Economia

Finanza sostenibile: risultati e impegni del Gruppo Unipol

Unipol, target Piano Strategico 2019-2021: 600 milioni di euro di investimento per Sustainable Development Goals, +84% rispetto al 2018

Presentato il Bilancio Integrato 2018 del Gruppo Unipol, documento che per il terzo anno integra i risultati finanziari con quelli conseguiti nella sostenibilità socio-ambientale. Per l’occasione, organizzata la tavola rotonda “Finanza sostenibile: il ruolo degli SDGs nell’economia reale”.

L'obiettivo della tavola rotonda è stato quello di approfondire la riflessione su un tema oggetto di significativi sviluppi, a pochi giorni dalla pubblicazione da parte della Commissione Europea degli strumenti chiave per realizzare l’Action Plan on financing sustainable growth.

Nel corso dell’evento si sono confrontati Carlo Cimbri, Group CEO Unipol, Innocenzo Cipolletta, Presidente Assonime, Panos Seretis, Head of ESG Research - EMEA MSCI Inc.

Il dibattito ha sviluppato gli spunti forniti dall’introduzione di Marisa Parmigiani, Responsabile Sostenibilità Gruppo Unipol, che ha illustrato le misure recentemente adottate a livello europeo in materia di finanza sostenibile, e da uno speech di Simon Zadek, Senior Advisor to the Administrator of the United Nations Development Programme e, da novembre 2018, Sherpa della Task Force on Digital Financing of the Sustainable Development Goals voluta dal Segretario Generale delle Nazioni Unite.

“Finanza sostenibile: il ruolo degli SDGs nell’economia reale”. Affaritaliani.it ha raccolto i commenti dei relatori.

"Siamo davanti all’inizio di un percorso che deve ancora crescere. C’è ancora molto da fare perché il tema della sostenibilità diventi effettivamente il patrimonio - in questo caso - degli investitori" - ha detto ad Affaritaliani.it Carlo Cimbri, Group CEO Unipol.

"L’attuale meccanismo del volatility adjustment per come è strutturato funziona a gradini, ha effetti paradossali. Si sta meglio se lo spread è più alto, in alcuni casi" -ha continuato Cimbri rispondendo alle domande della stampa a valle dell'evento.

"Le Olimpiadi sono una grande manifestazione che storicamente negli altri paesi ha prodotto grandi risultati: o problemi o grandi opportunità. Mi viene in mente Barcellona o Torino che hanno sfruttato bene l’occasione; Atene ha sofferto di più indebitandosi fortemente per fare qualcosa al di sopra delle sue possibilità. Ospitare grandi manifestazioni è una cosa positiva. Penso e spero che sarà un grande momento per l’Italia" - ha concluso.

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Cimbri (Unipol): "Finanza sostenibile, il percorso è appena cominciato"

"La grande sfida oggi è creare regole che rendano la competizione equa" - ha detto Carlo Cimbri durante la tavola rotonda. "Gli operatori tradizionali sono subissati da regole di tutti i tipi. Il tema della sostenibilità presuppone una competizione equa. Tra i tanti obiettivi è il caso di iniziare a porsi il tema del monopolio dei dati. Pochi grandi operatori rispondono della grande maggioranza dei dati che ci sono. Dalle nuove generazioni proviene una domanda di trasparenza. La blockchain va nella direzione della disintermediazione di cui le nuove generazioni hanno domanda".

"Gli obiettivi delle norme sono quelli di rendere più comparabili i prodotti a valenza sociale e ambientale. Questo aiuterà - si spera - a muovere più masse sia dagli investitori istituzionali che dai privati cittadini verso un processo di greening della finanza" - ha detto ad Affaritaliani.it Marisa Parmigiani, Responsabile Sostenibilità Gruppo Unipol. "Noi siamo su questo track da anni, abbiamo iniziato a lavorarci nel 2012. Oggi per noi la priorità assoluta è identificare e valorizzare gli investimenti tematici che vanno in una logica di raggiungimento degli SDGs e degli obiettivi di Parigi.La vera difficoltà è soprattutto sulla finanza tematica trovare imprese che abbiano il giusto track record e nello stesso tempo possano avere un impatto significativo sul modello di sviluppo. Nella gestione ordinaria ci vorrà sempre più competenza da parte dei nostri gestori per poter usare la tassonomia e saper fare due diligence accurate. Quindi: competenze, competenze e competenze".

