Economia

Corte dei conti: "Ciclabilità in ritardo". Tirata d'orecchie a Salvini e...

di Nino Sangerardi

Le carenze emerse sono legate anche alla tardiva adozione (agosto 2022) del Piano generale della mobilità ciclistica, atteso sin dal 2018

Corte dei Conti sulla gestione del Sistema ciclovie turistiche

“Sono numerosi i ritardi rilevati nella progettazione e realizzazione del Sistema nazionale delle ciclovie turistiche e degli interventi a sostegno della ciclabilità cittadina, con riflessi critici sulla gestione delle ingenti risorse messe a disposizione tra il 2018 e il 2023”.

È quanto evidenzia la Corte dei Conti nella relazione con oggetto lo stato di avanzamento delle dieci ciclovie italiane (tra cui: ciclovia del Sole Firenze-Verona, ciclovia Venezia-Torino, ciclovia dell’Acqua Puglia-Basilicata Acquedotto Pugliese e il Grande Raccordo anulare delle biciclette in Roma) e la messa in opera di altrettanti itinerari archeologico-culturali a bassa velocità, con titolarità in capo ai Ministeri infrastrutture e trasporti, della cultura e del turismo.

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La norma di riferimento (Legge n.208/2015) prevedeva di realizzare il Sistema delle ciclovie turistiche, progetti concernenti la sicurezza ciclistica, autorizzando la spesa di 17 milioni di euro per l’anno 2016 e di 37 milioni di euro per ciascuno degli anni 2017 e 2018, successivamente ristanziati.

In merito alla programmazione - sostengono i Magistrati contabili – le carenze emerse sono legate anche alla tardiva adozione (agosto 2022) del Piano generale della mobilità ciclistica, atteso sin dal 2018, e le lentezze procedurali osservate hanno inciso direttamente sulla gestione dei finanziamenti con numerose ritmicità inerenti al loro effettivo realizzo e indicativa di una capacità di spesa davvero ridotta.

Inoltre, l’insufficiente coordinamento tra le Pubbliche amministrazioni interessate è risultato elemento di particolare problematicità sul versante realizzativi, considerando le tempistiche dell’intervento PNRR sul “Rafforzamento della mobilità ciclistica” tuttora in corso.

A giudizio della Corte dei Conti, la differenza tra costi medi sostenuti per le varie ciclovie, oltre a rendere indispensabili interventi all’insegna di una maggiore economicità, mette in luce la necessità di un esame centrale più efficace nella conduzione delle risorse e delle procedure, per il rispetto dei criteri programmatici e, in caso di operazioni non più avviabili, per il recupero delle sovvenzioni erogate e l’eventuale riutilizzo che renderanno fondamentale la collaborazione del Ministero dell’Economia e Finanze.

La carenza di programmazione ha contrassegnato anche l’azione delle Amministrazioni sul territorio che, non avendo predisposto pianificazioni specifiche in tal senso, in molti casi, hanno dovuto rinunciare ai finanziamenti previsti che sono finiti in economia.

Tra le non poche raccomandazioni stilate dai Giudici c’è quella del rispetto dei costi standard enucleati dal Piano nazionale mobilità ciclistica e dei costi medi al chilometro stabiliti in sede di regolamentazione interna, e l’invito all’Amministrazione, in sinergia con il competente Ufficio centrale di Bilancio, a volere “adottare le misure necessarie per consentire, stante la riorganizzazione ministeriale in atto, che al riaccorpamento di funzioni e compiti corrisponda una razionalizzazione nella distribuzione della titolarità dei poteri di gestione delle risorse destinate alle relative misure”.

Il rapporto dei Magistrati è stato inviato a Ministero Economia e Finanze, Ministero Turismo, Ministero Cultura, Ministero trasporti e infrastrutture. Quest’ultimi, entro sei mesi dalla data di ricevimento della deliberazione, devono comunicare alla Corte i provvedimenti consequenziali adottati.