Economia

Facebook, class action di Altroconsumo: "285€ di risarcimento per ogni anno"

Dopo lo scandalo Cambridge Analytica, Altroconsumo ha lanciato una Class Action per tutelare tutti gli utenti iscritti

"Non permettere che Facebook giochi con i tuoi dati personali usandoli a tua insaputa per scopi commercial”i. Dopo lo scandalo Cambridge Analytica, Altroconsumo dichiara guerra al social network fondato da Mark Zuckerberg, lanciando una class action per tutelare tutti gli utenti iscritti a Facebook, perchè venga riconosciuto il valore dei loro dati. Sul sito dell’associazione è possibile aderire ad una battaglia collettiva che verrà portata avanti dagli avvocati dell’associazione.

Ora Altroconsumo chiede le adesioni direttamente sul proprio sito. “E voi, pensate che Facebook abbia utilizzato in maniera inappropriata i vostri dati? Pensate sia ingiusto l’utilizzo che il social network fa dei vostri dati?”, scrive l’associazione senza fini di lucro che si occupa della tutela dei consumatori, e promuove azioni contro quelle aziende ed enti che trovano ogni modo per sfruttare a loro vantaggio i dati sensibili della clientela in maniera non autorizzata.

In questi mesi, Facebook è stata attaccata da un’azione legale che la vede coinvolta nell’uso improprio dei dati personali dei nuovi e vecchi utenti iscritti alla piattaforma. L’interesse di Altroconsumo nei confronti del social network più famoso al mondo, è nato a causa di un aumento sempre maggiore di falle di sicurezza e perdita di dati sensibili, che hanno coinvolto sia Facebook che aziende terze. Azioni collettive contro il social sono state intraprese anche da Belgio, Spagna e Portogallo, oltre all’Italia, ed è stato richiesto al giudice un risarcimento pari a 200 euro per ogni utente iscritto al social, e nel caso di utenti registrati da molti anni potrebbe essere anche superiore.

L’accusa nei confronti di Facebook è quella di pratiche commerciali scorrette, che ha visto da parte della piattaforma, e delle varie app ad essa connesse, dell’uso non autorizzato dei dati sensibili degli utenti. Questi sono stati condivisi con parti terze per una raccolta dati, il tutto senza la chiara e precisa autorizzazione degli utenti, al fine di aumentare i guadagni a scapito delle ignare vittime. Con quest’azione Facebook ha violato quelli che sono gli articoli principali che riguardano il Codice del Consumo, nello specifico gli art. 20, 21, 22. In fase di registrazione e attivazione dell’account manca infatti una chiara e precisa informativa sulla gestione dei dati per fini commerciali, mentre è sottolineato e messo in evidenza l’uso gratuito della piattaforma.

Ne consegue quindi la violazione di altri articoli fondamentali del Codice, art. 20, 24 e 25, in cui l’utente registrato a Facebook è costretto senza il suo esplicito consenso, a cedere a parti terze i propri dati di account e di utilizzo di app per la raccolta di informazioni per finalità commerciali. La pena per il rifiuto è l’utilizzo limitato del social. Tutto ciò avviene in maniera automatica, e il consumatore è del tutto ignaro del processo, in quanto in fase di attivazione è già spuntata la casella che dà il consenso alla cessione dei dati e all’utilizzo di questi, e se non si presta la minima attenzione si può cadere vittima dell’inganno.

Secondo quanto afferma Ivo Tarantino, responsabile Pubblic Affairs & Media Relations, i dati che Facebook utilizza impropriamente sono proprietà esclusiva dei consumatori, e solo a loro spetta il diritto di decidere come meglio utilizzarli. Ognuno deve avere il controllo su di essi, e decidere autonomamente per quali fini utilizzarli. Nel caso di consenso, gli utenti devono inoltre essere partecipi dei guadagni derivati, ottenendo una parte equa del valore prodotto dalle società grazie al loro utilizzo.
Appare quindi chiaro e giusto che i consumatori tratti in inganno dalla piattaforma, ricevano un giusto risarcimento.

Lo stesso Ivo Tarantino inoltre afferma che non è intenzione di Altroconsumo boicottare Facebook, ma al contrario renderla una piattaforma migliore, più chiara e limpida per chi la usa, mettendo in primo piano gli utenti che ogni giorno si registrano e dandogli la giusta importanza come motore propulsore della crescita del social. È necessario quindi che ne siano riconosciuti i diritti fondamentali, e la libertà di scelta per quanto riguarda i propri interessi e gusti commerciali.

È possibile aderire all’azione registrandosi al sito di Altroconsumo e firmando la class action per richiedere il risarcimento. Si tratta in ogni caso di una pre-iscrizione, in quanto è necessario aspettare che i giudici coinvolti nel caso decidano se la richiesta abbia le sue fondamenta o meno, e possa quindi essere portata avanti dai paesi europei che ne hanno fatto richiesta. In ogni caso, se l’esito sarà positivo, prima di ricevere l’indennizzo è necessario che ogni utente dimostri effettivamente che ci sia stata una violazione da parte di Facebook nell’uso dei propri dati, e che quindi vi sia stato un danno morale.