Economia
Ex-Ilva, torna la possibilità Metinvest. Il governo preme per una cessione
L'acquisizione di Taranto darebbe a Metinvest un aumento immediato della capacità, ora che ci sono problemi nell'operazione di Kosice
Ex-Ilva, torna la possibilità Metinvest. Il governo preme per una cessione
Vicino alla nomina di un commissario per l'ex Ilva, il governo centrale cerca ancora una soluzione pacifica con ArcelorMittal. Secondo fonti del settore industriale e finanziario, la principale alternativa all'amministrazione straordinaria è ora rappresentata da Metinvest, il conglomerato siderurgico ucraino che ha già siglato un accordo preliminare per l'area di Piombino. Con l'escalation delle ostilità in Ucraina e l'attacco alla grande acciaieria Azovstal di Mariupol da parte dell'operazione militare di Vladimir Putin, Metinvest sta espandendo la sua capacità produttiva a livello globale per mantenere la sua posizione nel mercato siderurgico internazionale. Lo scrive Il Sole 24 Ore.
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L'8 febbraio si è tenuto un nuovo summit governativo a Palazzo Chigi. La novità, sebbene ancora soggetta a implementazione, è un piano articolato in due fasi. Prima un accordo tra ArcelorMittal e Invitalia, basato su un progetto attualmente in discussione. Successivamente, l'ingresso di Metinvest al posto di Mittal, con Taranto che diventa cruciale per due motivi. In primo luogo, tatticamente parlando, Metinvest detiene crediti per 20 milioni di euro, una percentuale minima rispetto ai debiti di mercato di Acciaierie d'Italia, ma comunque significativa.
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In secondo luogo, strategicamente, l'acquisizione di Taranto darebbe a Metinvest un aumento immediato della capacità produttiva, specialmente ora che ci sono problemi nell'acquisizione dell'acciaieria di Kosice, in Slovacchia, da parte di US Steel. Tornando all'Italia, ArcelorMittal deve prima concordare con il partner pubblico riconoscendo una serie di crediti pregressi, che potrebbero essere messi da parte in un fondo dedicato in attesa di una soluzione definitiva. Nella seconda fase, l'ingresso di Metinvest dovrebbe concretizzarsi, sostituendo Mittal come azionista privato, ma solo dopo un'attenta valutazione finanziaria delle condizioni di Acciaierie d'Italia per garantire la sostenibilità del piano industriale. Rimane ancora da definire la quota di Invitalia.
Con la trasformazione del finanziamento di 680 milioni in aumento di capitale, Invitalia temporaneamente assumerebbe la maggioranza, lasciando poi il passo agli ucraini. Tuttavia, c'è incertezza sulla decisione di iniettare ulteriori 320 milioni per garantire la continuità produttiva dell'azienda. Sebbene necessaria per la sopravvivenza a breve termine, questa mossa farebbe cadere i requisiti di insolvenza e priverebbe il governo dell'opzione dell'amministrazione straordinaria, che potrebbe essere utile nel gestire eventuali manovre a sorpresa da parte di Mittal.
Ci saranno giorni di riflessione, in attesa di un nuovo summit la prossima settimana. Se Metinvest non dovesse essere un'opzione valida, il governo valuterà l'alternativa Arvedi in collaborazione con Vulcan Green Steel, un'azienda indiana. Tuttavia, questa soluzione richiede una verifica attenta delle intenzioni strategiche della famiglia Arvedi e dei Jindal, proprietari di Vulcan Green Steel. In ogni caso, se entrambe le opzioni dovessero svanire, scatterebbe l'amministrazione straordinaria. È quanto ribadito l'8 febbraio dal ministro delle Imprese Adolfo Urso, che ha anche discusso degli sviluppi del settore siderurgico con la commissaria europea Margrethe Vestager durante un viaggio a Bruxelles.
Al Senato, è in discussione un decreto sulle amministrazioni straordinarie, che ora include misure per proteggere i fornitori. Il governo sta considerando un'emendamento per consentire l'utilizzo degli avanzi di bilancio della Regione Puglia per coprire i debiti dei fornitori, come proposto dal governatore Michele Emiliano. La situazione è in continuo mutamento. L'opzione Metinvest è solo una parte di un quadro più ampio, sia in Italia che altrove. Le tensioni geopolitiche possono influenzare le decisioni aziendali, come dimostra il coinvolgimento degli Stati Uniti nell'acquisizione di US Steel da parte di Nippon Steel. Con il governo italiano sempre più allineato agli interessi statunitensi, una collaborazione tra Italia, Ucraina e Stati Uniti potrebbe avere senso sia politico che industriale.