisce l’attuale situazione emergenziale come particolarmente grave e prevede un lento ritorno alla normalità: secondo il 48,7% la seconda ondata è addirittura più grave della prima, per il 41% ugualmente grave e solo per il 10,3% meno grave.
Ferma quindi la percezione di trovarsi all’interno di una vera e propria tempesta, che mette a nudo instabilità e contraddizioni preesistenti nel tessuto sociale del nostro Paese.
Se n’è parlato oggi in occasione dell’evento annuale dedicato al Welfare e organizzato dal Gruppo Unipol e Ambrosetti-The European House, la cui missione è quella di fornire un contributo alla trasformazione del nostro sistema, rendendolo più sostenibile e inclusivo.
Stefanini: “Salvaguardare la visione universale del Welfare e promuovere nuove traiettorie e alleanze tra pubblico e privato”
A introdurre i lavori Pierluigi Stefanini, Presidente di Unipol, che ha messo in evidenza: “Il welfare è un ecosistema fondamentale, e bisogna avere una visione olistica. Se parliamo di sanità un’importante componente è la dimensione sociale. Si tratta di avere un approccio integrato e di partecipazione condivisa per rispondere a questa eccezionalità pandemica”
“Abbiamo l’impegno di promuovere nuove traiettorie, perché non tornerà tutto come prima. Innanzitutto bisogna creare nuove alleanza tra pubblico e privato. L’idea che ci accompagna è quella di trovare nuove soluzioni che siano capaci di salvaguardare la visione universale del Welfare. Occorre cogliere le differenze, le disuguaglianze sia sociali sia territoriali, per avere un welfare che possa produrre benessere sociale, il che è integrato nello sviluppo economico. Il nostro paese ha di fronte una grande sfida e deve cogliere le sfide che l’Europa ci sta ponendo: la digitalizzazione, la sostenibilità e l’inclusione sociale. È giunto il momento di partecipare tutti insieme per raggiungere, con il concorso di tutti, questo scopo”.
Valerio de Molli: “Rapporto Welfare 2020, Necessario Welfare New Deal interpretato con un Welfare di precisione: puntare su sanità, politiche sociali e previdenza”.
Sono dieci i messaggi sui quali l’Osservatorio di The European House Ambrosetti invita alla riflessione, come sottolinea De Molli, Managing Partner e CEO, The European House – Ambrosetti, durante la sua presentazione del Rapporto realizzato quest’anno:
La pressione è sul lato previdenziale: L’Italia è prima in Europa per incidenza della previdenza, mentre al di sotto della media per sanità e politiche sociali
“Il welfare vale in Italia il 57,7% della spesa totale pubblica (+4,1 p.p. negli ultimi 10 anni e +0,4 p.p. nell’ultimo anno) Il Think Tank "Welfare, Italia", conferma il progressivo "sbilanciamento" della spesa in welfare verso la componente previdenziale (+7,7 p.p. negli ultimi 10 anni e +0,9 p.p. nell’ultimo anno)”
Invecchiamento della popolazione: il saldo della popolazione italiana è in costante declino
“L’Italia è stretta a una "doppia tenaglia" che frena il potenziale di crescita: è il Paese europeo con la più alta quota di popolazione over-65 (22,8%) e uno con i più bassi tassi di natalità (1,29 nati per donna vs. in 1,56 Europa)”
Mercato di lavoro sfavorevole a giovani, donne e stranieri
“Il mercato del lavoro presenta diverse criticità: Il tasso di disoccupazione giovanile è al 29,2% rispetto a una media del 15% in Europa La partecipazione femminile al lavoro e il tasso di occupazione dei residenti stranieri sono rispettivamente 13,5 e 7,7 punti percentuali inferiori alla media europea Le misure e gli strumenti per sostenere la partecipazione al lavoro e il reinserimento dei disoccupati non sono efficaci”
Eterogeneità delle regioni: i dati confermano squilibrio nord-sud
“Il sistema di welfare mostra forti disomogeneità tra le Regioni italiane nella capacità di rispondere alle esigenze dei cittadini: secondo il Welfare Italia Index, in una scala tra 0=min e 100=max, tra la prima e l’ultima Regione vi sono oltre 28 punti di differenza”
La crisi economica dovuta alla pandemia: il 2020 rischia di essere il terzo anno peggiore da oltre 150 anni
