Economia

Fca confessa sul prestito dallo Stato. Campagna pro-Elkann su Repubblica

Fca: attivata la procedura per linea di credito a sostegno dell'automotive in Italia. Campagna del neo-giornale di Elkann (Repubblica) per il prestito a Fca

Fca ha avviato una procedura con il Governo italiano per l’ottenimento di una garanzia da Sace per il perfezionamento di una linea di credito destinata esclusivamente al sostegno della filiera dell’automotive in Italia, composta da circa 10.000 piccole e medie imprese. Lo rende noto il gruppo in una nota, spiegando che per questo obiettivo è stato avviato un dialogo con il primo gruppo bancario italiano, Intesa Sanpaolo. E conferma quindi di aver avviato una procedura con il Governo italiano (il Ministero dell’Economia e Finanze - MEF, e il Ministero dello Sviluppo Economico - MISE) per l’ottenimento di una garanzia da Sace,  il tutto secondo quanto previsto dal Decreto Liquidità recentemente emanato in occasione dell'emergenza sanitaria dovuta al coronavirus. La linea di credito è di tre anni, per 6,3 miliardi.

Una operazione sostenuta a pieno dal neo quotidiano di casa Elkann La Repubblica. Infatti questa mattina, in prima pagina, compare un articolo titolato: "Formula innovativa, un modello per tutta l'economia". All'interno si spiega come questa fra il governo, Fca e Intesa San Paolo, è un'operazione che servirà ad assistere nuova liquidità a tutta la filiera del settore dell'automotive. A tal proposito scrive anche Beppe Lopez su Facebbok: “E’ presto per parlare di distinzioni in casa Stampubblica (brutto neologismo), ma oggi la prima pagina della Stampa Fiat - in materia di primari interessi aziendali - sembra addirittura capace di più stile della Repubblica Fca”.

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La filiera dell’automotive in Italia, ricorda Fca, è composta da circa 10.000 piccole e medie imprese. E quindi in base ad un "innovativo" meccanismo, "tutte le erogazioni derivanti dalla linea di credito sarebbero gestite attraverso conti correnti dedicati, accesi con Intesa San Paolo al solo scopo di supportare la gestione operativa dei pagamenti alla filiera italiana dei fornitori, sostenendone i livelli di liquidità e garantendo al contempo la ripartenza delle produzioni e gli investimenti negli impianti italiani". In base alle disposizioni del Decreto Liquidità l’ammontare della linea di credito dovrebbe essere pari al 25% del fatturato consolidato delle società industriali del gruppo FCA in Italia e cioè fino a 6,3 miliardi. Fca spiega che "l’innovativo accordo riconoscerebbe il ruolo del settore automobilistico nazionale, di cui FCA, insieme ai fornitori e ai partner è il fulcro, nella ripartenza del sistema industriale italiano".

Non solo, ma "tale posizionamento sarà rafforzato nei prossimi anni dall’ampio piano di investimenti già presentato e confermato come testimoniano i recenti avvii della produzione dei nuovi modelli Fiat 500 elettrica a Torino e Jeep Renegade e Compass PHEV a Melfi. Nel suo complesso il comparto dell’automotive è un settore chiave dell’industria italiana: e lo è sia per rilevanza che per struttura. Da solo equivale a circa il 6,2% del Pil italiano e da occupazione a circa il 7% dell’intero settore manifatturiero". 

Fca spiega che "l’ecosistema automobilistico italiano rappresenta uno dei punti di forza, riconosciuto a livello mondiale, del Paese, oltre a essere uno dei maggiori bacini di know-how specializzato a livello industriale e commerciale in Europa". "Questo comparto determina i maggiori investimenti in ricerca e innovazione del Paese, base fondamentale per garantire la futura competitività economica in un’epoca caratterizzata da rapidi cambiamenti tecnologici". La nuova linea di credito, che si inserirebbe nell’ampio programma di FCA per una ripresa in sicurezza delle attività in Italia, "farebbe seguito a un periodo senza precedenti, in cui le azioni tempestive messe in atto per mettere al sicuro dipendenti, famiglie e comunità durante l’emergenza da Covid-19, hanno comportato il totale blocco della produzione e delle attività di vendita di FCA in Italia, con un drastico e inevitabile impatto sul breve e medio termine dell’intero ecosistema automobilistico".