Economia

Dl Sostegno, codici Ateco eliminati: via libera agli indennizzi entro venerdì

Per il calcolo delle risorse da erogare si terrà conto del calo di fatturato accusato nell'intero 2020

Il decreto Sostegno è atteso in Cdm entro la fine di questa settimana. Il provvedimento userà tutti i 32 miliardi di scostamento di bilancio autorizzati a gennaio, ed eventualmente anche risorse "avanzate" dai dl precedenti. Per i soli indennizzi a 2,8 milioni di partite Iva e attività dovrebbero essere stanziati circa 12 miliardi, ma la vera novità sta nel fatto che per il calcolo delle risorse da erogare si terrà conto del calo di fatturato accusato nell’intero 2020 rispetto al 2019, senza la babele dei codici Ateco.

Andrebbe così in soffitta il metodo utilizzato dal Conte 2 nei vari decreti "Ristori", che a partire da aprile 2020 - data del primo provvedimento - concesse gli aiuti in base alle perdite che si registravano rispetto allo stesso mese del 2019. Parametro poi riutilizzato anche nei dl successivi.

"Le proposte di modifica al decreto sostegno sono un cantiere aperto, il decreto e' in ritardo, il nuovo ministro dell'Economia ha dovuto lavorarci e non poco. Il decreto ha tenuto molto conto delle proposte di Forza Italia. Noi abbiamo da sempre lamentato che il mondo era spaccato con i garantiti e i non garantiti, tutto questo non funziona piu' ed e' quanto abbiamo chiesto all'attuale governo", ha detto la capogruppo di Forza Italia al Senato, Annamaria Bernini, nel corso della presentazione delle proposte del partito per rafforzare il decreto Sostegno. "Abbiamo chiesto e ottenuto l'eliminazione dei codici ateco e grazie a noi e' stata ampliata fortemente la platea dei destinatari del provvedimento. Chiediamo di rinviare le cartelle esattoriali non fino ad aprile - ha spiegato - ma almeno fino a fine anno per coloro che sono stati travolti dalla crisi, chiediamo una rottamazione delle cartelle che si prolunghi nel tempo e una cancellazione delle cartelle esattoriali inesigibili".

Lo schema dovrebbe essere questo: con perdite di almeno il 33%, si ristorerà il 30% per chi nel 2019 ha fatturato fino a 100mila euro, il 25% con fatturati fino a 400mila euro, il 20% da 400mila euro fino a un milione, e il 15% nella fascia 1-5 milioni di fatturato. Ma la platea potrebbe ampliarsi ancora, e infatti sarebbe allo studio del Mef anche l'introduzione di un quinto scaglione con fatturati compresi tra 5 e 10 milioni, a cui spetterebbe un ristoro del 10% delle perdite.

Circa 10 miliardi dovrebbero essere stanziati per il pacchetto "Lavoro", con il rifinanziamento - per tutti - della Cig fino a giugno (e fino a ottobre per le aziende più piccole che non hanno la Cig ordinaria), e un nuovo blocco ai licenziamenti per le imprese che hanno la cassa ordinaria fino al 30 giugno, esteso fino a ottobre con Cig in deroga o Fis. Attesa inoltre anche la proroga per due mesi dell indennità di disoccupazione Naspi, il rifinanziamento - con 1 miliardo - del reddito di cittadinanza e altre tre mensilità per i percettori del reddito d emergenza.

Per il capitolo fiscale, dovrebbe scattare la proroga della sospensione per i versamenti legati alle cartelle fiscali e agli avvisi esecutivi fino al 30 aprile, e anche il rinvio per le rate di rottamazione ter e del saldo e stralcio: il pagamento delle rate slitterebbe al 31 luglio, mentre per quelle in scadenza nel 2021 dovrebbe slittare al 30 settembre. Resta in piedi anche l'ipotesi dello stralcio delle cartelle pre-2015 fino a 5mila euro. Ma i 32 miliardi - come ha detto pubblicamente Mario Draghi - non bastano, e il Governo prepara un nuovo scostamento di bilancio (si stimano circa 20 miliardi) da proporre insieme al Def di aprile.