Economia

Ex-Ilva: Taranto, Usa, Polonia e Sudafrica: dove ArcelorMittal cala la scure

Non solo Taranto, il colosso dell'acciao-franco indiano chiude alcuni stabilimenti anche in Polonia, Sudafrica e Stati Uniti

Taranto come la baia di Saldanha in Sudafrica. “Il difficile contesto di mercato” di cui ha parlato lo stesso presidente e Ceo di ArcelorMittal Lakshmi Mittal nell’ultima trimestrale chiusasi in forte perdita (539 milioni di dollari dopo un calo dei ricavi di oltre il 10%) costringerà il colosso franco-indiano dell’acciaio a chiudere lo stabilimento sudafricano perché “sta subendo gravi perdite finanziarie che si prevede continueranno per il prossimo futuro”.

arcelormittal Ilva
 

Così i forni si spegneranno entro il primo trimestre 2020. Un triste destino per impianti e operai che, oltre a Italia che ospita la più grande acciaieria a caldo d’Europa e Sudafrica, riguarderà anche altri siti produttivi di ArcelorMittal: Polonia e Stati Uniti. 

Ieri infatti, dopo aver già preso la decisione nei mesi passati e poi posticipato l’esecuzione, il gruppo nato nel 2006 dalla fusione della francese Arcelor e dell'indiana Mittal Steel ha annunciato di essere “costretto a sospendere temporaneamente l’attività nell’acciaieria di Cracovia”.

Una sospensione che inizierà il 23 novembre. La strategia di tagli riguarda anche il contesto extraeuropeo. Sempre ieri, ricorda infatti il Sole 24 Ore, ArcelorMittal Usa ha annunciato di volere fermare uno dei tre altiforni dell’impianto di Indiana Harbor, nell’Illinois. L’acciaieria è arrivata a fine corsa e l’azienda non ha in previsioni di investire immediatamente nel suo mantenimento. L’aria di recessione proseguirà anche nei prossimi trimestre.

Ilva arcelormittal operai
 

Il gruppo infatti prevede una domanda in calo tanto negli Usa che in Europa, stime riviste a -3% (da -1-2%) che deprimeranno ulteriormente il business messo fino ad ora sotto pressione dal rallentamento globale, dalla guerra dei dazi, dalla crisi dell'auto e di alcune industrie della manifattura che, complice anche il rialzo del prezzo delle materie prime, ha fortemente indebolito il mercato dell’acciaio.

Per quanto riguarda l'Italia, secondo le stime di Ubs, il recesso da parte di ArcelorMittal dal contratto d’affitto, e in seconda battuta d’acquisizione del gruppo siderurgico ex Ilva, può dare all’ebitda dei franco-indiani una spinta positiva di 200 milioni di dollari.