“La pandemia COVID-19 avrà conseguenze significative sulla capacità di sviluppo dell’Italia, già reduce da una bassa crescita negli ultimi vent’anni: il modello di The European House - Ambrosetti prevede per il 2020 un crollo del PIL italiano del -10,8%, con una previsione di rimbalzo nel 2021 tra l’1,5% e il 6,7%, comunque lontano dal livello pre-COVID”
Impoverimento delle famiglie italiane : nonostante il divieto ai licenziamenti, l’OECD stima una perdita per l’Italia di 1,48 milioni di posti di lavoro a fine 2020
“La crisi COVID-19 determinerà un impoverimento della popolazione italiana: nel 1° semestre i posti di lavoro in Italia sono diminuiti di oltre 800 mila unità e a fine anno potranno ridursi fino a 1,5 milioni. Senza significative politiche di welfare, la pandemia potrebbe triplicare il numero di famiglie in povertà assoluta
Il ruolo dell’Europa: l’UE ha dimostrato una capacità di reazione senza precedenti
“Il welfare è un fondamentale strumento di "mitigation" e anche a livello europeo sono state stanziate risorse ingenti a sostegno dei sistemi nazionali introducendo per la prima volta strumenti di welfare europei”
Sanità: negli ultimi 10 anni la spesa sanitaria italiana è cresciuta del +2,9% in valore assoluto, ma è diminuita di -0,6 punti percentuali in rapporto al PIL
“La componente sanitaria del sistema del welfare ha subito uno "stress test " immediato, dimostrando in Italia una capacità di reazione importante, ma generando anche un aumento di costi che porterà la spesa sanitaria italiana nel 2020 a superare i 120 miliardi di Euro (+4,7% rispetto all’anno precedente)”
Politiche sociali: la cassa integrazione ha raggiunto livelli senza precedenti
“Gli strumenti di politica sociale attivati per gestire la pandemia COVID-19 hanno garantito la continuità lavorativa e protetto le fasce più deboli richiedendo risorse complessive superiori a 42,9 miliardi di Euro nel 2020 e determinando una condizione di non sostenibilità nel lungo periodo”
Previdenza: dal 2009 al 2018 la spesa previdenziale italiana è incrementata del 15,2% in valore assoluto e di +0,5 punti percentuali rispetto al PIL
“Oltre all’impoverimento delle fasce più vulnerabili, la componente della previdenza è già penalizzata da una spesa in aumento, anche a causa dalle risorse richieste da "Quota 100" (63 miliardi di Euro stimati fino al 2036)”
Famiglie, Bonetti: “Nessuna politica per la natalità potrò essere efficace senza la valorizzazione del lavoro femminile”
Il Family Act (Conte II) prevede nuove misure a sostegno delle famiglie, in una logica che Elena Bonetti, Ministro per le Pari Opportunità e la Famiglia, ha definito “di politica di progresso e non dell’oggi eterno”. La Ministra ha infatti sottolineato:
“Abbiamo tutti la percezione netta di trovarci in una tempesta. Seneca diceva che non c’è nessun vento favorevole per un marinaio che non abbia idea di dove sia il porto nel quale dirigersi. Serve non solo leggere l’oggi, ma trovare una direzione”.
“Il rapporto nati-morti, uscito primo della pandemia, collocava già il nostro paese in una dinamica sociale e economica da dopo-guerra. La genitorialità interessa un investimento su tutte le dinamiche umane, ci troviamo a dover agire su questa situazione drammatica”.
“Ho la percezione che per troppo tempo abbiamo affrontato le politiche sociali su due polarizzazioni conflittuali non risolte: c’è sempre una sorta di conflitto tra l’oggi e il futuro. Questi due tempi del vivere non si sono mai integrati in una visione che li ricomprenda come essenziali entrambi”.
Il conflitto si è certamente acuito con la pandemia: da considerare infatti non più un futuro sicuro, ma un avvenire caratterizzato dalla catastrofe, dagli avvenimenti non controllabili e dalle insicurezze. In questo scenario va completamente rivisto il ruolo delle donne:
“Nessuna politica per la natalità potrò essere efficace senza la valorizzazione del lavoro femminile. L’assegno unico universale inserito nel Family Act va in questa direzione. Ma un investimento solo economico non sortirebbe il giusto effetto senza degli investimenti nei servizi educativi”.
