Economia
Fisco, metà del gettito statale dall'Irpef. A rischio 1 mln di autonomi-P.Iva
Unimpresa: sugli immobili grava una patrimoniale di 11 miliardi. Tra le tasse più esose Iva, Ires e le accise su benzina e altri prodotti petroliferi
Secondo il rapporto del Centro studi di Unimpresa, che ha analizzato i dati della Corte dei conti e del ministero dell’Economia, il totale del gettito tributario è pari (dati relativi al 2020) a 491,5 miliardi di euro. Quasi la metà dell’incasso è riconducibile all’Irpef, l’imposta sul reddito delle persone fisiche, con 208,9 miliardi (il 42,5% del totale): di questi, 17,3 miliardi sono legati alle addizionali regionali e comunali.
Nella classifica delle tasse più esose, staccata di oltre 70 miliardi, c’è l’Iva, che assicura allo Stato un gettito di 136,9 miliardi (27,9%). Seguono, con valori assai più contenuti, l’Ires (imposta sul reddito delle società) con 32,7 miliardi (6,7%), le accise su benzina e altri prodotti petroliferi con 25,4 miliardi (5,2%), l’Irap (imposta regionale sulle attività produttive) con 23,6 miliardi (4,8%), le accise sui tabacchi con 10,6 miliardi (2,2%), l’Isos (imposta sostitutiva sui redditi da capitale) con 8,3 miliardi (1,7%), i proventi dal lotto con 7,7 miliardi (1,6%), i tributi legati alle assicurazioni con 7,1 miliardi (1,4%), i proventi sui giochi e le scommesse con 6,6 miliardi (1,3%), l’imposta di bollo con 6,6 miliardi (1,3%), l’imposta di registro con 4,8 miliardi (1,0%), l’Imu (imposta municipale unica sugli immobili) con 3,8 miliardi (0,8%), le accise sul gas naturale con 2,7 miliardi (0,5%), il canone tv con 1,9 miliardi (0,4%), le imposte ipotecarie con 1,6 miliardi (0,3%), le imposte sulle plusvalenze finanziarie con circa 900 milioni (0,2%), l’imposta sulle successioni con circa 800 milioni (0,2%), le accise sui prodotti alcolici con circa 600 milioni (0,1%).
Dalle tasse sul lavoro arriva, dunque, quasi la metà del gettito dello Stato con il 42,5% assicurato dai 208,9 miliardi di Irpef. Le aziende, invece, tra i 37,2 miliardi di Ires e i 23,6 miliardi di Irap, versano ogni anno all’amministrazione finanziaria 56,3 miliardi (11,5%). Sul mattone, poi, pesa una sostanziale tassazione patrimoniale di 11 miliardi (2,2% del gettito complessivo): ogni anno si pagano 4,8 miliardi di imposte di registro (applicate principalmente alle compravendite immobiliari), 3,8 miliardi di Imu (balzello su abitazioni e terreni, escluse le “prime case”), 1,6 miliardi di imposte ipotecarie e 800 milioni di tasse sulle successioni. La tassa sulla “speranza” vale complessivamente” 14,3 miliardi pari al 2,2% del gettito totale: 7,7 miliardi arrivano dal lotto e altri 6,6 miliardi da giochi e scommesse. Le accise valgono 39,3 miliardi (8%) e contemplano i balzelli su benzina e petroli (25,4 miliardi), tabacchi (10,6 miliardi), gas naturale (2,7 miliardi), alcol (600 milioni).
Situazione grigia per i lavoratori, ancor più penalizzati se autonomi e a partita Iva. Ugenio Filograna, presidente del movimento Autonomi e Partite Iva, spiega infatti che "il mese di giugno è una vera e propria persecuzione per i lavoratori autonomi e le partite iva a cui lo Stato ha messo il cappio al collo con 65 tasse schedate dall’Agenzia delle Entrate, oltre a sei dichiarazioni, più sei comunicazioni ed una istanza".