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Economia
Donnarumma, nodo liquidazione: il precedente di Del Fante da Terna a Poste

Il manager, giustamente, chiede analogo trattamento. E non è disposto a fare sconti perché sa di essere stato umiliato. Gli addetti ai lavori chiosano che l’eccessiva esposizione mediatica gli avrebbe nuociuto: Donnarumma parlava già da amministratore delegato in pectore di Enel e ha fatto drizzare le antenne della comunità finanziaria, che ha voluto vederci più chiaro e ha dato un parere quantomeno tiepido.

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Nei piani alti di una grande azienda si è addirittura creata una storiella che esemplifica bene che cosa sia successo al manager: è la metafora del corridoio. Il potere va inteso come un lungo insieme di uffici, uno di fronte all’altro. Capita che qualcuno che ne occupa uno ne veda un altro più grande, più luminoso, più bello. Così decide di lasciare la propria stanza con le proprie cose e di incamminarsi verso l’ufficio che si è scelto. Ma quando si arriva davanti alla porta l’amara sorpresa: la scrivania è già occupata. Allora, precipitosamente, si torna nella propria stanza abbandonata troppo in fretta. E qui la doccia gelata: è anch’essa occupata.

Questa parabola chiarisce benissimo come siano state intese le mosse di Donnarumma: troppo affrettate e, per questo, insufficienti a trovare la collocazione ambita. Ma la certezza è che a breve si troverà un altro posto per lui. Non è detto che sia un ufficio più bello di quello di Terna. Ma un posto di prestigio un manager come lui lo merita, eccome.

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