Economia

Follia Ue: ci chiede di ridurre il debito ma vuole che spendiamo in armi

di Enrico Verga

Tra il 2 e il 3% del Pil dovrà essere valorizzato per rispettare i neo-reintrodotti paramenti debito-Pil o per la quota Nato

Di recente la UE, sulla scorta delle dichiarazioni di amicizia dell’Ursula Gertrud von der Leyen, andrà a creare un piano di industria degli armamenti: per le industrie belliche europee sono previsti in arrivo non meno di 500 milioni di euro. Una cifra di tutto rispetto che, probabilmente, sarà aumentata. Date le disponibilità italiane queste cifre dovranno essere generate o tramite debito (che quindi andrà a scontrarsi contro la necessità di ridurre il debito pubblico) oppure tagliando in spese sociali e investimenti nazionali. I burocrati europei ormai parlano di “economia di guerra” per indicare gli sforzi per la produzione di armi e munizioni a favore dell’Ucraina.

C’è da considerare che donare-vendere armamenti moderni pesanti (blindati, carri, unità antiaeree e jet di 4° generazione) a una nazione che non è membro della Nato, della Ue, con una storia di corruzione e brogli elettorali senza pari potrebbe non essere la soluzione migliore sul lungo periodo. Tanto per osservare errori passati si può ricordare dei 8 trilioni di dollari americani finiti nel buco nero della guerra al terrore: ancora oggi non si comprende che fine abbiano fatto circa 3-4 trilioni. 

Stante la bontà o meno delle singole iniziative per rimettere gli stati europei sulla buona strada (il patto di stabilità) o la necessità impellente di difesa contro stati aggressivi resta il fatto che i soldi, in Europa, non si producono da zero. Le singole nazioni dovranno spendere per nuovi armi e tagliare le proprie spese pubbliche per rispettare gli standard NATO. I soldi, senza l’opportunità di fare debito, dovranno essere generati da violenti tagli di bilancio che, in casi come l’Italia, implicheranno la brutale rivisitazione di voci di capitolo importanti quali pensioni, stato sociale, incentivi a privati e imprese e, non ultimo, il rischio di un aumento delle tasse. Queste decisioni dovranno essere prese dall’attuale governo, a rischio di rendere meno felici i propri cittadini elettori. Ad ogni modo questi tagli, stante l’attuale situazione, saranno necessari, ce lo chiedono l’Europa e l’Ucraina.