Economia
DeA Capital saluta Piazza Affari: De Agostini lancia un'Opa a 1,5 euro
Il gruppo, che controlla già il 67% della società di private equity, ha annunciato il delisting. L'offerta riguarda il 32% del capitale per un totale di 85,7mln
De Agostini, DeA Capital dice addio alla Borsa. L'offerta verrà lanciata da Nova
La famiglia De Agostini si appresta a lasciare Piazza Affari. Il gruppo ha lanciato un'Opa totalitaria sulla controllata DeA Capital, con l'obiettivo di cancellare la quotazione del titolo in Borsa. De Agostini controlla già il 67,062% di DeA Capital, l'offerta riguarda il 32,156% del capitale, pari a 85,7 milioni di azioni; i titoli rimanenti sono azioni proprie in portafoglio. L'offerta, che sarà lanciata attraverso la società Nova srl, è di un corrispettivo di 1,50 dollari per azione, inclusivo delle cedole relative a eventuali dividendi distribuiti dall'emittente, contro un prezzo di Borsa di ieri di 1,144 euro, per un controvalore complessivo di 128 milioni di euro.
L'efficacia dell'Opa è condizionata al raggiungimento di una soglia di partecipazione complessiva superiore al 90% del capitale. Il documento di offerta verrà presentato alla Consob entro 20 giorni da oggi. DeA Capital, riporta la comunicazione del gruppo motivando l'offerta, nel corso degli anni ha modificato il proprio modello di business, progressivamente abbandonando la strategia di operatore diretto – come investitore – in rilevanti operazioni di private equity e divenendo un Alternative Asset Manager, e quindi un gestore di fondi di terzi, con ampio spettro di prodotti gestiti. Il nuovo posizionamento si traduce in un modello di business molto meno capital intensive, e quindi nel venir meno dell’esigenza di ricorrere anche al capitale di terzi per lo sviluppo del business stesso, esigenza che aveva rappresentato una delle ragioni fondamentali alla base della quotazione dell’Emittente.
DeA Capital saluta la Borsa, per De Agostini il delisting assicurerà una maggiore flessibilità gestionale
A giudizio dell’offerente, si afferma, "il delisting assicurerà all’emittente una maggiore flessibilità gestionale, oltreché un indubbio risparmio di costi. Come società non quotata, caratterizzata da una maggiore flessibilità operativa e organizzativa, l’emittente sarà in grado di accelerare la sua strategia di investimento e di creazione di valore e saràmeglio in grado di perseguire potenziali opportunità di crescita, beneficiando di una maggiore rapidità nell’assunzione e nella messa in atto di decisioni di investimento, e di una più significativa possibilità di focalizzazione su progetti di sviluppo che per la natura dell’attività presentano orizzonti di medio e lungo periodo e possibili investimenti con impatti negativi sui risultati economici di breve".
In più, "i costi connessi alla quotazione non appaiono giustificabili alla luce della scarsità dei volumi scambiati e della elevata volatilità del titolo". Inoltre "si evidenzia che prospetticamente ci si attende che sia in caso di Delisting, sia in caso di mantenimento della quotazione dell’emittente, il flusso dei dividendi attesi annuali possa essere inferiore rispetto agli ultimi esercizi, in quanto il cambiamento del modello di business e la rifocalizzazione sulle attività di Alternative Asset Management precedentemente descritti hanno comportato la restituzione ai soci del capitale in eccesso da parte dell’Emittente attraverso rilevanti distribuzioni straordinarie".