Economia
WebSoft, due terzi dei profitti nei paradisi. Le furbate in Borsa di Amazon&C

Il rapporto di R&S - Ricerche e Studi, l'area studi Mediobanca, sulle 21 WebSoft mondiali
Amazon&C, i colossi del WebSoft (software and web companies) hanno visto raddoppiare i ricavi in cinque anni dal 2013 al 2017, ricavi che grazie alla tassazione agevolata di alcuni Paesi in cui le big company del tech hanno piazzato le proprie sedi all'estero hanno generato circa due terzi dei profitti facendo solo arbitraggio fiscale. E' quanto emerge dal rapporto di R&S - Ricerche e Studi, l'area studi Mediobanca, secondo cui le 21 WebSoft esaminate a livello mondiale (parte delle 397 multinazionali incluse nell'analisi annuale di R&S) hanno registrato un fatturato complessivo di 626 miliardi, in rialzo del 123% sul 2013 e del 12% sul 2016.
Per fare un paragone, per le multinazionali manifatturiere e di Tlc l'aumento e' del 18% sul 2013, mentre i ricavi di energetiche e utility si sono contratti. Il primo semestre 2018 indica un'ulteriore crescita del 27% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Ai primi posti spiccano i tre colossi americani, Amazon (148,3 miliardi di euro nel 2017), Alphabet (92,4 miliardi) e Microsoft (75 miliardi), che insieme controllano la meta' del fatturato aggregato del settore (626 miliardi). A crescere maggiormente sono le cinesi Vipshop (+60,3%) e JD.com (+51,2%), seguite dall'americana Facebook (+50,7%).
Per le WebSoft internazionali il rapporto con il Fisco non e' sempre lineare. Nel 2017 circa due terzi dell'utile ante imposte delle 21 WebSoft esaminate (parte delle 397 multinazionali incluse nell'analisi annuale di R&S) e' stato tassato in Paesi a fiscalita' agevolata (per esempio, Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi), con un risparmio di imposte pari a 12,1 miliardi di euro, grazie a un tax rate effettivo del 31%, contro il 41% previsto.
Nell'arco del quinquennio 2013-2017 il risparmio complessivo supera i 48 miliardi. La riforma fiscale varata dagli Stati Uniti a dicembre 2017 ha generato un gettito fiscale piu' ampio, con le WebSoft che hanno contabilizzato quasi 18 miliardi di imposte in piu'. In particolare Alphabet dovra' versare al fisco statunitense 8,5 miliardi, Oracle 6,5 miliardi e Facebook 2,1 miliardi.
La presenza in Italia avviene tramite controllate la cui sede e' collocata per la quasi totalita' nelle province di Milano e Monza Brianza. L'aggregato 2017 delle filiali italiane ha un fatturato di oltre 1,8 miliardi di euro e occupa piu' di 7.700 persone (circa 1.100 dipendenti in piu' rispetto all'anno precedente). Per quanto riguarda il rapporto con il Fisco italiano, negli ultimi anni la struttura fiscale di queste filiali e' stata oggetto di approfondite indagini: l'ultima in ordine di tempo ha portato alla recentissima chiusura del contenzioso tributario con l'Agenzia delle Entrate da parte di Facebook che dovra' pagare oltre 100 milioni di euro, facendo seguito agli altrettanti 100 milioni versati da Amazon e agli oltre 306 sborsati da Google.
Nel 2017, in quattro anni, le 21 WebSoft sono cresciute in media di circa il 25% annuo, a fine 2017 valevano 3.623 miliardi di euro, oltre sei volte il valore dell'intera Borsa Italiana e piu' del Pil della Germania. La sola Alphabet, il cui valore di Borsa e' di 608,2 miliardi a fine 2017, vale piu' dell'intera Piazza Affari, dove vengono scambiate le azioni di 325 societa'.
La holding di Google guida la classifica delle WebSoft con maggior valore di borsa, seguita da Microsoft (549,8 miliardi), Amazon (472 miliardi) e Facebook (427,6 miliardi). I titoli in Borsa sono sostenuti anche dall'ausilio di massicce operazioni di buyback, pratica molto diffusa fra le WebSoft statunitensi (+145 miliardi investiti in azioni proprie nel 2013-2017, cifra di poco inferiore ai 152 miliardi spesi per investimenti).
I dati piu' recenti indicano pero' un rallentamento: dopo avere toccato la soglia dei 1.000 miliardi di dollari di capitalizzazione nel settembre 2018, Amazon a meta' novembre valeva 800 miliardi e Facebook, dopo aver superato i 500 miliardi a fine luglio, e' scesa a 350 a meta' novembre.