Economia
Editoria, Cairo non molla il Corriere, mentre Elkann aspetta l'offerta giusta
Il patron del Toro non ci pensa lontanamente e assicura agli amici: "Non ho ricevuto nessuna offerta". Mentre Gedi...
Editoria, Cairo non molla il Corriere, mentre Elkann aspetta l'offerta giusta
L’ultimo rumor sul mondo dell’editoria è quello lanciato da Dagospia che vorrebbe gli Angelucci molto attivi nel tentativo di ampliare il loro bouquet di testate. Gli imprenditori romani, dunque, avrebbero messo gli occhi su due giganti come Repubblica e Corriere della Sera. Ed entrambe le testate avrebbero rispedito al mittente le offerte. Ma è davvero così? Secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it non esattamente. Da una parte, infatti, c’è un gruppo Gedi che è sempre più interessato a valutare offerte.
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Delle testate che componevano il gruppo ne sono rimaste solo tre, cioè Stampa, Secolo XIX e, appunto, Repubblica. L’Espresso è stato salutato lo scorso anno e, a quanto risulta, senza alcun rimpianto. Tant’è che lo stesso Danilo Iervolino, mister miliardo come viene chiamato negli ambienti finanziari, ha deciso di rivenderlo al gruppo Ludoil Energy della famiglia Ammaturo. Il fondatore dell’università Pegaso, d’altronde, ha deciso di concentrare i suoi sforzi nell’editoria alla Bfc (quotata in Borsa) che dà vita, su tutte, a Forbes. La bibbia dell’economia e della finanza continua ad avere un grande appeal per gli imprenditori, disposti a pagare anche bene pur di comparire sulle sue pagine.
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Tornando a Gedi e, più in generale, a Exor, appare evidente che il sogno di John Elkann di diventare un editore mondiale, capace di unire Repubblica – sempre meno di lotta e sempre più atlantista – all’Economist non sta decollando. Il quotidiano guidato da Maurizio Molinari perde copie e lo stesso succede alla Stampa che si è recentemente congedata da Massimo Giannini. Dunque, se dovesse arrivare un compratore è facile che, alle giuste condizioni, gli Elkann non si farebbero ripetere due volte la possibilità di cedere i quotidiani.
L’altra testata citata da Dagospia, il Corriere, vive una situazione completamente diversa: Urbano Cairo, attaccatissimo al giornale di Via Solferino, ha riportato l’utile in bilancio con una ricetta di tagli alle spese prima ancora che della forza lavoro. E non ha quindi motivo di mettere in vendita il suo figlioccio. Facile pensare, dunque, che in questo momento ci sia un gioco delle parti tra gli Angelucci e gli Elkann, con Cairo tirato in mezzo più in un’ottica di trattativa che per reale possibilità di acquistare il Corriere.
D’altronde, l’imprenditore di Alessandria continua a ripetere ai suoi più stretti collaboratori che non è arrivata nessuna offerta sulla sua scrivania da parte degli Angelucci. Altra fantasia, sempre secondo quanto riferito ad Affari da persone vicine a Cairo, sarebbe quella di voler creare un polo televisivo che contempli La7 e il canale Nove del gruppo Discovery/Warner Bros. Così come viene incasellata tra le fantasie anche quella che avrebbe voluto Cairo alla testa di un pool di imprenditori in grado di rilevare Mediaset. Questa però è un’operazione di cui magari si riparlerà tra qualche mese, quando cioè si dovrà decidere il futuro del Biscione, pronto a conquistare ProsiebenSat (e non solo) ma che deve fare i conti con un mercato della tv tradizionale sempre più in crisi, schiacciato dallo streaming e dagli over the top.