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Economia
Enel, gli analisti chiedono una riconferma dei vertici: ecco perché

Enel, il "peso" di Starace e il rischio incertezza

Alle sollecitazioni del mercato Starace aveva risposto positivamente, aumentando progressivamente l’indebitamento per accelerare sugli investimenti nella transizione energetica. Poi il contesto è cambiato improvvisamente: prima il Covid, poi l’incremento dei prezzi delle materie prime (non solo energetiche), quindi l’invasione russa in Ucraina. Una tempesta perfetta che ha cambiato completamente qualsiasi prospettiva e che ha mandato a gambe all’aria diverse aziende del settore. D’altronde, con un prezzo del mercato elettrico che è passato da 50 a 500 Mw/h nel suo picco più alto ci sono state diverse complessità per chi opera nel settore.

Secondo l’analista che Affaritaliani.it ha potuto consultare, il mercato ora è molto preoccupato per quello che sta succedendo con Starace. L’attuale resilienza del valore del titolo in area 5,5 euro per azione è dovuta proprio alla presenza del ceo. Se dovesse rimanere per un quarto mandato potrebbe garantire continuità con il piano industriale e potrebbe aiutare il titolo a muoversi verso il target price fissato a 7,5 euro. “Sul mercato uno non vale uno” ci dice parafrasando lo slogan che rese celebre il Movimento Cinque Stelle.

Nei giorni scorsi il ceo di Eni, Claudio Descalzi, ha dichiarato che l’azienda va avanti anche senza di lui, anche se è ovvio che al manager che ha preso il posto di Paolo Scaroni farebbe gran piacere restare al timone del cane a sei zampe. Anche nel ragionare sull’impatto finanziario delle nomine bisogna muoversi su un doppio binario. È ovvio che le partecipate andranno avanti indipendentemente da chi le guiderà. Enel, ad esempio, ha improntato una forte accelerazione green al suo business che è sostanzialmente irreversibile. Il management può fare delle scelte, può decidere la velocità di raggiungimento di determinati obiettivi e può quindi anche scegliere come allocare le risorse. C’è però un tema di mercato: si valuta un’azienda in base ai multipli e agli altri parametri finanziari, ma anche alla storia e al “goodwill” (il fattore intangibile che esula dai meri numeri) che un management ha saputo costruire. 

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