Flat Tax al via in tre fasi. Le simulazioni per classi di reddito
Si punta tassare le imprese al 15% già l’anno venturo, poi toccherà alle famiglie. Benefici maggiori ai single più ricchi
La riforma fiscale per il governo Conte è un obiettivo, non un punto di partenza. Finita, per ora, la campagna elettorale si torna coi piedi per terra decidendo di procedere per gradi così da non avere impatti significativi sui conti pubblici (anche se il prezzo da pagare sarà, verosimilmente, non produrre effetti signficativi neppure sulla crescita o sul reddito disponibile). In sostanza la dual tax (ossia la “flat tax” ad aliquota doppia del 15% e del 20%) non partirà per tutti dal prossimo anno, ma sarà introdotta in tre fasi.
I primi a beneficiarne saranno, l’anno venturo (non è ancora chiaro se sui redditi di quest’anno o su quelli 2019), tutte le imprese, che vedranno in pratica l’estensione dell’Ires (Imposta sui redditi delle società) anche alla società di persona, col varo di quell’Iri (Imposta sui redditi dell’imprenditore) già prevista dal governo Renzi ma finora sempre rinviata per mancanza di coperture. Visto che attualmente l’Ires prevede un’aliquota del 24%, contro il 15% che si vorrebbe adottare ora, il risparmio sarebbe pari ad un 9% di reddito imponibile.
L’anno successivo toccherebbe alle famiglie numerose o con basso reddito, che pagherebbero un’aliquota del 15% sino a 35 mila euro di reddito familiare imponibile, del 20% al di sopra di tale soglia, con una progressività (prevista dalla Costituzione) che sarebbe garantita dalle deduzioni: 3 mila euro per componente famigliare se il reddito familiare non supera i 35 mila euro, 3 mila euro solo per i famigliari a carico (tipicamente i figli) se il reddito familiare supera i 35 mila ma non supera i 50 mila euro, nessuna detrazione oltre tale soglia.
Infine nel 2021 toccherebbe a tutte le famiglie, indipendentemente dal reddito. Tenendo presente che nel 2016 il reddito imponibile dichiarato è stato pari a 833 miliardi, con un reddito medio annuo di 29.988 euro per famiglia, ma che metà delle famiglie non dichiarava oltre 24.522 euro (e che anche a livello di singolo contribuente il 45% si collocava nella classe fino a 15 mila euro), il provvedimento potrebbe comunque avere un impatto significativo sin dall’inizio.
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