“Nell’ambito del piano della Next Generation EU inseriremo un cluster sull’empowerment femminile dedicato all’occupabilità delle donne. In particolare vorremo lavorare su un investimento straordinario sull’imprenditorialità femminile, su uno strumento che andrà a certificare le politiche delle imprese rispetto all’inclusione di genere, su un investimento sugli asili nidi, su piano straordinario per la formazione digitale e anche sulla promozione della presenza femminile nelle materie STEMM”.
Sanità, Ricciardi: “Corriamo il rischio di essere tagliati fuori dalla trasformazione digitale. Dobbiamo mettere a fattor comune le nostre energie. Cinque i pilastri sui quali intervenire subito”
Sono cinque i pilastri sui quali secondo Walter Ricciardi (consigliere del ministro della Salute per i rapporti con le istituzioni sanitarie internazionali per l'emergenza Covid-19 e presidente del Mission Board for Cancer) dobbiamo agire subito, per non arrivare a un definitivo crollo dell’edificio già precario del nostro sistema sanitario:
“Il primo punto riguarda gli squilibri regionali, i quali sono insanabili e incolmabili, serve quindi un intervento a livello centrale. Serve poi una strategia riorganizzativa del servizio sanitario nazionale, l’ultima è del 1982. Abbiamo infatti visto che il pilastro dell’ospedale non è assolutamente sufficiente”.
“Il terzo punto riguarda invece il sistema di assistenza medica primaria, quella dei medici di famiglia: si deve aprire una discussione seria per mettere a sistema questo servizio. Il quarto punto è insistere sulla prevenzione: non possiamo fare in questo momento tantissimi screening oncologici e prevediamo un aumento dei morti per tumore. Infine il pilastro dell’innovazione digitale: la sanità del futuro sarà la condivisione dei dati. Come stiamo affrontando questa trasformazione? In maniera frammentata e senza un’adeguata visione”
Insomma Ricciardi invoca maggiore centralità dello Stato, maggiore condivisione di idee in nome di una visione chiara e, soprattutto strutturale, del futuro.
L’Europa, De Romanis: “Risorse UE, serve metodo. Abbiamo bisogno di più spesa nella sanità, nelle politiche sociali, mentre va rivista la spesa previdenziale”.
Le grandi sfide fino ad ora accennate, partono tutte dalla prova imminente che incombe: evitare gli errori del passato nella gestione delle risorse europee. Eppure anche qui le perplessità non mancano.
Innanzitutto con la seconda ondata sembrerebbe che vadano pensati altri strumenti, perché le risorse non sono più sufficienti. Ma quello che sembra ancora mancare è la costituzione di un metodo. Come sottolinea Veronica De Romanis, professore di Politica Economica Europea, Stanford University, Firenze e LUISS Guido Carli, Roma:
“Abbiamo già speso 100 miliardi di nuovo debito, più della metà non sono andati e ai veri poveri: stiamo spendendo male. L’Italia sta spendendo moltissimo, con delle misure che non sono di corto respiro, con un impatto sull’economia molto limitato. Occorre concentrarci sulle priorità: dobbiamo fare investimenti mirati su formazione, sulla demografia e delle vere e proprie riforme sulla PA. Abbiamo bisogno di più spesa nella sanità, nelle politiche sociali, mentre va rivista la spesa previdenziale. Un’altra priorità è la creazione di comunità di reti digitali, infrastrutturali, formative, sanitarie, sociali e generazionali”.
Terzo settore, Guzzetti: “Il pubblico, le aziende e il privato sociale, che è presidio forte di democrazia, devono agire insieme”
Arriva poi il messaggio di un punto di riferimento per il terzo settore, Giuseppe Guzzetti già Presidente, Fondazione Cariplo; advisor scientifico del Think Tank “Welfare, Italia”, che con forza ha invocato una mobilitazione collettiva per arginare la catastrofe:
“ La situazione attuale pone tanta attenzione sulla crisi economica ma accanto a questa drammatica crisi c’è la crisi dei bisogni sociali. Intendo la povertà educativa infantile, gli anziani, i disabili… Solo per fare un esempio, recenti indagini e previsioni parlano di sette milioni di poveri in Italia, i bambini in povertà educativa saranno il doppio”
“Un paese che non risolve questi problemi sociali, invano rincorre il suo sviluppo economico. Abbiamo questa visione drammatica dei bisogni sociali che la parte pubblica non copre, ma abbiamo una parte del terzo settore rappresentato da 400 mila enti, onlus ecc che mobilitano 5 milioni di volontari e hanno un milione e cento mila dipendenti”.