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Parmigiani (Unipol): "Finanza sostenibile, servono competenze"

Risultati e impegni del Gruppo Unipol nell'ambito della finanza sostenibile

Unipol, leader 2019 per Reputazione nel settore finanziario in Italia per il terzo anno consecutivo, è pienamente consapevole degli impatti delle proprie scelte di investimento; per questo aderisce ai Principles for Responsible Investment (UN-PRI) e ha definito politiche di investimento che integrano le tecniche tradizionali di analisi dei rischi e rendimenti finanziari con l’analisi extra-finanziaria dei fattori ESG. Nel 2018 gli investimenti che hanno soddisfatto i criteri di sostenibilità definiti hanno rappresentato il 98,2% del portafoglio complessivo.

Con il supporto di The European House-Ambrosetti, proseguendo il lavoro presentato agli stakeholder lo scorso anno, il Gruppo ha determinato il valore creato da scelte di investimento orientate verso titoli eligible. I 12,5 miliardi investiti da Unipol in titoli non governativi eligible hanno determinato la creazione di valore ambientale, sociale e cognitivo per 380 milioni di euro.

Il Gruppo ha intenzione di proseguire il percorso in questo senso, aumentando ulteriormente la quota di titoli non governativi eligible nel proprio portafoglio e incrementando gli investimenti nei settori con esternalità positive più significative (quali Energia e Utilities). In questo modo il valore creato nell’anno 2021, al termine del triennio del Piano Strategico 2019 – 2021, potrà raggiungere i 440 milioni (+16% rispetto al 2018).

L’altro impegno chiave riguardo alle scelte di investimento riguarda gli investimenti tematici che supportano il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda ONU 2030: l’obiettivo è di raggiungere i 600 milioni investiti in questo modo nel 2021, con un aumento di oltre l’80% rispetto al 2018.

Il contributo agli SDGs sarà rafforzato anche dalla vendita di prodotti con impatto sociale e ambientale, che il Gruppo si è impegnato a portare al aumentare al 30% di penetrazione sul portafoglio complessivo assicurativo (dal 22,7% del 2018).

I dati dello studio di The European House – Ambrosetti evidenziano gli impatti extra finanziari creati dal Gruppo anche in altri ambiti rilevanti.

La formazione non obbligatoria, che ha coinvolto il 75% dei 10.400 dipendenti italiani del Gruppo UnipolSai Assicurazioni, ha generato quasi 10 milioni di euro in termini di incremento della capacità di creare valore, intese come maggiore produttività per l’intero organico, e di incremento di valore del capitale umano, in termini di maggior valore di mercato delle figure professionali formate. Lo stesso approccio è stato utilizzato per calcolare l’impatto della formazione rivolta alla Rete, che ha toccato 28.700 persone (pari all’88% del totale) generando valore per 44 milioni di euro.

Unipol ha poi generato benefici ambientali pari a 2,7 milioni di euro nel 2018 attraverso azioni di riduzione dei consumi e l’utilizzo della sola energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili, riducendo così le esternalità negative.

L’efficiente gestione delle liquidazioni Responsabilità Civile Auto (oltre 766 mila pratiche liquidate) da parte di UnipolSai Assicurazioni, la principale Compagnia del Gruppo, ha comportato un impatto positivo di oltre 55 milioni di euro per i clienti, calcolato come differenza di valore attualizzato rispetto a quello che si otterrebbe attraverso la risoluzione di una causa civile, che ha tempi molto più lunghi.

La relazione con agenti, periti e fornitori genera valore in termini pari rispettivamente a 3,9 miliardi, 1,4 miliardi e 1,9 miliardi di euro, considerando gli impatti diretti, indiretti e indotti di provvigioni, compensi e acquisti realizzati.

Il valore economico complessivamente distribuito agli stakeholder, in conseguenza delle attività previste dal Piano Strategico 2019-2021, è pari a 24 miliardi di euro.

Considerando pari a 100 il valore prodotto nei diversi ambiti nel 2018, l’impegno del Gruppo è di incrementare questo valore nel triennio di Piano fino ad arrivare a 111,8 al termine del 2021. Gli impatti extra-finanziari non sono soltanto misurati a consuntivo, ma sono diventati oggetto di specifici obiettivi del Piano Strategico 2019 – 2021, nell’ambito della direttrice strategica “Valore condiviso e Sviluppo Sostenibile”.