“Fino a poco tempo fa si pensava che un’azienda profit dovesse pensare solo al profitto, ma adesso le cose stanno cambiando e le aziende stanno investendo molto sulla responsabilità sociale. Dobbiamo far dialogare questo mondo con il terzo settore. Che ognuno faccia la propria parte: il pubblico, le aziende e il privato sociale, che è presidio forte di democrazia, devono agire insieme.
Politiche sociali, Cimbri, CEO Unipol: “il MES va preso, si ponga fine a questo dibattito filo-ideologico”
Carlo Cimbri, CEO di Unipol ha poi preso la parola per sottolineare: “Da diverso tempo qui a Welfare Italia cerchiamo di sensibilizzare l’opinione pubblica, la politica e i nostri cittadini sull’evoluzione del nostro sistema di welfare che presentava già una serie di criticità, che non derivano da una situazione eccezionale, ma oggi la pandemia mette a nudo e enfatizza una serie di criticità”.
“Il problema è che si spende male: non ci può essere sviluppo economico senza che ci sia una forte coesione sociale, quindi un’adeguazione del welfare ai tempi che viviamo. Il tema di come si spende, a maggior ragione in un’economia di guerra, è fondamentale. Il debito oggi va preso, perché come un bravo amministratore di un’azienda sa, i soldi si prendono dove costano meno. Ecco perché, da cittadini, dico che il MES va preso, si ponga fine a questo dibattito filo-ideologico. Tutti i dati illustrati oggi ci hanno dimostrato che non c’è welfare senza sviluppo economico, e non c’è sviluppo economico se non c’è imprese e lavoro”.
“Normale che durante un’emergenza bisogna coprire le falle più grosse, però la crescita e lo sviluppo non passano attraverso misure estemporanee”
“Un terzo della spesa sanitaria è pagato dal privato, ma la cosa drammatica è che solo una piccolissima parte è pagata attraverso forme di sanità collettiva. Tutto il resto è pagato direttamente dal reddito delle famiglie: questo in prospettiva è pericolosissimo perché rimarranno tagliate fuori le fasce più basse della popolazione”
Il Ministro Gualtieri: “Continuare con questa ricetta economica. Favorevole a un modello di welfare basato sulla complementarietà"
“Sono a favore di un modello di integrazione sulla complementarietà, e non sulla competitività. Un modello nel quale si capisca meglio chi fa cosa aiutando a rafforzare la capacità del welfare pubblico per dar a tutti le prestazioni di più alto livello. Se si va su un modello di integrazione c’è anche il tema dell’efficienza” ha evidenziato il Ministro dell’Economia e delle Finanze Gualtieri che conclude il webinar spiegando: “Se noi guardiamo al famoso rimbalzo italiano del terzo trimestre il commento degli osservatori internazionali è stato per la massiccia diffusione di risorse. Adesso ci sarà un nuovo rallentamento a causa della seconda ondata, ma bisogna continuare con questa ricetta economica”.
“Il meccanismo dei ristori è stato molto efficiente nella prima fase, per questo abbiamo deciso ora di privilegiarlo. Ci sono stati altri aspetti più problematici come le ingenti risorse sanitaria che non sono state immediatamente scaricate a terra. Sono emerse eccellenze e debolezze dello stato italiano e sappiamo che dobbiamo migliorare”.
L’intero dibattito è stato accompagnato dalla metafora dalla tempesta, accostata alla nostra Italia già dalle antiche terzine dantesche. C’è un episodio nella Commedia molto significativo: a un certo punto Virgilio, guida celeberrima che accompagna il viaggio del giovane poeta, sorregge con entrambe le braccia Dante per permettergli di proseguire. L’essenza del welfare ruota intorno al concetto del prendersi carico dei più fragili per non lasciare indietro nessuno. La pandemia ha senz’altro scosso con prepotenza le convinzioni di tutti, annebbiando la nostra visione del domani, percepito come un avvenire incerto, e per certi versi catastrofico, mentre sono troppe le persone lasciate indietro, tra cui sempre di più i giovani e, in particolar modo, le giovani mamme.
Dai dati emersi durante il convegno di oggi risulta evidente come navigare nella nebbia non sia più possibile; è giunta l’ora di tracciare la rotta, di prendersi carico di chi non riesce più a proseguire da solo, anche perché il divario generazionale che si prospetta sarà altrimenti difficilmente sanabile. Come sottolineato da Carlo Cimbri: “La nostra generazione ha una responsabilità tremenda sul futuro dei più giovani”